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Il futuro della formazione aziendale è già qui, intervista a Giacomo Clemente di Docebo

Durante il Data Cloud Summit di Snowflake, abbiamo scoperto come dati e AI cambiano l'apprendimento

SAN FRANCISCO – Apprendimento e valutazione personalizzati, il tutto usando i dati come guida e l’intelligenza artificiale come strumento. Al Data Cloud Summit 2024 di Snowflake a San Francisco abbiamo incontrato Giacomo Clemente, a capo del team Data, Governance e Analytics di Docebo, azienda italiana leader a livello globale nel campo dei Learning Management System (LMS). Nell’intervista, Clemente ci ha raccontato come il suo team e quello di intelligenza artificiale utilizzino tecnologie all’avanguardia, e in particolare l’AI generativa, per migliorare il modo in cui le aziende di ogni dimensione erogano la formazione ai propri dipendenti, clienti e partner. Sfruttando le ultimissime tecnologie Snowflake, di cui abbiamo parlato coprendo il Summit.

Giacomo Clemente di Docebo: come l’AI cambia la formazione

Non vedevamo l’ora di intervistare Giacomo Clemente di Docebo al Data Cloud Summit. E non solo perché non c’è niente di meglio che sentire “lo dolce suon de la sua terra” quando si è a una conferenza dove quasi nessun altro parla italiano. Docebo prende il suo nome dal futuro del verbo insegnare in latino, e dalla sua fondazione a Macherio nel 2005 sembra mantenere questa promessa implicita.

“Docebo è uno dei leader mondiali nel campo dei Learning Management System“, spiega Clemente. “Siamo una piattaforma che permette la produzione di contenuti formativi. Abbiamo diversi casi d’uso, tra cui il training interno, quello di compliance e security, il training verso gli esterni (B2B2B o B2B2C), e anche per vendere training come corsi di certificazione.

Dalla sua nascita brianzola, Docebo oggi conta oggi “migliaia di clienti ufficiali, e decine di migliaia di utenti finali attivi” in più di 90 paesi. La sua piattaforma cloud permette di creare ed erogare corsi online personalizzati per diversi tipi di audience. Ed è proprio parlando di personalizzazione che i dati e l’AI assumono un ruolo principe.

Dati e AI per la personalizzazione

Clemente ci spiega che un primo uso dell’AI riguarda l’acquisizione di dati e la ricerca di informazioni sulla piattaforma. Permette di raccogliere informazioni testuali, video, immagini, per poi “strutturare il patrimonio formativo” che le aziende creano su Docebo. Clemente ci spiega che “c’è anche la possibilità per le AI di attingere informazioni da fuori, non solo dal training ricevuto, integrando il retrieval augmented generation (RAG)”. Questo serve anche ai clienti che stanno creando un contenuto ma vogliono integrare materiali in un secondo momento.

Docebo Giacomo Clemente formazione aziendale (1)

Ma la chiave di volta negli ultimi anni ha a che fare con la fruizione dei contenuti. “L’intelligenza artificiale consente di arrivare a una iper-personalizzazione del contenuto formativo“, afferma. “Prima i formatori non potevano creare 3000 contenuti diversi per 3000 dipendenti. Ma con l’intelligenza artificiale noi possiamo arrivare a offrire percorsi formativi diversi e personalizzati per ogni singolo utente.”

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Questa enorme possibilità formativa coinvolge in prima persona il team che Giacomo Clemente guida in Docebo. L’AI ha bisogno di dati, e parte del lavoro di Docebo è raccoglierli durante i corsi in modo da poter fornire un’esperienza personalizzata. Il team di Clemente si occupa di “architettura, engineering, data science e visualization“, tutto nel rispetto di governance e sicurezza. E senza dimenticare la facilità di utilizzo: l’interfaccia utente resta semplice, mentre gli strumenti di Docebo (basati su tecnologie Snowflake) gestiscono l’orchestrazione dei dati dietro le quinte.

Clemente ci spiega che Docebo ha anche un team AI, che si occupa di far fruttare i dati gestiti dal suo gruppo di lavoro per rendere migliore l’esperienza sia per i docenti che per gli studenti. Il lavoro di entrambi i team punta a fondere semplicità e personalizzazione. E usa l’AI per combinare questi valori, che altrimenti sarebbero agli antipodi.

Più possibilità per i formatori

Clemente ci spiega che l’intelligenza artificiale generativa permette di aiutare nella creazione dei contenuti formativi due tipi di insegnanti: sia chi ha un background nel mondo dell’educazione e della comunicazione, sia chi invece ha competenze tecniche specifiche. “Finora il contenuto viene creato da persone con un background specifico nel mondo dell’educazione, e anche per loro l’AI semplifica la vita, permettendo di creare contenuto più personalizzato in meno tempo. Ma abilita anche un’altra categoria di persone, quelli che chiamiamo i subject matter expert, che non hanno un background in scienze della comunicazione ma conoscono meglio di chiunque altro la materia. La nostra piattaforma li guida nella creazione di contenuti che siano fruibili dagli utenti finali, in maniera semplice. Il primo strumento AI lo chiamiamo Human Editor, il secondo AI Designer“.

Fidarsi dell’AI: inspectability, explainability, overridability

Se l’intelligenza artificiale apre nuove frontiere quando si parla di formazione, permettendo di modulare corsi e contenuti in base alle esigenze degli studenti, affidarsi all’AI per compiti delicati come la valutazione a fine corso potrebbe sollevare comprensibili dubbi nelle aziende clienti. Come possono essere sicure che il giudizio dato da un algoritmo sia corretto e affidabile? “Ci sono tre concetti importanti che danno fiducia all’utente finale: inspectability, explainability e overridability, risponde Clemente.

Intervista a giacomo clemente docebo

Il manager ci spiega che nei classici quesiti a crocette non ci sono solitamente problemi: c’è l’opzione giusta e quella sbagliata. Ma nelle valutazioni più complesse, come nelle risposte aperte e addirittura in quelle audio o video, bisogna assicurarsi che l’AI non abbia allucinazioni. In questi casi, i tre criteri citati da Clemente fanno la differenza.

Inspectability significa essere capaci di vedere cosa sta facendo l’AI, che tipo di variabili sta utilizzando. Explainability significa motivare perché, utilizzando quel metodo di paragone, ha poi dato quel tipo di valutazione. Deve spiegare cosa ritiene sia stato fatto di sbagliato, di giusto, di impreciso. Infine, l’overridability: non è mai solo l’AI che valuta senza altri metodi di controllo, c’è sempre la possibilità di superare la valutazione automatica da parte umana, andando a controllare le fonti e le risposte direttamente.” Insomma, l’AI non sostituisce il giudizio umano, ma lo supporta in modo trasparente, spiegabile e sempre sotto supervisione.

Se è vero che per la valutazione c’è bisogno di controllare il lavoro dell’AI, anche in questo caso la personalizzazione diventa un valore aggiunto. “Non si può valutare un elefante su come scala un albero” scherza Clemente. Quindi, durante le fasi di apprendimento Docebo raccoglie i dati per poi testare gli utenti sulle loro lacune, sui punti di forza. Una valutazione su misura, come su misura è l’apprendimento.

Snowflake e Docebo: Giacomo Clemente sull’AI Data Cloud per l’apprendimento

Naturalmente, per alimentare algoritmi di AI servono dati, tanti dati. Ed è qui che entra in gioco la partnership strategica tra Docebo e Snowflake. Snowflake è infatti la piattaforma su cui Docebo ha costruito la propria architettura di gestione dei dati generati dai tantissimi utenti che ogni giorno seguono i corsi sulla piattaforma in tutto il mondo.

Abbiamo presentato lunedì il nostro utilizzo di Snowpipe e Snowpipe Streaming, in particolare utilizzando le Dynamic Tables, racconta Clemente. “Abbiamo sviluppato una soluzione interna per arrivare al dato con la più bassa latenza possibile. […] Snowpipe è perfetta perché è rapidissima e praticamente no-code, spostando l’effort del team di engineering sulla fase iniziale di ragionamento con sviluppatori e product manager. Poi tutto il resto lo fa Snowflake. Con le Dynamic Tables, il dato viene modellato, creato e aggiornato subito quando arriva, a latenza bassissima, senza dover toccare nulla. Basta eseguire delle buone regole all’inizio e tutto in cascata sarà molto semplificato”.

Snowflake Data Cloud Summit 2024 intervista a Sunny Bedi

Ma la collaborazione con Snowflake non si sente solo nella raccolta dati: anche l’AI generativa e la condizione fanno la differenza. “Utilizziamo praticamente tutte le feature di Snowflake. Stiamo creando delle pipeline con Cortex e utilizziamo tantissimo il Data Sharing perché è una modalità sicura e semplice per condividere i dati con i nostri clienti”.

Innovare per insegnare

Anche in qualche chiacchiera informale prima dell’intervista, Giacomo Clemente ci ha confermato che la collaborazione di Docebo con Snowflake funziona bene non solo per l’utilità delle tecnologie, ma anche per il comune interesse nell’innovazione. “Vogliamo sempre essere all’edge of technology. Quindi avere un interlocutore interessato a migliorare in tutti questi aspetti e a creare una piattaforma innovativa ci aiuta moltissimo, conferma Clemente.

“Abbiamo clienti dall’impronta internazionale, a cui dobbiamo assicurare che i dati restino protetti e nella region in cui sono stati generati. Ma al tempo stesso, quando arriva una nuova feature vogliamo che arrivi in tutto il mondo allo stesso tempo. E poi abbiamo liste di oggetti enormi, da tantissimi clienti diversi. Poniamo a Snowflake sfide complesse, con use case e richieste molto sfidanti e ci piace vedere che si sentono stimolati e sono pronti a rispondere”.

Formazione fra dati e AI: la sfida innovativa di Docebo

Giacomo Clemente ci spiega che l’offerta di Docebo, che mette dati e AI al servizio della formazione aziendale, sta incontrando l’interesse di aziende di ogni dimensione, “sia grandi che piccole aziende, anche se le grandi tendono ad essere un po’ più conservative” per questioni di governance e sicurezza. E quindi l’azienda nata a Macherio sta continuando a crescere.

La personalizzazione dell’offerta formativa e della valutazione sembra giocare un ruolo fondamentale in questa evoluzione continua. E la sinergia tra la piattaforma di LMS e l’AI Data Cloud di Snowflake rende queste tecnologie più efficaci e semplici da implementare. Potete trovare maggiori informazioni su Docebo sul sito ufficiale.

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Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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