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L’impatto positivo dell’AI sull’economia e sul mercato del lavoro

Ogni dollaro investito in progetti AI genererà un profitto di 4,60 dollari nell’economia globale, costituendo il 3,5% del GDP a livello mondiale entro il 2030. Ce lo dice una nuova ricerca condotta da IDC, dal titolo “The Global Impact of Artificial Intelligence on the Economy and Jobs“, che analizza l’impatto che questa tecnologia sta avendo sull’economia mondiale.

Ecco i risultati dell’indagine di IDC

L’intelligenza artificiale sta trasformando radicalmente il nostro modo di lavorare, studiare, vivere, e sta influenzando tutti i settori industriali a livello mondiale. Non sorprende, quindi, che il 98% dei leader aziendali veda l’AI come una priorità per le loro organizzazioni.

Come già riportato, secondo l’indagine, entro il 2023 ogni dollaro speso in soluzioni e servizi di AI per le aziende genererà 4,60 dollari nell’economia globale, in termini di effetti indiretti e indotti.

Ciò è dovuto a diversi fattori, come l’aumento della spesa per le soluzioni e i servizi AI, grazie all’accelerazione dell’adozione di questa tecnologia, e allo stimolo economico tra le aziende che adottano l’AI, che vedono benefici in termini di aumento della produzione e di nuovi flussi di reddito.

Inoltre, l’AI ha una vera e propria catena di approvvigionamento, come qualsiasi altro settore industriale, e ogni anello di questa catena beneficia direttamente della popolarità della tecnologia.

“Nel 2024, l’AI è entrata in una fase di sviluppo e implementazione accelerata, definita da un’integrazione diffusa che ha portato a un’impennata degli investimenti aziendali volti a ottimizzare in modo significativo i costi operativi e le tempistiche”, ha dichiarato Lapo Fioretti, Senior Research Analyst, Emerging Technologies and Macroeconomics, IDC. “Automatizzando le attività di routine e sbloccando nuove efficienze, l’AI avrà profonde conseguenze economiche, rimodellando i settori, creando nuovi mercati e modificando il panorama competitivo”.

L'AI automatizzerà solo le parti più ripetitive del nostro lavoro, lasciando spazio alla creatività ed espressività umana.

L’AI ci “ruberà” il lavoro?

Una domanda che è sulla bocca di tutti: è normale pensarlo, dato che l’AI sembra in grado di fare qualunque cosa, pure mansioni che sembravano essere possibili solo agli esseri umani. Eppure, la situazione non è così critica come molti pensano: l’AI automatizzerà solo le parti più ripetitive del nostro lavoro, lasciando spazio alla creatività ed espressività umana.

Infatti, stando ai dati di IDC, la maggior parte degli intervistati prevede che nei prossimi due anni alcune (48%) o la maggior parte (15%) parti del proprio lavoro saranno automatizzate dall’AI e da altre tecnologie, mentre solo una minoranza (3%) di dipendenti prevede che il proprio lavoro sarà completamente automatizzato dall’AI. Inoltre, questa tecnologia creerà nuove posizioni lavorative, come gli specialisti di etica dell’AI e gli ingegneri dei prompt dell’AI, come ruoli dedicati all’interno delle organizzazioni globali.

Non tutto il lavoro può essere automatizzato

IDC ritiene che ogni lavoro sia caratterizzato da un livello di “ripetitività dei compiti” e “intensità del tocco umano”. Ogni organizzazione potrà utilizzare queste due metriche per determinare quali ruoli saranno soggetti a una sostituzione completa con l’AI e l’automazione, e quali no.

Chi svolge una mansione che richiede capacità sociali ed emotive, come ad esempio l’assistenza infermieristica, non ha da preoccuparsi, in quanto quelle posizioni richiedono il “calore umano” che solo un’altra persona in carne e ossa può fornire.

“È comprensibile che siamo tutti curiosi di sapere se l’AI sostituirà il nostro lavoro”, ha dichiarato Rick Villars, Group Vice President, Worldwide Research, IDC. “Come ha detto un CEO intervistato da Andrea Siviero di IDC, ‘Sulla base di questa ricerca è chiaro che dovremmo chiederci come il nostro lavoro possa essere reso più facile e migliore dall’AI. L’AI non sostituirà il vostro lavoro, ma lo farà qualcuno che saprà usare l’AI meglio di voi”.

Per maggiori informazioni sull’indagine di IDC, vi invitiamo a visitare la pagina web dedicata.

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