Ah, l’estate! Il mare, le giornate sotto l’ombrellone, le passeggiate in montagna, le gite al lago… e i blackout. Sì perché l’estate porta con sé il caldo. E più fa caldo, più siamo portati ad accendere condizionatori, ventilatori e tutto ciò che può rinfrescare l’ambiente. Questo però ci fa aumentare i consumi, cosa che non solo si ripercuote sulla bolletta ma anche sulla stabilità della rete elettrica. E quindi eccoli lì, i blackout che paralizzano edifici, quartieri e città.
Accanto al disagio dettato dall’assenza di energia elettrica però troviamo anche un pericolo piuttosto rilevante: quello di rovinare gli apparecchi elettronici che popolano i nostri uffici o, ancora peggio, di perdere dati importanti, nostri o dei clienti che si sono affidati a noi.
La soluzione però esiste e si chiama gruppo di continuità, o UPS.
Che cos’è un gruppo di continuità?
Un gruppo di continuità o UPS (Uninterruptible Power Supply) è un dispositivo che posizionate tra l’impianto elettrico e i dispositivi tech che utilizzate abitualmente. Classicamente i computer.
A cosa serve? In realtà possono svolgere due diverse funzioni:
- permettono di continuare ad alimentare i vostri device in caso di blackout, seppur per pochi minuti;
- consentono di regolarizzare la corrente in entrata, eliminando quindi sbalzi e picchi di tensione.
Le diverse tipologie di UPS
“Possono svolgere” perché in realtà non tutti gli UPS fanno entrambe le cose. Le funzionalità infatti dipendono dalla tipologia. Attualmente esistono tre tipi di gruppi di continuità:
- Offline (o stand-by): sono i modelli più economici, più compatti e adatti principalmente a singoli dispositivi. Il funzionamento non è particolarmente complesso: quando la tensione rilevata è sopra una determinata soglia, utilizzano l’impianto di casa per alimentare gli apparecchi connessi, mentre quando è al di sotto entra in funzione la batteria che può così fornire corrente ai dispositivi collegati. Ha però un limite: ci mette qualche millisecondo ad entrare in funzione, il che lo rende inefficace in caso di disturbi o sbalzi di tensione.
- In-line: anche questo gruppo di continuità richiede qualche millisecondo per entrare in funzione ma in compenso può contare su un regolatore di tensione che compensa eventuali difetti.
- Online: sono i modelli più cari e più ingombranti ma l’attivazione è istantanea, cosa che gli permette di essere abbinato anche ai dispotivi particolarmente delicati. Tenete presente però che consuma di più, perché i filtri EMI, quelli che permettono di annullare eventuali sbalzi e picchi di tensione, sono costantemente attivi.
Ok, ma come funziona un gruppo di continuità?
Una domanda assolutamente legittima.
Per rispondere però facciamo un passo indietro e rispondiamo ad un altro quesito: com’è fatto un UPS?
Ovviamente non sono tutti uguali, anche perché andiamo da device casalinghi a gruppi di continuità industriali che sostengono l’attività di interi edifici. Di base però abbiamo tre elementi: il convertitore AC, la batteria e il filtri EMI.
Il convertitore è quello che permette di trasformare la tensione alternativa in tensione continua; la batteria è il posto in cui viene accumulata l’energia, mentre i filtri EMI sono, come anticipato, quelli che ci proteggono dalle anomalie come gli sbalzi di corrente.
Come funzionano? Come abbiamo anticipato sono dei mediatori, quindi li troviamo a metà strada tra l’impianto elettrico e l’apparato (o gli apparati) che volete proteggere.
Quando non sono chiamati in causa, utilizzando l’energia elettrica per accumulare energia nella batteria. Quando salta la luce, entrano in funzione per permettere ai dispositivi collegati di continuare a funzionare per un periodo limitato. E “limitato” in questo caso significa circa 10 minuti. In sostanza vi consentono di effettuare il corretto spegnimento del device evitandogli così qualche shock.
Come scelgo un gruppo di continuità o UPS?
Sono diversi i parametri da considerare per l’acquisto di un gruppo di continuità ma niente panico e andiamo con ordine.
Potenza
È il primo aspetto da considerare e purtroppo non esiste un’unità di misura univoca. In commercio infatti troverete l’espressione della potenza sia in Watt che in Voltampere.
Il Watt è la misura meno utilizzata per gli UPS ma è la più affidabile ed è quella che indica la potenza attiva. Il Watt inoltre ha un chiaro vantaggo sul Voltampere. Provate a pensare alle apparecchiature che avete a casa: la maggior parte di loro ha una potenza espressa in Watt; questo significa che sommando i watt richiesti dai vostri device potete capire qual è la potenza totale da coprire. Se in tutto avete, ad esempio, 600 Watt, potrete acquistare un UPS da 750 Watt.
Il Voltampere è più utilizzato e viene sfruttato per misurare la potenza apparente, o teorica. La buona notizia è che potete ricavare i Watt dai VA. Tranquilli, non è una formula matematica complesso. Tendenzialmente vi basta moltiplicare i VA per il fattore di potenza medio, che di solito è intorno a 0,6 o 0,7.
Per fare un esempio pratico:
1000 VA x 0,6= 600 Watt
Autonomia
Questo è forse il parametro più semplice da valutare, anche perché come vi abbiamo anticipato l’autonomia di solito si attesta intorno ai 10 minuti. Sembra poco, è vero, ma vi lascia tutto il tempo di salvare i dati e spegnere il PC.
Ingressi
Non tutti gli UPS hanno gli stessi ingressi, quindi prima dell’acquisto dovete assicurarvi che ci siano quelli che fanno al caso vostro. Ma quali sono le possibilità?
- Schuko: la classica presa tedesca, quella che vi permette tendenzialmente di collegare un po’ tutti i dispositivi elettronici. Un’unica nota: non è detto che siano tutte collegate alla batteria, il che significa che in caso di interruzione avrete dei dispositivi che continuano ad andare e altri invece che si spengono subito.
- IEC 320 C13: il nome è complesso ma in realtà avete visto questo ingresso una marea di volte. È quello che di solito collega l’alimentatore del PC o del monitor alla rete. In questi casi probabilmente avrete bisogno di un adattatore, singolo o a ciabatta.
- USB: alcuni gruppi di continuità hanno una singola presa USB (tendenzialmente di tipo A) che potete collegare al PC e che si occupa di monitorare lo stato del computer. Esistono anche UPS dove l’USB-A consente al gruppo di continuità di salvare i dati e spegnere il PC in autonomia.
- RJ45 e RJ11: ebbene sì, ci sono prodotti che permettono di collegare anche telefono, modem o fax.
- Batterie: sul mercato trovate UPS che consentono di collegare batterie aggiuntive per aumentare l’autonomia. Non è una porta particolarmente diffusa e normalmente la trovate sui modelli di fascia alta.
Gli altri elementi da considerare
Concludiamo con caratteristiche meno essenziali ma comunque utili in fase di selezione e acquisto.
Prima di tutto la rumorosità. Non è un parametro che trovate sulla scheda tecnica abitualmente quindi in questo caso il suggerimento è quello di cercare recensioni del prodotto online. È vero che in ufficio il ronzio dell’inverter potrebbe essere facilmente sovrastato da tutti gli altri rumori e passare inosservato ma è anche vero che qualcuno potrebbe trovarlo fastidioso.
Il secondo aspetto è il display. Non tutti gli UPS ne hanno uno ma, quando presente, vi aiuta a capire lo stato del vostro gruppo di continuità in un attimo.
Concludiamo con le funzionalità un po’ più avanzate, quelle legate alla porta USB che permettono, come anticipato, la diagnostica, il monitoraggio o lo spegnimento del PC in caso di problemi. Non è detto vi servano ma sappiate che ci sono modelli che offrono queste funzionalità, utili soprattutto se state cercando di salvaguardare dati importanti.
Il prezzo
Sul mercato trovate una marea di UPS, con prezzi che vanno da 50 euro agli oltre 1.000 euro.
La regola fondamentale è semplice: scegliete un prodotto adatto alle vostre esigenze.
Spendere tanto non significa acquistare necessariamente il prodotto migliore. Magari quello specifico modello è sovradimensionato per voi.
Tenete quindi in considerazione tutti gli altri parametri che abbiamo elencato, considerate ciò che volete fare con il vostro nuovo gruppo di continuità e poi scegliete quello più adatto.
UPS vs Power Station
Prima di suggerirvi qualche UPS da acquistare urge fare una precisazione importante.
Probabilmente l’avrete già intuito ma è utile ribadirlo: un gruppo di continuità non è una power station.
L’UPS è un dispositivo che protegge gli apparecchi connessi e vi da il tempo necessario ad eseguire la corretta procedura di spegnimento.
La Power Station invece è una stazione di ricarica portatile quindi al suo interno abbiamo una maxi-batteria che può alimentare anche per ore uno o più dispositivi, rimanendo completamente separati dalla rete elettrica.
Quale fa per voi? In realtà non si escludono a vicenda.
L’UPS protegge i dispositivi elettronici ma, una volta spenti, non avrete la corrente per alimentarli.
La Power Station non ha questo ruolo ma in compenso può darvi energia utile quando salta la luce, in attesa che nell’ufficio o nel palazzo torni la corrente.
Gruppi di continuità o UPS: quale comprare?
A questo punto dovreste avere tutti gli strumenti per scegliere un gruppo di continuità. Per coloro che hanno ancora qualche dubbio o non vogliono passare ore a cercare online, abbiamo deciso di fare una piccola selezione e consigliarvi 4 modelli che potrebbero tornarvi utili in ufficio.
VulTech UPS650VA-LITE
Il VulTech UPS650VA-LITE è un gruppo di continuità offline da 360 Watt, dotato di prese Schuko e con funzione Overload che gli permette di controllare la tensione e gestire il carico.
- Potenza 650 va (360 w)
- 2 prese bipasso/schuko
- Protezioni avr, overload
Tecnoware UPS ERA PLUS 750
Spendendo qualcosa di più potete puntare al Tecnoware UPS ERA PLUS 750. È un gruppo di continuità in-line, da 750 VA con stabilizzatore di tensione interno. Anche qui però le prese sono solo 2.
Legrand Bticino UPS LG-310082
Il Legrand Bticino UPS LG-310082 si presenta con 800 VA di potenza, fino a 15 minuti di autonomia, 6 prese Schuko e uno stabilizzatore elettronico efficace contro i disturbi della rete elettrica.
- UPS Keor Multiplug gruppo di continuità con tecnologia line interactive
- Controllo tramite CPU ed equipaggiato con una batteria al piombo di tipo ermetico regolata da valvola
- Dotato di stabilizzatore elettronico (AVR) interno, assicura un'efficace protezione ai carichi collegati, contro i disturbi della rete elettrica
- Appendibile a parete grazie al supporto in dotazione
APC Back-UPS ES BE850G2
520 W di potenza, 8 prese Schuko (6 delle quali collegate alla batteria) e 2 porte di ricarica USB per smartphone e tablet per APC Back-UPS ES BE850G2.
- Apc back-ups fornisce un backup di batteria e protezione da sovratensioni, ideale per le tue apparecchiature domestiche e d'ufficio
- 8 uscite totali: 6 con backup di batteria e protezione da sovratensioni, 2 con sola protezione da sovratensioni
- 2 porte di ricarica USB: carica veloce, type a c per smartphones e tablets
- Protezione della linea dati da sovratensioni, salvaguarda la strumentazione e i files da scariche che viaggiano lungo la linea dati
- Contenuto dell'imballo: back-ups be850g2-it, manuale d'uso
APC Back UPS PRO BR1600SI
Rimaniamo in casa APC con il Back UPS PRO BR1600SI da 1600 VA/960 Watt. In questo caso abbiamo il display LCD; ben 8 porte IEC e naturalmente la regolazione automatica della tensione.
- La serie APC Back-UPS PRO offre backup di batteria e protezione da sovratensioni per PC ad alte prestazioni, reti, dispositivi di archiviazione esterni, console di gioco e altri dispositivi elettronici
- Interfaccia LCD: chiara e di immediata lettura, fornisce informazioni sullo stato dell'UPS e dei carichi ad esso collegati
- La regolazione automatica della tensione (AVR) corregge le fluttuazioni dell'alimentazione per continuare a lavorare anche in presenza di sovratensioni e sottotensioni senza utilizzare la batteria
- 8 uscite (IEC) - 6 uscite con backup di batteria e protezione da sovratensioni - 2 uscite con protezione da sovratensioni; onda sinusoidale pura in uscita
- Include: APC Back UPS Pro, manuale d'uso, software di Shutdown
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