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La sostenibilità alla base dell’e-commerce: lo shopping consapevole secondo iF Returns

La gestione dei resi risulta essere una delle sfide più significative per i brand, poiché hanno conseguenze sia sulla logistica sia sull'ambiente.

Consumatori e aziende prestano sempre più attenzione nei confronti della sostenibilità ambientale. Questa attenzione è declinata in molteplici ambiti, incluso lo shopping online negli e-commerce, abitudine ormai consolidata anche in Italia (+13% dal 2022 al 2023). In quest’ottica, iF Returns – piattaforma SaaS che aiuta i merchant a ridurre i rimborsi degli acquisti online trasformandoli in cambi e nuove vendite – ha delineato una fotografia dell’attuale stato dell’arte in termini di e-shopping grazie al suo nuovo “Sustainability Report”, ovvero un report sulla sostenibilità in ambito di shopping digitale. 

Il report di iF Returns mette in luce l’attenzione alla sostenibilità degli e-commerce

Con il diffondersi dell’utilizzo dell’e-commerce e, più in generale, dello shopping online, aumenta di conseguenza la percentuale dei resi. In Italia siamo a un tasso medio di reso circa del 20% degli acquisti online, che arriva anche al 60% in Paesi in cui l’abitudine è più consolidata come la Germania. E proprio la gestione dei resi risulta essere una delle sfide più significative per i brand, poiché hanno conseguenze sia sulla logistica sia sull’ambiente.

Il processo dei resi genera, infatti, emissioni inutili, contribuisce all’eccessivo accumulo di scorte nei magazzini e alla duplicazione degli imballaggi. Inoltre, l’intensificarsi del numero di tratte e la lunghezza dei viaggi che compiono i prodotti, tendono a congestionare il traffico, aumentano le emissioni e i costi operativi dei business.

La sostenibilità negli e-commerce urge nell’ambito fashion

Il settore del fashion è quello che aumenta il numero dei resi secondo quanto emerso dal report di iF Returns, più di tutti gli altri: quando un capo non calza bene o come dovrebbe, il consumatore non ci mette nulla a impacchettare nuovamente il capo per rispedirlo a destinazione e sceglierne magari un altro.

In base all’analisi condotta da iF Returns, si evince che attualmente i resi e i cambi frutto degli acquisti online generano nel mondo circa 23 milioni di tonnellate di CO2 l’anno, ossia l’equivalente delle emissioni annuali di 5 milioni di automobili.

L’industria della moda contribuisce significativamente a questa situazione. Basti pensare che nel settore fashion, meno dell’1% dei capi viene riciclato: ogni secondo un camion carico di indumenti viaggia verso la discarica oppure il suo contenuto viene bruciato. Infine, solo il 20% dei rifiuti tessili vengono effettivamente riutilizzati o riciclati.

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La soluzione nell’intelligenza artificiale, ecco come

L’intelligenza artificiale può essere impiegata nel semplificare l’ottimizzazione dei processi logistici e la gestione dell’inventario, riducendo così gli sprechi e migliorando la lettura dell’analisi dettagliata dei dati. Inoltre, l’IA è in grado di supporta le aziende a comprendere i modelli e le modalità di reso, così come a identificare i prodotti soggetti a restituzione e a prendere decisioni informate per ridurre al minimo l’impatto ambientale.

Non solo, l’IA consente una riduzione dei costi associati alla logistica inversa potenziando l’efficienza e l’accuratezza dei processi di restituzione, riparazione, riutilizzo e riciclo. E ancora: ’impiego di software che calcolano i carichi e l’impronta di carbonio consente di comprendere i danni causati dall’attività e di prendere decisioni informate per ottimizzare i percorsi di trasporto e i carichi.

Riformulare gli approcci tradizionali all’e-commerce

Il panorama attuale della logistica dei resi all’interno del mercato europeo richiede un ripensamento degli approcci tradizionali. È cruciale focalizzare l’attenzione sulla sostenibilità e l’efficienza. L’incorporazione dell’intelligenza artificiale si delinea come uno strumento vitale, offrendo vantaggi quali maggiore efficacia e costi ridotti, più soddisfazione per il cliente e limitazione dell’impatto ambientale,” spiega Marcello S. Valerio, Co-Founder di iF Returns.

“In particolare, minimizzare i resi comprendendo le motivazioni dei clienti attraverso l’analisi dei dati e offrire incentivi per il mantenimento della produzione, contribuisce a una potenziale riduzione delle emissioni di CO2. Inoltre, anche la promozione dei resi in negozio o nei punti di ritiro, limitando significativamente quelli a domicilio, favorisce la riduzione dell’inquinamento. Infine, una gestione smart delle scorte, contiene i potenziali sprechi,” concludeS. Valerio.

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Autore

  • Roberta Maglie

    Amante di cinema, serie tv, tecnologia e video games, mi piace approfondire la cultura pop attraverso il battere delle mie dita sulla tastiera del MacBook. La laurea in Comunicazione mi ha dato la spinta per buttarmi nel mondo del giornalismo, regalandomi così l’opportunità di riflettere sui temi più disparati.

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