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Le nuove normative UE sulle batterie: un cambiamento necessario, ma non senza ostacoli

L’entrata in vigore del regolamento UE 2023/1542 rappresenta una svolta significativa nel settore delle batterie industriali, con nuove normative che hanno l’obiettivo di garantire maggiore trasparenza e sostenibilità lungo tutto il ciclo di vita. 

Il nuovo regolamento, che sostituisce la precedente direttiva 2006/66/CE, impone una serie di requisiti che i produttori devono soddisfare entro tempi rigorosi, pena l’esclusione dal mercato. Per capirne di più, abbiamo chiesto a Roberto Romita, Industrial Key Account Manager di Sparq, di spiegarci le nuove regole.

Batterie industriali: cosa cambia con le nuove normative UE?

Uno degli aspetti principali di questa normativa è l’obbligo di marchiatura CE, che diventerà operativo già dal 18 agosto 2024. Da questa data, ogni batteria immessa sul mercato europeo dovrà essere certificata non solo per la sicurezza e la qualità, ma anche per il suo impatto ambientale, inclusa la valutazione dell’impronta carbonica. Questo rappresenta un passo importante verso una maggiore responsabilità ambientale da parte delle aziende, ma comporta anche sfide significative, soprattutto per quanto riguarda il calcolo accurato delle emissioni di carbonio associate alla produzione e al trasporto delle batterie.

Oltre alla marcatura CE, il regolamento richiede che tutte le batterie con una capacità superiore a 2 kWh o un peso superiore a 5 kg siano accompagnate da un “passaporto della batteria”. Quest’ultimo include dettagli sulla loro impronta carbonica. Questo obbligo, che si applica anche ai pacchi batteria utilizzati nei sistemi di accumulo di energia (BESS) e nel settore automotive, mira a promuovere una maggiore circolarità e sostenibilità nel mercato delle batterie.

Lo scenario italiano

Se da un lato queste normative rappresentano un progresso, dall’altro si scontrano con le complicazioni burocratiche e le sfide economiche che caratterizzano il panorama italiano. Nel nostro paese, l’adozione dei sistemi di accumulo energetico è spesso frenata da iter autorizzativi complessi e lunghi, che possono richiedere dai sei ai dodici mesi per essere completati. Questi ostacoli burocratici si sommano alle difficoltà strutturali della rete elettrica nazionale, che in alcune aree non è ancora in grado di supportare adeguatamente la re-immissione di energia da fonti rinnovabili.

Nonostante queste difficoltà, l’Italia continua a registrare una crescita significativa nel mercato dei BESS, trainata in parte dagli incentivi governativi. Nel 2023, il nostro paese ha installato quasi 4 GWh di capacità di storage fotovoltaico, un incremento del 90% rispetto all’anno precedente, che ha portato l’Italia al secondo posto in Europa dopo la Germania. Questo trend positivo è destinato a continuare, con previsioni che parlano di un aumento di oltre sette volte della capacità installata entro il 2030.

In conclusione, mentre le nuove normative UE rappresentano un passo avanti verso una maggiore sostenibilità, il loro successo dipenderà dalla capacità delle aziende di adattarsi ai nuovi requisiti e di superare le barriere burocratiche. Per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030, sarà fondamentale non solo sensibilizzare ulteriormente il settore industriale e residenziale, ma anche snellire le procedure amministrative e migliorare le infrastrutture esistenti.

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Autore

  • Marco Brunasso

    Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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