Lo scorso 26 novembre siamo stati ospiti di Nutanix AI & Data Summit, l’evento dell’azienda interamente dedicato all’intelligenza artificiale e ai dati. Nel corso della mattinata si sono susseguiti sul palco numerosi speaker, tra cui Benjamin Olivet, Country Manager, Leonardo Boscaro, Seur e Meda Leader, Jason Langone, Senior Director, Global AI Business Development, e Marco del Plato, Senior System Engineer Manager.
C’è tanto fermento intorno all’intelligenza artificiale. Un fermento alquanto giustificato, date le pressoché infinite applicazioni di questa tecnologia. Tuttavia, dati dimostrano che solo l’11% delle organizzazioni, a livello globale, hanno un elevato livello di adozione dell’intelligenza artificiale.
Il motivo? La difficoltà di implementazione di questa tecnologia. Del resto, ragioniamoci: per essere addestrata, l’AI ha bisogno di ingenti quantità di dati (puliti!), potenti piattaforme di calcolo e personale qualificato. In tutto questo, dimostrare il valore dell’intelligenza artificiale rimane una sfida per le organizzazioni.
A che punto siamo nell’adozione della GenAI?
In seguito all’intervento di apertura, condotto da Benjamin Olivet si sono approcciati al palco Pierpaolo D’Odorico e Giacomo Carlini di Datapizza. La loro domanda, a cui pensiamo abbiano egregiamente risposto, era una: a che punto è l’Italia nell’adozione dell’AI generativa?
Per rispondere alla domanda, il team di Datapizza ha condotto un sondaggio mirato a misurare il livello di conoscenza, competenze e percezione dell’intelligenza artificiale generativa. In totale, sono state raccolte le risposte di 3400 dipendenti di 26 aziende diverse.
I dati delineano uno scenario eterogeneo. Da un lato, strumenti consumer come ChatGPT e Copilot sono molto utilizzati anche in ambito aziendale, dall’altro la formazione è ancora molto carente. Quasi due terzi degli intervistati, infatti, hanno dichiarato di non aver mai assistito a corsi di formazione in ambito AI. La buona notizia è che, perlomeno, se ne vede il potenziale.
Fortunatamente, la maggior parte delle aziende italiane si rivela essere positiva riguardo all’adozione di strumenti AI, con una percentuale minima di scettici. Del resto, le aziende non possono più esitare: devono adottare questa nuova tecnologia, proprio come 50 anni fa è avvenuto per i computer personali.
Come dovrebbe essere utilizzata l’AI in ambito aziendale? Buona parte dei rispondenti ha dichiarato di avere interesse nell’utilizzarla per analizzare i dati e i documenti, che è uno dei punti di forza dell’intelligenza artificiale. Poco interesse invece per lavori più creativi, come creazione di immagini e scrittura.
Le opportunità dell’intelligenza artificiale, come stiamo vedendo ora, sono molte. Ma è importante coltivarne l’adozione in modo ponderato, per assicurarsi che tutta l’azienda possa beneficiarne. Questo stimolo di innovazione deve venire dal basso, con una stimolazione “bottom up”: non dalla C-suite, ma dai dipendenti.
Servizi, non semplice containerizzazione: la visione di Nutanix
Le aziende stanno vivendo momenti di grandi trasformazioni e innovazioni, prima con il cloud e ora con l’intelligenza artificiale. Ciò che Nutanix ha osservato è che le aziende oggigiorno hanno bisogno di servizi in modalità self-service e automatizzati: qui si collocano i servizi offerti dall’azienda.
L’obiettivo ultimo di Nutanix è quello di offrire una “everywhere cloud platform”, un servizio cloud immediatamente accessibile, altamente configurabile e flessibile. Il paradigma di Nutanix è quindi differente da quello di molte altre aziende simili, in quanto non mira a offrire semplice virtualizzazione, ma servizi concreti il più accessibili possibile.
Questo spostamento verso l’offerta di servizi concreti invece di una semplice piattaforma di containerizzazione è particolarmente importante nell’era dell’intelligenza artificiale. Infatti, le aziende hanno sempre più bisogno di analizzare dati non strutturati, il che comporta l’utilizzo di differenti tipologie di storage, di strutture di archiviazione e di tecnologie per la gestione dei dati.
Nutanix Enterprise AI e Data Robot: adottare l’intelligenza artificiale non deve per forza essere difficile
Uno scenario tipico: un’organizzazione ha deciso di lanciare dei workload AI on-premises. La prima scelta è quella di fare tutto in casa: allestire lo storage, i server, le GPU, capire cosa fare con Kubernetes e quant’altro. Ma se ci fosse un modo meno stressante per farlo? Qui si inserisce Nutanix Enterprise AI.
Nutanix Enterprise AI permette di ottimizzare l’approccio ai workload AI per i casi d’uso enterprise, grazie ai servizi gestiti e all’innovativa infrastruttura GPT-in-a-Box. Il tutto accessibile da un solo repository centrale e da una sola dashboard.
Nelle parole di Jason Langone: “Molte aziende hanno bisogno di un’infrastruttura che garantisca sicurezza e governance per proteggere la proprietà intellettuale generata dai modelli AI. Nutanix offre la possibilità di eseguire questi carichi di lavoro su risorse sotto il diretto controllo aziendale”.
Non solo virtualizzazione: Nutanix sta anche puntando molto sul Retrieval Augmented Generation (RAG), intelligenza artificiale alimentata da dati aziendali on-premise. Il servizio RAG di Nutanix, DataRobot, si inserisce sulle solide basi dell’ecosistema AI e cloud offerto da Nutanix, e permette alle aziende di ottenere ancora di più dai loro dati e dai loro sistemi AI.
- Rossi, Francesca (Autore)
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