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Scuole chiuse e didattica a distanza: gli strumenti per gli insegnanti

Tante scuole ancora non si sono attrezzate per l'insegnamento a distanza ma in realtà basta poco.

Settimana scorsa ci siamo occupati di smart working pensando a tutti coloro che lavorano in aziende, uffici, agenzie e studi privati. Insomma, a chi può svolgere comunque il proprio dovere anche da casa, sostituendo buona parte della comunicazione che viene fatta di persona con quella digitale. 

Poi è successa una cosa. Qualche giovanissimo membro della redazione mi ha detto “Sai che la mia università sta organizzando le lezioni su Meet?“. E Meet, che è opera di Google, non l’abbiamo considerata nella nostra maxi-guida dedicata allo smart working, eppure è un’ottima alternativa per gli studenti. 

Ecco quindi che ci siamo trovati di fronte ad una nuova domanda ma anche ad una nuova necessità: come possono gli insegnanti sopperire alla chiusura delle scuole e delle università? Con la tecnologia! La stessa – o quasi – che permette a molti altri di parlare con colleghi e clienti. 

Budget limitato? Non è importante

Didattica A Distanza ComputerLa prima preoccupazione è sempre quella: il budget. Ed è giusto così.

Non ha senso spendere cifre esagerate per un periodo di tempo limitato, ma è bene dotarsi di tutto il necessario. Di base vi serviranno gli stessi elementi che servono a tutti i nuovi smart worker:

  • un computer 
  • una webcam 
  • un microfono

In alternativa potete puntare su smartphone e tablet, sacrificando però un po’ di comodità e qualche opzione. 

Andiamo però con ordine.

Ok il computer, ma quale?

La risposta è semplice: qualunque!

Se non insegnate CAD o software particolarmente pesanti, il problema non si pone. Qualsiasi PC può servire allo scopo, basta che sia in grado di reggere una videochiamata di gruppo o di elaborare una presentazione in Power Point e il gioco è fatto. 

Ricordatevi che dovete parlare con i vostri studenti. Non lanciare missili nello spazio. 
Anche caratteristiche tecniche tipiche dei dispositivi di fascia bassa vi permettono di raggiungere l’obiettivo senza difficoltà.

Una piccola precisazione: quando parliamo di PC, intendiamo qualsiasi genere. Può essere un notebook o un PC Desktop. Entrambi possono garantirvi le performance di cui avete bisogno.

La differenza la fanno gli accessori.

Un laptop integra già tutto: tastiera, trackpad, webcam, microfono e display. È quindi piuttosto autonomo e questo vi farà spendere qualcosina di più in prima battuta ma metterà a vostra disposizione una macchina completissima.

Se decidete di puntare su un computer fisso, ricordatevi che dovrete procurarvi anche tutto il resto. Niente accessori costosi, ma puntate a quelli ergonomici o che prestano particolarmente attenzione alla vostra salute. Ecco qualche principio generale da seguire:

  • il mouse deve essere prima di tutto confortevole, quindi dimensioni generosi e spazio per appoggiare il pollice;
  • il mouse verticale è una realtà consolidata e previene il tunnel carpale, quindi non escludetelo solo perché ha una forma insolita;
  • la tastiera con il poggiapolsi è meglio di quella tradizionale;
  • scegliete un monitor che abbia il filtro per la luce blu, vi aiuta a preservare la vista.
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Webcam e microfono: sono tutti uguali?

Se avete optato per un computer fisso, dovrete procurarvi una webcam. Non vi serve nulla di futuristico ma assicuratevi che trasmetta almeno in Full HD per permettere agli studenti di vedervi bene mentre spiegate la lezione del giorno. 

E il microfono? Sì, è integrato. Sia nelle webcam tradizionale che nei notebook ma non fateci troppo affidamento. Spesso l’audio che restituiscono non è all’altezza della situazione. Cosa fare? Potete optare per un headset wireless, che può garantirvi libertà di movimento, oppure usare le stesse cuffie che siete soliti utilizzare con lo smartphone.  In ogni caso otterrete risultati più che soddisfacenti. 

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Se non ho un computer, cosa faccio?

Non tutto è perduto. 

Avere un PC – di qualsiasi genere – vi apre possibilità che difficilmente avreste con altri strumenti: potete condividere file, mostrare il vostro schermo, vedere chiaramente tutti i vostri studenti (o quasi) e gestire in maniera più efficace l’andamento della lezione. 

Nella sua versione base però una lezione frontale non ha bisogno necessariamente di supporti visivi aggiuntivi. Insomma, nei primi anni 2000, quando andavo a scuola, le presentazioni Power Point e gli strumenti informatici erano praticamente inesistenti. Nel migliore dei casi c’era la lavagna luminosa. Eppure, qualcosa l’ho imparata comunque. I vostri studenti possono fare lo stesso.

È qui che entrano in gioco smartphone e tablet. Entrambi vi permettono di effettuare videochiamate usando le principali piattaforme in commercio, quindi non preoccupatevi. Le vostre lezioni sono salve.

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Le migliori piattaforme per le videochiamate

didattica a distanza videochiamateCome accennavo poco sopra, una lezione non ha bisogno di troppi fronzoli. In teoria basta ascoltare l’insegnante, il che si tradurrebbe in una classica chiamata. Il mio consiglio però è quello di optare per le videochiamate e la ragione è piuttosto intuitiva: potete capire subito chi sta attento, vedere chi si distrae e cogliere al volo i segni della noia. Tutti elementi che non solo vi aiutano a valutare gli studenti ma anche a correggere il tiro qualora la lezione risultasse effettivamente troppo pesante.

La domanda a questo punto è: quali piattaforme uso? Ve ne consiglio 3.

Skype

videochiamata skype zoom smart workingÈ indubbiamente quello più conosciuto, anche perché è in circolazione dal 2003. La versione classica prevede fino a 50 partecipanti per volta e può essere usata sia su PC e Mac sia su smartphone e tablet di qualsiasi genere. 

A disposizione avete anche la condivisione dello schermo, che risulta particolarmente utile se dovete mostrare una presentazione, un file o delle immagini agli alunni. Potete inoltre inviare ogni genere di file, così condividere il materiale è ancora più semplice.

A chi è adatto?
Rispetto al suo diretto concorrente – di cui parleremo tra poco – Skype prevede una condivisione più imprecisa (si parla solo di schermo intero e non di singole finestre) e prevede un minor controllo sui partecipanti. Se quindi avete classi rumorose da controllare e se volete essere certi di mostrare solo determinati elementi, probabilmente non fa al caso vostro. Al contrario, se siete abituati a studenti tranquilli e pronti ad ascoltarvi, potrebbe svolgere perfettamente il compito.

Zoom

Check point ZoomZoom per me è una scoperta relativamente recente. Non perché non lo conoscessi, ma perché prima della diffusione del coronavirus non l’avevo mai usato molto. In realtà vanta una serie di funzioni davvero interessanti. Prima di tutto potete avere fino a 100 persone contemporaneamente, il che lo rende adatto anche ai corsi universitari. In secondo luogo avete il controllo totale degli utenti collegati e infine potete condividere singoli file, finestre, porzioni dello schermo, l’intero display o persino una lavagna bianca. 

Volete vedere i compiti di tutti? Potete farlo! Zoom consente infatti lo sharing simultaneo. 

Ma non è finita qui. Potete anche registrare le lezioni, così da conservarle o renderle disponibili in seguito per chiunque volesse rivederle o per eventuali assenti.

A chi è adatto?
Zoom, anche in questo caso disponibile su computer e dispositivi mobile, è perfetto per chi cerca il controllo totale, ma anche per coloro che vogliono rendere le lezioni più interattive, sollecitando la partecipazione attiva degli studenti.
Anche in questo caso la versione base è gratis. Potete avere strumenti e funzionalità aggiuntive optando per le versioni avanzate a pagamento. 
Vi segnalo, per dovere di cronaca, che normalmente Zoom impone un limite di 40 minuti per ogni videochiamata effettuata con l’account gratuito ma, in questo periodo, l’azienda ha deciso di eliminare questa barriera temporale.

Google Hangout Meet

Google Hangout MeetProbabilmente avrete già sentito parlare di Google Hangouts. Si tratta di un software di messaggistica nato nel 2013 e disponibile su Android, iOS e tramite browser.

Meet è una sua naturale evoluzione, una versione potenziata e inclusa nei pacchetti G Suite e G Suite for Education. Prevede fino a 250 utenti contemporaneamente, è disponibile sia su PC che su mobile ed è stato recentemente aggiornato proprio per venire incontro alle esigenze degli insegnanti. Cosa è cambiato? Ora solo l’utente che ha creato il meeting può mutare i partecipanti e rimuoverli, così da evitare le interferenze degli alunni meno disciplinati.

Ovviamente non manca la condivisione di documenti e dello schermo, come d’altronde prevedono anche gli altri due tool.

A chi è adatto?
L’alto numero di partecipanti previsto lo rende indubbiamente adatto alle lezioni universitarie più tradizionali, quelle con decine di studenti e poco interazione. 
Avete più di 250 studenti? Ci sono i live streaming! Potete infatti trasmettere tutto in diretta raggiungendo ben 100.000 persone. 

Compiti e materiali

didattica a distanza compitiLa scuola però non è fatta solo di lezioni. Una volta terminata la spiegazione infatti arrivano i compiti e lo studio. Qui le cose sembrano complicarsi ma, in realtà, è solo un’impressione. Esistono infatti strumenti online che possono aiutarvi anche a gestire questa parte del lavoro, strumenti progettati per facilitare la vita agli insegnanti e per supportare al meglio gli studenti. 

Due in particolare quelli che abbiamo deciso di prendere in esame: Google Classroom e WeSchool.

Google Classroom

Google Classroom appartiene sempre alla G Suite for Education, il che significa che, volendo, potrete unire questo strumento al già citato Hangouts Meet.

Ma a cosa serve Google Classroom?

In realtà le funzionalità sono parecchie, merito anche dalla sua capacità di combinare con Google Drive, Gmail e Calendar.

Potete quindi sfruttarlo per assegnare i compiti, per valutarli e per inserire persino dei suggerimenti in tempo reale. C’è poi una parte legata alla comunicazione, dove gli insegnanti possono inserire annunci e informazioni che gli studenti possono liberamente commentare. A loro volta gli alunni possono postare contenuti nello stream, contenuti che possono essere ovviamente moderati.

A questo aggiungete la divisione per materie e la condivisioni dei materiali e il gioco è fatto. Avete tutto quello che vi serve, sempre a portata di mano. Google Classroom infatti è infatti accompagnato dall’immancabile applicazione per iOS e Android, così potete usarlo anche da smartphone e tablet.

WeSchool

Una valida alternativa è rappresentata da WeSchool, una piattaforma che unisce video, articoli, quiz e documenti alle caratteristiche che normalmente associamo ai social media.

Come funziona? Prima di tutto il docente deve registrarsi e creare un gruppo. A quest’ultimo viene automaticamente associato un link che può essere poi condiviso con gli studenti. Nasce così la classe virtuale, uno spazio accessibile da qualsiasi dispositivo e in qualsiasi momento.

Quattro sono le aree che caratterizzano ogni gruppo.  La prima si chiama Wall ed è il luogo dedicato alla comunicazione tra alunni ed insegnante. La seconda scheda invece è la Board ed è progettata per creare lezioni, gestire i lavori di gruppo e condividere contenuti e lezioni. Qui potete inserire qualsiasi genere di file. C’è spazio per i file di Google Drive, per i video, le presentazioni, le mappe concettuali e molto altro.

Abbiamo poi Test, l’area dove i professori possono ideare gli esercizi. A disposizione dieci tipologie diverse di verifica, dalle risposte a scelta multipla ai videoquiz. Infine abbiamo il Registro, con grafici e statistiche che mostrano l’andamento della classe..

Tutto questo aiuta a creare un ambiente digitale interattivo e stimolante, dando agli studenti la possibilità di creare contenuti invece di assimilarli passivamente. 

Gli studenti possono inoltre sfruttare tutto ciò che viene caricato sulla piattaforma. Non solo dai propri insegnanti, ma da qualsiasi professore. La libreria di WeSchool infatti permette a tutti di accedere a lezioni, video, corsi ed esercizi. Un ottimo modo per approfondire un argomento o per chiarirsi le idee quando permane ancora qualche dubbio.

Le medesime risorse naturalmente possono essere sfruttate anche da altri docenti per animare le proprie classi o come base per dare vita a qualcosa di più complesso.

La quarantena è pesante per tutti

Adesso che avete tutti gli strumenti tecnologici necessari, non scordatevi però l’aspetto umano. La quarantena è pesante per tutti: per voi che dove approcciare nuovi strumenti, per gli studenti chiusi in casa, per i genitori che si affrettano a comprare il necessario. Non peggiorate quindi la situazione. Ricordatevi che ogni tanto è bene chiacchierare con gli alunni di attualità, chiedere come stia andando, cercare di andare incontro alle loro esigenze e sì, anche ricordargli che la scuola è importante e che è fondamentale continuare a studiare. Insomma, guidateli in questo periodo e cercate di essere severi ma giusti e comprensivi. 

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Autore

  • Erika Gherardi

    Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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