L’intelligenza artificiale è una tecnologia che sta riscuotendo molto successo in tutti i settori dell’industria, compreso il settore della logistica. Ma quali sono i vantaggi che l’intelligenza artificiale porta a questo settore, e quali “trappole” le aziende logistiche dovrebbero evitare nell’implementazione di questa tecnologia? Ce ne parla il professor Raffaele Ghedini, presidente di Oikyweb.
Maggiore visibilità dei processi logistici grazie all’intelligenza artificiale
La diffusione dell’intelligenza artificiale all’interno del settore della logistica sta trasformando alcuni processi operativi, aumentandone l’efficienza e riducendone i costi.
Infatti, grazie all’AI, è possibile effettuare analisi e monitoraggio in tempo reale dei processi di produzione, così da avere una visione completa e costantemente aggiornata dell’intera catena di approvvigionamento. Ciò permette di identificare potenziali problemi prima che essi si verifichino, di intervenire tempestivamente per correggerli e ridurre al minimo la probabilità di commettere errori.
Inoltre, l’intelligenza artificiale può essere impiegata nella manutenzione predittiva dei veicoli e degli strumenti, in quanto è in grado di analizzare i dati raccolti e prevedere quando potrebbe verificarsi un guasto. Con gli insight forniti dagli algoritmi AI, è possibile quindi programmare interventi di manutenzione ed evitare che i mezzi restino fermi con un conseguente aumento dei costi di riparazione.
Non dimentichiamo che l’AI può anche essere un valido alleato per la sicurezza. Basti pensare a come questa tecnologia può analizzare immagini e video per monitorare gli accessi o le attività nei magazzini e nei centri di distribuzione e mettere in luce comportamenti pericolosi o intrusioni.
I prossimi passi? L’integrazione con i sistemi IoT e il miglioramento dei sistemi di gestione dei trasporti
Negli anni a venire, per aumentare ancora di più l’efficienza dei processi logistici, ci si aspetta una crescente integrazione dell’intelligenza artificiale con i dispositivi Internet of Things (IoT).
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La fusione di queste due tecnologie creerà una rete logistica intelligente, in grado di raccogliere dati dettagliati su ogni fase dei processi, analizzare ed ottimizzare i flussi e rendere più precisa la tracciabilità delle merci, riducendo gli sprechi.
Inoltre, si prevede che in futuro l’intelligenza artificiale avrà un impatto positivo sui sistemi di gestione dei trasporti. Tuttavia, Ghedini avvisa che ciò sarà possibile solo se le aziende avranno la possibilità di accedere a enormi quantità di dati e di informazioni che tutt’ora non sono disponibili, a causa della scarsa digitalizzazione di queste e della tendenza, da parte dei gestori di rete, di mantenerle private.
Facciamo però attenzione a come implementiamo l’intelligenza artificiale
Il professor Ghedini avvisa le aziende di non cadere nella “trappola” della spinta mediatica dell’intelligenza artificiale, che può portare le imprese del settore della logistica a implementare soluzioni AI solamente perché si pensa di non poterne fare a meno. È importante studiare a fondo questa tecnologia, capirne le implicazioni per l’azienda e sviluppare le competenze adeguate per poi far fruttare gli investimenti sostenuti.
Se non si supera prima una fase di documentazione e analisi approfondita dell’intelligenza artificiale, si rischia lo spreco di risorse, e la perdita di un’opportunità senza precedenti per rendere molte operazioni non solo più efficaci, ma anche più efficienti e sostenibili.
A sostegno di quest’ultima affermazione, Ghedini riporta come in Oikyweb sono attivi due progetti focalizzati sull’implementazione concreta dell’AI: uno sulle soluzioni di imballo e protezione dei prodotti durante la movimentazione, e uno sull’ottimizzazione dei giri, il cosiddetto route-planning.
In particolare, il primo ha già dato un miglioramento della resistenza all’impatto superiore al 7% a parità di materiali impiegati, il secondo un miglioramento della riduzione di anidride carbonica superiore al 10%. Nonostante si tratti di temi molto specifici, essi hanno implicazioni importanti sia per l’efficacia dei processi di produzione e gestione, sia per l’ambiente.
“Come si vede dunque, già da due piccoli esempi come questi, è fondamentale definire esattamente l’obiettivo di una applicazione, strutturare con precisione le fasi di analisi del problema e di sviluppo delle soluzioni, e risultati concreti sono già ottenibili. Ma se invece si aprono grandi progetti, non ben qualificati, solo sull’onda della pressione mediatica, si rischiano veri e propri disastri. Fortunatamente, però, mi pare che le imprese siano finora molto attente” conclude il professor Ghedini.
Per maggiori informazioni, vi invitiamo a visitare il sito web ufficiale di Oikyweb.
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