Il mercato dei data center in Italia sta crescendo a vista d’occhio, ma quali potrebbero essere i loro sviluppi nel futuro prossimo? Quali sfide potrebbero attendere queste realtà che via via si fanno sempre più fondamentali? Il recente ingresso di Enel nel settore e le iniziative di colossi come Microsoft evidenziano l’urgenza di affrontare queste criticità chiave al fine di sfruttare appieno il potenziale di questo settore strategico.
Quest è parte del punto di vista di Luca D’Alleva, Head of Service for Cost Management Italia, Spagna e Portogallo di BCS Italia che, con il supporto del lavoro del Politecnico di Milano tramite il suo apposito Osservatorio, ha analizzato quali potrebbero essere le future sfide dei Data Center in Italia.
Data Center: il futuro in Italia, tra sfide e opportunità
Le difficili sfide da affrontare per il futuro dei Data Center in Italia
L’aumentare della domanda di energia elettrica dei data center, ancora di più esacerbato dalla diffusione del cloud computing e dell’intelligenza artificiale, è una sfida complicata per l’Italia. Come emerge dai dati dell’Osservatorio Data Center del Politecnico di Milano, il consumo di energia dei data center globali potrebbe raggiungere il 4% del totale mondiale entro il 2030, e ciò aumenterebbe di molto la pressione sulle reti elettriche nazionali.
Alcune aziende stanno esplorando soluzioni innovative, come l’utilizzo di reattori nucleari modulari per alimentare i data center. Questa strategia potrebbe sia ridurre le emissioni di CO₂ sia migliorare l’efficienza energetica, ma è necessario un approccio equilibrato al fine di conciliare innovazione e sostenibilità ambientale.
L’importanza di una normativa ad hoc
Uno degli ostacoli principali rimane l’assenza di un quadro normativo specifico per i data center, come sostenuto da Luca D’Alleva. Attualmente, queste infrastrutture sono classificate come edifici industriali generici, e ciò non può che causare incertezza e numerose lungaggini burocratiche. La definizione di una normativa ad hoc è essenziale per agevolare nuovi investimenti e migliorare l’attrattività del mercato italiano.
Una normativa efficace dovrebbe includere procedure semplificate per l’apertura di nuove strutture e incentivi per l’allacciamento all’alta tensione. Senza interventi tempestivi, l’Italia rischia di perdere terreno rispetto a Paesi che investono in modo più deciso in questo settore.
L’esempio di Enel: la trasformazione di un settore
Enel ha proposto la riconversione di centrali dismesse in infrastrutture per l’elaborazione dati. Ciò rappresenta un’importante innovazione per l’ecosistema energetico e digitale del Paese. Questo modello potrebbe creare un network sostenibile e interconnesso, in modo da offrire nuove opportunità per il settore, riducendo così l’impatto ambientale.
Secondo Luca D’Alleva, questa iniziativa ha il potenziale di rafforzare la posizione dell’Italia come hub tecnologico. Ma le sfide non mancano, a partire dall’alto costo dell’energia elettrica in Italia, che pone il Paese in una posizione svantaggiata rispetto ad altri stati europei come Francia e Germania.
Milano come polo strategico
Con 184 MW di potenza energetica nominale, Milano si conferma il principale hub italiano per i data center, superando città emergenti come Madrid e Varsavia. Il capoluogo lombardo attrae sempre più colossi tecnologici, tra cui Microsoft, che ha annunciato nuovi investimenti in infrastrutture cloud e intelligenza artificiale.
Roma, sebbene ancora lontana dai numeri di Milano, sta iniziando a emergere come secondo polo infrastrutturale del Paese, rafforzando l’importanza della distribuzione geografica per la resilienza del sistema.
Marina Natalucci, Direttrice dell’Osservatorio Data Center, ha dichiarato quanto segue: “Nel corso degli ultimi anni, l’Italia ha iniziato a colmare il proprio gap infrastrutturale nell’ambito dei Data Center. Da una parte, Milano e Roma si stanno consolidando come polo primario e secondario del Paese. Dall’altra, zone del territorio, storicamente poco o per nulla servite, si stanno popolando di infrastrutture, anche di più piccola dimensione, in grado di rispondere a specifiche esigenze funzionali.”
Ella infine conclude: “Nei prossimi due anni, questa crescita sarà ancor più significativa ma potrà realizzarsi solo se il sistema Paese riuscirà a creare le condizioni per cui investire in Italia sia realmente attrattivo per gli attori del mercato. Questo richiederà un lavoro di ecosistema tra istituzioni e imprese che potrà rendere l’Italia un punto cardine dell’infrastruttura digitale a livello europeo e soprattutto nell’area mediterranea.”
L’opportunità per l’Italia
L’Italia, come afferma Luca D’Alleva, Head of Service for Cost Management Italia, Spagna e Portogallo di BCS Italia, ha l’opportunità di affermarsi come leader nel settore dei data center, grazie a un mix di investimenti strategici, innovazioni tecnologiche e posizionamento geografico favorevole. Tuttavia, per realizzare questo obiettivo, è necessario affrontare con urgenza le sfide normative ed energetiche, garantendo uno sviluppo sostenibile e competitivo.
Un approccio coordinato tra aziende, istituzioni e investitori sarà la chiave per sfruttare appieno le potenzialità di questo comparto cruciale per la trasformazione digitale del Paese.
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