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Ecco le 5 best practice per gestire al meglio le patch di sicurezza dei carichi di lavoro cloud

Non esiste un approccio unico alla gestione delle patch ma ci sono alcune procedure che si dovrebbero seguire

Un’analisi di Bitdefender a cura del Territory Account Manager Stefano Rossi rivela quali sono le procedure per gestire al meglio le patch di sicurezza dei carichi di lavoro cloud. Negli ultimi anni, le aziende, dalle più grandi alle più piccole, hanno migrato sempre di più i loro carichi di lavoro e le loro infrastrutture IT verso il cloud. Ed è per questo motivo che oggi il cloud computing è fondamentale per l’operatività delle aziende. Attualmente 8 aziende su 10 possiede una strategia multicloud già definita o in fase di creazione e si stima che l’82% dei carichi di lavoro aziendali risieda proprio nel cloud.

Un carico di lavoro cloud è un qualsiasi tipo di risorsa, servizio, capacità o quantità specifica di lavoro in esecuzione nel cloud. Può includere container, applicazioni, macchine virtuali e infrastrutture come servizio (IaaS). Con il passaggio delle aziende al cloud però, sono aumentate anche le minacce informatiche: la superficie di attacco si è ampliata in modo esponenziale, rendendo così più difficile la protezione da parte dei team della sicurezza. Per garantire la sicurezza negli ambienti IT ibridi e multicloud, le aziende hanno quindi bisogno di soluzioni integrate di gestione delle patch che siano compatibili e forniscano visibilità non solo sulle tecnologie on premise, ma anche su tutti i tipi di metodi e risorse di distribuzione dei carichi di lavoro nel cloud, dai database ai container, ai microservizi, alle macchine virtuali.

Le best practice per la gestione delle patch di sicurezza

I criminali informatici, mediante campagne di ransomware e cryptojacking, prendono sempre più di mira le infrastrutture di cloud pubblico e i sistemi Linux su cui sono basati la maggior parte degli ambienti cloud aziendali. Sia che utilizzino cloud pubblici o privati, o un mix di entrambi, le aziende con più distribuzioni di carichi di lavoro e risorse cloud come container, applicazioni o macchine virtuali, devono mantenerli tutti aggiornati con le patch e protetti da vulnerabilità e minacce zero-day. Le aziende che non adottano processi di gestione delle patch rigorosi e proattivi si espongono agli attacchi. Sebbene non esista un approccio unico alla gestione delle patch per i carichi di lavoro nel cloud, ci sono alcune procedure che ogni azienda dovrebbe seguire.

Valutare costantemente l’infrastruttura nel suo complesso

Le aziende devono essere in grado di valutare costantemente l’intera infrastruttura, dalle tecnologie on premise ai servizi e all’infrastruttura in esecuzione nel cloud, per identificare i controlli di sicurezza presenti e quelli mancanti. Devono perciò esaminare l’intera infrastruttura per identificare le vulnerabilità e le configurazioni errate e comprendere quanto possa essere esposta la propria infrastruttura.

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Considerare i servizi gestiti

L’ambiente aziendale è in continua evoluzione e nuove vulnerabilità o configurazioni errate possono emergere in qualsiasi momento. È necessario prendere in considerazione la possibilità di abbonarsi a un servizio gestito che possa aiutare a identificare le vulnerabilità della propria infrastruttura che potrebbero non essere collegate a una minaccia specifica e nota, ma che possono comunque essere corrette con delle patch per rendere il proprio ambiente più resiliente dal punto di vista della sicurezza.

Associare la gestione delle patch alla gestione dei rischi e della conformità

Molte aziende si affidano a un solido programma di gestione dei rischi per mantenere la conformità con i requisiti normativi. Nell’ambito di questo programma, eseguono una gestione continua delle vulnerabilità per garantire che tutti i sistemi siano protetti e che non vi siano vulnerabilità che rappresentino un rischio per l’azienda. In definitiva, la gestione delle patch è una risposta alla gestione delle vulnerabilità, che consente alle aziende di affrontare correttamente i rischi. La capacità di mappare la gestione delle patch con i processi di gestione delle vulnerabilità e dei rischi è essenziale non solo per rafforzare la sicurezza informatica, ma anche per dimostrare la conformità.

Integrare la gestione delle patch con le tecnologie di rilevamento e risposta alle minacce

La gestione delle patch è più efficace quando è integrata con una piattaforma completa di protezione dei carichi di lavoro nel cloud (CWPP) che combina la gestione delle patch con le funzionalità di rilevamento e risposta alle minacce. In caso di minacce zero-day, non è disponibile alcuna patch esistente, ma con una soluzione integrata i team della sicurezza possono utilizzare gli elementi delle loro funzionalità EDR, Endpoint Detection and Response, per neutralizzare la vulnerabilità e individuare meglio e in modo proattivo vulnerabilità simili in futuro.

Consolidare le tecnologie

La gestione delle patch non è mai semplice, non è sufficiente identificare la necessità di una patch e distribuirla all’intero sistema. Si tratta di un processo complesso che prevede diverse fasi, tra cui staging, test, gestione della configurazione e altro ancora. Affidarsi a più tecnologie diverse per la valutazione delle vulnerabilità, la gestione delle patch e la correzione è un dispendio di tempo e risorse. Per semplificare e automatizzare i processi di sicurezza, le aziende dovrebbero invece puntare su un’unica soluzione completa che offra visibilità e controllo sull’intera infrastruttura, compresi tutti i sistemi di distribuzione dei carichi di lavoro cloud.

Oggi, molti team DevOps sanno che dovrebbero proteggere meglio i loro sistemi Linux e cloud, ma il compromesso tra la protezione delle vulnerabilità e il compromettere le prestazioni è così alto che decidono erroneamente di accettare semplicemente il rischio. Qui alcune informazioni sulla gestione integrata delle patch per la sicurezza dei carichi di lavoro cloud con GravityZone.

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Autore

  • Marzia Ramella

    Scrivo di libri, film, tecnologia e cultura. Ho diversi interessi, sono molto curiosa. La mia più grande passione però sono i libri: ho lavorato in biblioteca, poi in diverse case editrici e ora ne scrivo su Orgoglionerd.

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