Il mercato italiano dei Data Center ha raggiunto nuovi apici nel 2023, con 23 organizzazioni, di cui 8 nuove società sul suolo italiano, che hanno annunciato l’apertura di 83 nuove infrastrutture entro il 2025. Questi e altri importanti dati e ciò che è emerso nella mattinata di mercoledì durante l’evento dell’Osservatorio Data Center. Promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e presentate all’evento “Data Center Economy: l’Italia a un punto di svolta”.
Osservatorio Data center: L’Italia si trova di fronte un opportunità irripetibile, non va sprecata
Questo tumultuoso sviluppo rappresenta un’opportunità senza precedenti per l’Italia, con un potenziale di investimento fino a 15 miliardi di euro entro la fine del 2025. Tuttavia, la mancanza di normative specifiche per il settore potrebbe rappresentare un freno significativo a questa crescita esplosiva. Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Data Center ha dichiarato: “Questi fondi ingenti avranno un impatto rilevante sul territorio. Infatti, dalle filiere locali che si occuperanno dei cantieri, fino ai comuni che ne beneficeranno per potenziare i servizi ai cittadini. Allo stesso modo, queste infrastrutture critiche rappresentano le fondamenta per lo sviluppo dei mercati digitali nazionali. Queste posizionano il Paese come un polo di riferimento all’interno della rete di calcolo europea, in un momento di massima attenzione alla gestione del dato e alla Cloud sovereignty.”
Per crescere come Paese è fondamentale sfruttare al massimo le risorse che abbiamo
Il valore del mercato della colocation dei Data Center in Italia ha raggiunto i 654 milioni di euro nel 2023. Segnando un aumento del 10% rispetto all’anno precedente. Con condizioni favorevoli, si prevede che questo valore possa più che raddoppiare entro il 2025. Tale crescita non è solo un beneficio per il settore dei Data Center, ma anche, come accennato in precedenza, dai comuni che vedranno migliorati i servizi offerti ai cittadini. Durante la conferenza sono intervenuti diversi esponenti di grandi aziende. Tra questi troviamo Daniele Pasinelli, District Heating Innovation Manager di A2A, il quale ci ha illustrato come sia possibile sfruttare il calore prodotto dai data center per riscaldare le abitazioni. Questo grazie a degli investimenti in grossi sistemi di teleriscaldamento che permettono di non sprecare quel calore.
Milano, con la sua potenza infrastrutturale di 184 MW in Data Center, si posiziona come il principale polo nazionale, anche se ancora lontano da metropoli come Francoforte. Tuttavia, Milano sta emergendo come un punto di interesse nel panorama europeo dei Data Center, superando città come Madrid e Varsavia. Questo spostamento dell’attenzione sugli emergenti ecosistemi Data Center europei è attribuibile a diversi fattori, tra cui la decentralizzazione dell’ecosistema Cloud e l’attenzione politica sulla sicurezza dei dati.
Nuova fase del mercato colocation nel nostro Paese
La crescita dei Data Center in Italia non solo contribuisce all’espansione territoriale, ma crea anche un significativo impatto nel mercato della colocation. La disponibilità di spazi nei Data Center, che vanno da pochi metri quadri a interi edifici, si traduce in una nuova fase di sviluppo per il mercato colocation italiano.
Proprio per questo Luca Dozio, Direttore dell’Osservatorio Data Center ha dichiarato: “Siamo oggi di fronte ad un punto di svolta del mercato colocation italiano. Se il sistema Paese sarà in grado di confermarsi un’area attrattiva potrà più che raddoppiare le sue dimensioni entro il 2025 e toccare 1,4 miliardi di euro. Fermarsi a questi numeri potrebbe però essere riduttivo. L’indotto generato da queste infrastrutture è ancor più rilevante se guardiamo ai mercati digitali italiani che potranno svilupparsi ulteriormente grazie agli investimenti in arrivo. Grazie a questo sarà possibile riportare nel nostro Paese parte del valore che ad oggi è veicolato su ecosistemi esteri più sviluppati.”
L’importanza di un piano regolatorio per il settore dei Data Center
Tuttavia, nonostante le prospettive promettenti, l’Italia deve affrontare alcune sfide significative. La mancanza di riconoscimento regolatorio specifico per il settore dei Data Center crea una chiarezza normativa insufficiente, rallentando il processo di apertura di nuove infrastrutture. Questo problema si riflette nei lunghi tempi di attesa e nella complessità delle interazioni con le istituzioni, che coinvolgono enti comunali, centrali e ministeriali. Affinché l’Italia possa sfruttare appieno il suo potenziale, è cruciale stabilire una normativa specifica per i Data Center, delineando un processo chiaro e coinvolgendo le autorità in modo efficiente.
Inoltre, la crescita prevista di Data Center con una potenza superiore a 10 MW richiede un adeguamento delle reti elettriche nazionali per garantire la fattibilità di tali progetti. Proprio come ha ribadito Enrico Maria Carlini, Responsabile Pianificazione del Sistema Elettrico e Autorizzazioni di Terna. Il quale sostiene che è fondamentale ampliare le reti elettriche per far fronte a questa crescita. Una stretta collaborazione tra gli attori del mercato e le autorità è essenziale per allineare aspettative e obiettivi di crescita.
L’Italia e la sua crescita negli ultimi anni
L’Italia, negli ultimi anni, ha colmato il divario infrastrutturale nei Data Center, con Milano e Roma in posizioni di rilievo. Tuttavia, il paese deve lavorare sodo per creare un ambiente attrattivo per gli investitori, rendendo l’Italia un fulcro dell’infrastruttura digitale europea e mediterranea. Conclude Marina Natalucci, Direttrice dell’Osservatorio Data Center. “Nei prossimi due anni, questa crescita sarà ancor più significativa ma potrà realizzarsi solo se il sistema Paese riuscirà a creare le condizioni per cui investire in Italia sia realmente attrattivo per gli attori del mercato. Questo richiederà un lavoro di ecosistema tra istituzioni e imprese che potrà rendere l’Italia un punto cardine dell’infrastruttura digitale a livello europeo e soprattutto nell’area mediterranea.”
In definitiva, la conferenza ha sottolineato che il futuro dei Data Center in Italia è intrinsecamente legato all’innovazione, alla sostenibilità e alla collaborazione. Solo attraverso un impegno costante verso la ricerca di soluzioni avanzate e sostenibili, l’Italia può consolidare la sua posizione come polo di riferimento nell’infrastruttura digitale europea. Mantenendo un equilibrio vitale tra crescita economica e responsabilità ambientale.
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“Tuttavia, la mancanza di normative specifiche per il settore potrebbe rappresentare un freno significativo a questa crescita esplosiva.”
Ma a quali normstive si riferisce l’articolo.
In Italia ci sono eccome: Regole Tecniche cogenti (Codice Appalti che definisce i contenuti dei progetto o il Nuovo Codice Antincendio che contiene la procedura per la valutazione del Rischio Incendio – dato di base fondsmentale per la definizione del BoD) e norme volontarie: UNI CEI, ETSI.,
Il punto è questo, le norme italiane/europee vengono soventemente ignorate (per ignoranza dei progettisti) eluse o al più interpretate per convenienza: ” Il Cliente vuole questo …..” e così sia …..
Si ricorre spesso agli standard USA tipo TIA e NFPA, per fare un po’ come gli pare.
Altro punto Il Committente dovrebbe subentrare al Cliente. E già perché il Cliente ha sempreragione il Committente NO!
Questa situazione porta che il valore più ricercato in una Società di Ingegneria è la compiacenza. Il trionfo della BANCARELLA di Ingegneria!!!!