Seguendo quella che ormai sta diventando un’abitudine per molte multinazionali, Oracle ha proposto alla stampa una sintesi di ciò che è successo al suo evento annuale a Las Vegas: l’Oracle CloudWorld, calandolo nel contesto della situazione italiana. Questa settimana siamo stati ospiti di Oracle per ripercorrere gli annunci del 2024 e avere un quadro del futuro sul nostro territorio.
Degli annunci più importanti ne abbiamo già parlato su queste pagine durante lo svolgimento dell’evento. Quello che però Oracle ha potuto dare in questa occasione è stato uno sguardo d’insieme. Una visione complessiva che rende più chiara la strategia su medio-lungo periodo della multinazionale.
La situazione italiana
Nel nostro Paese, Oracle sta vivendo un periodo molto positivo e di forte crescita su più fronti. Ce lo ha detto la Country Manager Carlota Alvarez Pedreira.
Alvarez definisce la situazione attuale “un momento felice per l’azienda”. Ammette però anche che si tratta di uno stato acquisito grazie a un lungo e faticoso lavoro durato anni e che ha portato Oracle sulla cresta dell’onda della trasformazione digitale.
I risultati finanziari annunciati durante il Cloud World hanno superato le aspettative. Parliamo di una crescita di oltre il 20% per il settore cloud, del 45% per la parte di infrastruttura e di più del 10% per le applicazioni.
In Italia, se consideriamo che l’anno fiscale si è chiuso a maggio, il trimestre estivo è tipicamente quello più tranquillo per oracle. Nonostante questo, anche localmente la situazione sta andando molto bene. Fanno da testimone gli accordi e i progetti annunciati in questo periodo. Si parla infatti di aprire una seconda cloud region dedicata attraverso accordi stipulati con il Polo Strategico Nazionale e TIM Enterprise. Questa nuova region punterà a dare supporto alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione sia centrale che locale. Alla region dedicata se ne affianca anche un’altra pubblica, a Torino sempre in collaborazione con TIM, che va ad aggiungersi a quella aperta a Milano nel 2021.
Stiamo scrivendo un pezzo di storia della digitalizzazione italiana
Carlota Alvarez Pedreira, Country Manager di Oracle Italia
Dopo l’intervendo del Country Manager si sono susseguiti a parlare Michele Porcu (VP Business Value Services e Strategies EMEA), Andrea Sinopoli (VP & Cloud Tech Country Leader), Mario Nicosia (Technology Software Country Leader) e Giovanni Ravasio (VP & Cloud Applications Leader).
Il database come pietra angolare
Se c’è un prodotto per cui Oracle è leader indiscusso a livello di large enterprise, è il suo database. Oracle Database rappresenta, con i sistemi Exadata, il prodotto di punta della multinazionale. Con la transizione verso le tecnologie cloud, Exadata ha smesso di essere venduto solo come sistema on-premise per diventare anche un servizio in cloud. Oracle ha offerto per lungo tempo Exadata all’interno di OCI e si è poi adattata in varie forme alla generazione del cloud ibrido. Oggi, con la visione di una Internet fatta di cloud interconnessi, Oracle ha fatto il passo successivo.
Lo scorso anno si è parlato a lungo dell’annuncio in cui lo stesso Larry Ellison, CTO di Oracle Corporation, ci diceva dell’inserimento di Exadata all’interno di Azure, il cloud di Microsoft. Prossimamente, lo stesso servizio sarà fruibile anche attraverso Google Cloud e AWS. Ovvero, sarà possibile fare provisioning di un sistema Exadata, con gli standard di Oracle, attraverso il sistema cloud dei maggiori hyperscaler; indipendentemente da chi è il nostro fornitore. Si aprono quindi interessanti scenari relativi al fatto di avere sicurezza intrinseca per il dato e una maggiore semplicità di trasporto dei dati verso un diverso hyperscaler in caso di cambio del fornitore. Tutto questo, però, non è stato a costo zero. Oracle, infatti, ha dovuto riprogettare completamente la sua architettura cloud durante gli ultimi 6 o 7 anni.
Quanto detto si colloca in una visione già espressa da Ellison per cui, se Internet diventa un contenitore di sistemi cloud interconnessi, allora bisogna portare i dati dove servono: vicino al cliente. Qualcuno lo definisce anche un tema di logistica del dato.
L’intelligenza artificiale come filo conduttore
L’altro grande trend emerso dalla sintesi degli annunci di Oracle al CloudWorld 2024 è quello dell’intelligenza artificiale, soprattutto vista nella sua accezione generativa.
Il discorso parte facendo notare che Oracle fa uso di intelligenza artificiale già da prima che diventasse di moda. A onor del vero, l’azienda ha iniziato a parlare di database autonomo, ovvero senza il bisogno di intervento umano, nel 2017. Probabilmente, i tempi non erano quelli giusti per dire che una AI sarebbe stata in grado di prendersi cura del database di una azienda; ma, di fatto, il sistema era quello.
È anche vero però che Oracle offre ai suoi clienti stack applicativi completi per coprire le loro necessità. Fornisce tutto quanto: dall’infrastruttura all’applicazione di front-end. Pertanto, con l’affermarsi della AI generativa, questa è stata utilizzata a supporto di tutto lo stack; non solo per il database. Per cui, visti anche gli annunci fatti, la ritroviamo oggi dall’infrastruttura, con, ad esempio, lo Zero Trust Packet Routing, fino alle applicazioni con Oracle APEX. APEX, in particolare, è un sistema no-code con cui è possibile realizzare (generando il codice) applicazioni estremamente verticali per automatizzare i processi aziendali. In questo modo, gli specialisti si possono concentrare sui risultati lasciando all’AI tutto il resto.
Dove punta l’AI di Oracle
Nel 2024, Oracle punta particolarmente l’attenzione dell’AI sugli aspetti di security, sia per quanto riguarda la sicurezza dei dati, sia per l’identity security. Autonomous Database, preso ancora una volta ad esempio, punta a eliminare l’operatore umano in modo tale da azzerare la probabilità di errore e aumentare il livello di sicurezza. Per quanto riguarda l’identity security, invece, c’è il tema molto spinoso della gestione e dell’uso dei dati biometrici per l’autenticazione. Un aspetto sempre più pervasivo, visti i trend che puntano all’eliminazione delle password per gli utenti.
Nel suo portfolio, Oracle prevede più di cento agenti già addestrati e molto verticalizzati che i clienti possono mettere in campo con una personalizzazione limitata. Questo approccio ha l’indubbio vantaggio di mantenere i dati sotto il controllo del cliente; poiché l’addestramento è già stato fatto e perché i modelli possono essere eseguiti interamente sui suoi sistemi.
Appuntamento a CloudWorld Tour 2025
L’appuntamento con Oracle è al CloudWorld Tour del prossimo anno. Dopo il grande successo dell’edizione 2024, con più di 2000 visitatori, la tappa di Milano viene confermata. L’evento è già in calendario per il 18 marzo 2025.
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