L’ultima frontiera nel prevenire accessi fraudolenti tramite dispositivi connessi, sia in ambito aziendale, sia in ambito domestico è la biometria vocale. Questa tecnologia proposta da Nuance è in grado di riconoscere il parlato dal vivo rispetto alle registrazioni fraudolente, unico modo per abbattere il rischio di furto di impronte vocali.
Biometria vocale la più sicura
Infinity Research, ha stimato che l’utilizzo della biometria vocale come metodo di autenticazione per accedere ai vari dispositivi sia molto più sicura rispetto ai metodi utilizzati maggiormente in questo periodo, quali, scansione del volto, dell’impronta digitale o dell’iride. Sempre secondo Infinity Research utilizzando la biometria vocale si possono prevenire il 90% delle frodi in un canale in voce e oltre l’80% delle frodi in un canale mobile.
Come funziona l’autenticazione vocale
L’autenticazione biometrica vocale di Nuance sfrutta più di 100 caratteristiche del parlato che sono proprie di ciascun individuo. Dagli attributi puramente fisici passando per quelli comportamentali che includono accento, pronuncia o anche la velocità della conversazione, questi fattori determinano in modo univoco la “voce” di chi deve accedere al proprio dispositivo. Nel caso un cybercriminale dovesse quindi violare un database di impronte vocali dei clienti, i dati non possono essere convertiti in voci utilizzabili per “hackerare” account. E se venisse rubata una registrazione della voce, ci pensa la tecnologia di rilevamento del playback di Nuance a non validare l’audio in entrata nel caso verifichi che se si tratta di una registrazione fraudolenta piuttosto che di un parlato dal vivo. Eventuali impronte vocali o registrazioni sono quindi inutili per gli hacker, anche qualora il database dell’azienda venisse violato.
Biometria vocale sempre più utilizzata
Molte banche, venditori di beni on-line e società che emettono carte di credito stanno valutando la biometria vocale come metodo di autenticazione per accedere ai vari account. Addio quindi a PIN e password, visto che da settembre 2019 nell’Unione Europea per molti dei pagamenti online che superano i 30 euro sarà richiesta un’autenticazione a più fattori, quindi con l’introduzione sempre più massiccia di tecnologie come la scansione dell’iride, dell’impronta digitale, il riconoscimento del volto e, appunto, la biometria vocale.
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