Dal 13 febbraio 2025, le aziende italiane dovranno adottare il Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti (RENTRI). La misura rientra nella strategia del Ministero dell’Ambiente per modernizzare la gestione dei rifiuti e migliorare la sostenibilità del settore. Ma in cosa consiste il registro dei rifiuti digitale? Come impatterà le aziende italiane? Proviamo a capirlo insieme.
Il contesto attuale
Secondo ISPRA, la raccolta differenziata in Italia ha raggiunto il 66,6%, mentre il riciclo dei rifiuti urbani si attesta al 50,8%, avvicinandosi all’obiettivo del 65% entro il 2030. La digitalizzazione della gestione amministrativa accelera questa transizione, riducendo gli sprechi e migliorando la tracciabilità.
Marco Broggio, Chief Solutions Officer di Intesa (Gruppo Kyndryl), ci spiega inoltre che ogni anno vengono conservati digitalmente 821 milioni di documenti, permettendo di risparmiare significative quantità di CO2. Ad esempio, ogni firma elettronica evita l’emissione di circa 4 grammi di anidride carbonica.
RENTRI: l’obbligo e le nuove procedure per il registro dei rifiuti digitale
Il RENTRI sostituisce il vecchio SISTRI, dismesso nel 2019. La piattaforma permette di tracciare digitalmente i rifiuti, migliorando il controllo sui processi di smaltimento. L’obbligo riguarda trasportatori, intermediari, impianti di smaltimento, consorzi di recupero, autorità marittime e aziende con più di 50 dipendenti che producono rifiuti pericolosi o non pericolosi derivanti da lavorazioni industriali e artigianali.
I soggetti interessati devono utilizzare registri di carico e scarico digitali, rispettando gli standard previsti dal Codice dell’Amministrazione Digitale. Il RENTRI, però, non include un servizio di conservazione documentale, obbligando le imprese a dotarsi di sistemi di archiviazione certificati.
Per conformarsi alla normativa, le imprese devono adottare soluzioni affidabili di conservazione digitale a norma. Le piattaforme certificate AgID garantiscono la sicurezza e la leggibilità nel tempo dei documenti digitali.
Tra gli strumenti fondamentali per l’adeguamento ci sono:
- Firma elettronica qualificata, per certificare le operazioni in modo rapido e sicuro;
- Sigillo elettronico qualificato, che garantisce l’integrità e l’autenticità dei documenti;
- Marca temporale, che certifica la data e l’ora di emissione, assicurando la validità legale dei registri digitali.
Broggio sottolinea che l’adozione del RENTRI non è solo un obbligo, ma un’opportunità. Le aziende possono modernizzare i processi, ridurre i costi amministrativi e migliorare la propria sostenibilità ambientale.
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