Iniziano gli eventi di SAP #MeetAgain, appuntamenti sul territorio per parlare con le aziende: prima tappa Bergamo, nella sede di Confindustria di Kilometro Rosso. Un’occasione per parlare di Transizione 4.0, patendo dal PNRR e dalle altre possibilità per le aziende che vogliono cambiare passo. Analizzando come funzionano i Digital Innovation Hub Lombardia, partendo anche dal lavoro innovativo di aziende come Minifaber e Carlo Erba Reagents di DASIT Group. Per poi capire con Adriano Ceccherini come SAP stia facendo da motore dell’innovazione per aziende anche di medie dimensioni.
SAP #MeetAgain, il primo appuntamento a Confindustria Bergamo
Una volta scesi nell’auditorium di Confindustria Bergamo, nella sua nuova sede presso il Kilometro Rosso, ci siamo seduti comodi con il taccuino alla mano per due ore di interviste che danno un quadro interessante del panorama della trasformazione digitale. Il primo di una serie di eventi di questo genere che si susseguiranno nelle prossime settimane.
Prende parola per primo Franco Canna, direttore di Innovation Post e giornalista del Network Digital360. Che traccia un po’ il contesto in cui si trovano le aziende pronte a digitalizzarsi. Non si può iniziare dal PNRR, che stanzia diversi miliardi di euro per il nostro Paese, divisi in sei missioni. Canna spiega come da quel tesoretto l’imbuto che arriva alle imprese si stringe notevolmente. Ma ci sono anche fondi come Horizon Europe, Digital European Program e molti altri fondi che possono aiutare le imprese ad innovare.
Ma qualsiasi cifra non basa se non si parte dalle esigenze e non si investe nel modo giusto.
Il ruolo dei DIH (Digital Innovation Hub)
La prima intervista sul palco è quella con Gianluigi Viscardi, CEO di COSBERG ma anche Presidente del DIH Lombardia e Responsabile del Coordinamento Nazionale della rete dei DIH di Confindustria. Quella dei Digital Innovation Hub è una soluzione pensata per mettere in rete questo “Paese di condomini”, con un coordinamento nazionale dei 22 DIH. Che possono così vantare organizzazione nazionale (con Confindustria che ha già stanziato 9 milioni di euro dalle quote associative) ma anche capillarità. Infatti, per esempio, il DIH lombardo è diviso in nove territori.
Per Viscardi l’imprenditore italiano “è sempre più solo” e ha quindi bisogno di un aiuto. Una sorta di “medico di base” che aiuti a capire quali sono le esigenze di innovazione con un assessment (in media sulle 20 ore). Ne sono già stati fatti 2.000 e 125 nella sola Bergamo. Che possono portare a diverse altre soluzioni. Fra cui anche la possibilità di “prestare” un manager, che aiuta le aziende nella transizione digitale. Il DIH lombardo ha già messo in piedi 30 di queste esperienze, con cinque manager che sono poi stati assunti dalle PMI che hanno aiutato.
Queste operazioni servono alle aziende a capire quali sono i problemi e agire in maniera strategica. Se si prendono i soldi per l’innovazione per comprare macchinari che non servono, oppure se non si investe anche nella formazione dei dipendenti, i fondi non creano valore.
Minifaber e Derga si raccontano a SAP #MeetAgain
La seconda intervista vede al centro un’interessante realtà del territorio, operativa dal 1960. Minifaber lavora a freddo lamiere, progetta stampi ed è leader nel settore, fornendo semilavorati e prodotti ad aziende note a livello internazionale. L’HR Manager Angela Melocchi è anche parte della terza generazione della proprietà, che negli anni arriva a lavorare 11 tonnellate di metallo all’anno.
Melocchi ha spiegato che lavorando per conto terzi, con 350 dipendenti fra uffici e fabbriche, la transizione digitale all’inizio sembrava spaventosa. Per questo hanno avviato un programma con Derga, il cui Direttore Innovation Fausto Casartelli era sul palco per spiegare le sfide e i risultati di questo passaggio.
Minifaber si trova ora nel terzo anno della sua transizione. All’inizio hanno capito le esigenze e come creare valore con il digitale. La decisione dopo l’assessment è stata rivoluzionaria: ogni aspetto della società, dalla manifattura all’HR, dovrà muoversi con SAP. Melocchi scherza dicendo che l’unico a cui non hanno dovuto spiegare un nuovo programma è il padre, che fa il presidente.
A tre mesi dal Go Live del nuovo CRM, con un nuovo sistema digitale per gestire l’HR e soprattutto diverse ore di formazione, Melocchi spiega che i primi risultati iniziano già a vedersi. Ma soprattutto il lavorare alla standardizzazione delle procedure a portato l’azienda a passare “dall’essere tante navi specializzate che navigano da soli, a essere un’unica flotta“.
Casartelli spiega che non c’è una ricetta unica per tutte le aziende, per questo servono le consulenze. Ma la standardizzazione dei processi è una chiave per l’impresa di domani. “La specializzazione non sempre paga”.
Carlo Erba Reagents e Altea UP
Sul palco sono poi saliti Angelo Fracassi, il presidente di DASIT Group, insieme a Jolanda Osnago Gadda della Direzione Marketing di Carlo Erba Reagents e Francesco Angelotti, l’Industry Director di Altea UP. Fracassi ha iniziato parlando della storia di oltre 160 anni di Carlo Erba Reagents. Ma anche della sua storia, da perito chimico a presidente di questo gruppo internazionale, DASIT Group, che dal 2013 gestisce Carlo Erba Reagents.
Spiega che quando hanno iniziato a gestire la storica società la situazione era complessa: le forniture di reagenti e macchinari da laboratorio erano stagnanti, serviva recuperare. Ma anche guardare al futuro. Osnago Gadda spiega che ora Carlo Erba Reagents con SAP ha normalizzato la gestione dei dati e ha anche introdotto un e-commerce per i “clienti interni” (ossia i commerciali dell’azienda) e per il segmento B2B.
E anche se il presidente Fracassi scherza dicendo “ho pianto 6-7 mesi dopo l’introduzione di SAP”, spiega che “oggi non potremmo farne a meno“.
Francesco Angelotti spiega che la sfida più complessa è stata la necessità di soddisfare le esigenze delle varie countries, specialmente considerata la rigida legislazione del settore dei reagenti chimici. Hanno quindi dovuto lavorare per stare vicino alle best-practice di SAP, nate dai tantissimi dati raccolti dall’azienda in diversi settori, pur restando abbastanza flessibili da gestire esigenze tanto disparate.
L’innovazione di filiera
Pierluigi Petrali, Direttore di DIH Lombardia, e Giulio Guadalupi, Presidente del DIH Lombardia Antenna Bergamo, continuano un discorso già ribadito da DASIT. Si tratta della questione della digitalizzazione della supply chain. Un concetto che risulta fondamentale per la questione sicurezza, per la valorizzazione dei dati e logistico.
Per questo motivo i DIH lombardi stanno conducendo anche delle assessment di filiera, non solo sulle singole aziende. I dati in questo caso sono meno, ma già 6-7 analisi sono andate a buon esito. Ma la questione è anche culturale: sempre di più i capi-filiera stanno valutando che serve che anche i fornitori siano moderni e digitali.
Petrali e Guadalupi introducono poi il progetto GaiaX, di cui SAP è fra i fondatori, che prevede un cloud europeo. Con struttura per condividere i dati e sfruttarne il potenziale. Ma anche regole chiare per la gestione, invece di affidarsi ai provider singoli. Con investimenti macro di questo tipo e gli investimenti delle medie aziende aiutate dai DIH (in media gli interventi vanno dai 15 mila ai 50 mila euro), la rivoluzione digitale sta prendendo piede. Ma servono strategie condivise e interventi precisi.
SAP #MeetAgain, quello che serve alle aziende
Adriano Ceccherini, il Direttore Midmarket e Canale di SAP Italia e Grecia, ha chiuso la serie di interviste della tappa bergamasca di #MeetAgain. E le domande di Franco Canna lo portano a parlare delle esigenze dell’aziende che chiedono a SAP di digitalizzare la propria impresa.
Ceccherini sottolinea che sono tre le grandi richieste che aziende di ogni dimensioni chiedono: efficientamento, miglioramento dei processi e definizione di nuovi modelli di business. Ma un valore da non sottovalutare è la garanzia della continuità di business, che soprattutto con le aziende che lavorano nel B2B diventa fondamentale. E non ultimo il valore della sostenibilità, sempre più richiesto lungo tutta la supply chain. Ceccherini spiega se è vero che si può innovare senza badare all’ambiente, non si può investire in sostenibilità senza investire in digitalizzazione.
Ma tutte queste esigenze rendono possibili nuovi modelli di business, aiutati da programmi come RISE with SAP. Infatti le best practice raccolte in 50 anni da SAP, in 25 diversi fattori permette una contaminazione positiva, che porta a standardizzare ed efficientare i processi. Non si tratta solo di digitalizzare, ma di trovare la ricetta per ammodernare il proprio business, sfruttando l’esperienza di partner come SAP e il lavoro di istituzioni quali i DIH.
Nei prossimi mesi SAP #MeetAgain tornerà a Bologna (28/04), Milano (04/05) e Padova (25/05). Potete scoprire di più sul sito di SAP.
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