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Cosa ci lascia in dote il Mobile World Congress del 2023?

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Il Mobile World Congress, la più grande fiera di settore per il dispositivi e servizi in mobilità del mondo occidentale, è appena terminata. Ci ha offerto molto: tante le cose da vedere, e persone da incontrare. Chi è andato per vedere nuovi prodotti è stato accontentato con cellulari pieghevoli (e arrotolabili), tablet 3D, realtà aumentata, robot e molto altro ancora. Ma, sul medio-lungo periodo, quale è la rotta che ci viene indicata da MWC 23?

Durante i quattro giorni della fiera abbiamo cercato di capire quali erano i pilastri su cui si stava appoggiando l’evento. Quelli che verosimilmente potrebbero essere i trend preponderanti del mercato dei prossimi mesi, o anni.

Da quello che abbiamo potuto osservare, il perno di tutto quanto è stato il 5G. Tecnologia che porta con se, con effetto domino, una serie di importanti opportunità di innovazione.

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5G … finalmente?

Del 5G se ne parla oramai da molto tempo. Fino a pochi anni fa, però, era un po’ come il sesso in età adolescenziale: tutti ne parlano ma, nessuno lo fa. Di fatto, per ora, il rinnovamento tecnologico del 5G, ci fa spostare dati con una capacità di rete maggiore ma, almeno per l’utente finale, il discorso finisce li.

A MWC 23 il tema del 5G era letteralmente ovunque. Se ne parlava in termini di antenne di nuova generazione, di dispositivi in mano all’utente ma, finalmente, si parlava anche di servizi e funzionalità avanzate.

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Quello che purtroppo non è chiaro a tutti del 5G, è che non lo si può circoscrivere in uno standard cristallizzato. La tecnologia 5G prevede una serie di generazioni (release) successive in maniera tale da permettere una adozione graduale su reti e dispositivi. Il 2023 sarà testimone della diciottesima (!) release (r18).

Nella r17, che si è chiusa verso fine 2022, il focus principale era sull’interoperabilità dei sistemi e sulla stabilizzazione dei meccanismi di trasmissione. La r18 alza la posta assumendo di far arrivare la capacità di rete nell’ordine del Gbps e inizia a parlare di realtà aumentata, lavoro e intrattenimento nel cloud, trasmissione multimediale, automobili interconnesse, automazione industriale e smart city. La strada da fare, però, è ancora lunga: si tratta di un percorso di almeno due anni a cui va aggiunto il tempo necessario per l’adozione sul territorio. Tuttavia, molti attori sono pronti a partire già subito su due aspetti: O-RAN e IoT industriale.

O-RAN (Open RAN)

O-RAN è l’aconimo di Open Radio Access Network. Ovvero, una rede di accesso (quello che siamo abituati a chiamare ultimo miglio) in tecnologia non cablata che si appoggia su standard aperti. Una rete O-RAN viene espressamente progettata per integrare soluzioni hardware e software 5G di produttori diversi in maniera trasparente. In questo modo, una organizzazione più dotarsi di una propria rete d’accesso all’interno della quale fare uso di soluzioni 5G senza doversi legare a un operatore sul territorio.

Tutte le aziende con cui abbiamo parlato di questo argomento sono concordi nel dire che, nel futuro prossimo, difficilmente ci sarà una copertura territoriale 5G al di fuori dei centri urbani. Semplicemente perché non sarebbe economicamente sostenibile. Quello che avverrà, più verosimilmente, sarà una copertura a macchia di leopardo tramite O-RAN private che potranno essere interconnesse con linee dedicate oppure attraverso le tecnologie esistenti. Laddove e quando la densità sarà sufficiente, le O-RAN si fonderanno andando a coprire uniformemente il territorio.

Questo fenomeno, a ben pensarci, non è per nulla nuovo nel mondo delle telecomunicazioni. Volendo fare un esempio celebre, anche IPv6 ha avuto una evoluzione analoga grazie al progetto 6bone.

IoT industriale

l’IoT (Internet of Things) è entrato nelle nostre vite un po’ in punta di piedi. Abbiamo iniziato a inserire nelle nostre case e nelle nostre vite sempre più apparati connessi e ora le reti domestiche sono piene di oggetti che non sono computer ma parlano costantemente tra loro e con in cloud.

Lo stesso tipo di operazione in ambito industriale, purtroppo, ha bisogno di seguire dinamiche diverse. Far parlare un tornio con un forno per sincronizzare la produzione di cuscinetti a sfera mentre un carrello automatico trasporta i pezzi, presuppone l’esistenza di una infrastruttura specifica. Inoltre, le tecnologie usate in ambito domestico non sono all’altezza di condizioni di lavoro estreme. Il 5G, con le O-RAN, si propone come soluzione unificante per coordinare la sensoristica sugli apparati e l’automazione implementata in cloud, tipiche dell’industria 4.0, alla quale tutti stanno puntando.

Una cosa interessante, anche se solo parzialmente correlata, è stata la presenza in fiera di robotica come forma di IoT industriale avanzato associato al 5G. Non ci si è limitati ai soliti arti meccanici per la catena di montaggio ma abbiamo visto anche applicazioni medicali e robot per sorveglianza e operazioni in ambienti pericolosi.

Energia

Il costo dell’energia, lo sperimentiamo tutti trimestralmente, è aumentato in maniera sensibile e rischia di farlo ancora. A tutti i livelli si sta parlando, oramai da anni, di consumare di meno per diventare più sostenibili. Qualunque corporate che si rispetti si è data degli obiettivi di sostenibilità ambientale per i propri data center, e su queste pagine affrontiamo spesso l’argomento.

Durante MWC 23, però, nell’ottica di una crescita esponenziale delle reti 5G, si affrontava il problema a livello di infrastruttura. Anche assumendo dei data center energeticamente efficienti e dei dispositivi con batterie molto affidabili, la distribuzione energetica sull’ultimo miglio continua a costituisce un problema molto importante. E questo vale non solo per gli access point Wi-Fi ma anche, e soprattutto, per i milioni di torrette 4G e 5G disseminate ovunque.

Molte aziende hanno attualmente allo studio sistemi di ottimizzazione radio tesi a minimizzare il numero di antenne attive (e quindi l’energia in uso) senza però penalizzare la qualità del servizio all’utente finale. In un paio di occasioni ci è stato detto che non è escluso possano rivelarsi delle soluzioni economicamente vantaggiose anche rispetto a un network planning raffinato. Ovverosia, per i non addetti ai lavori, secondo alcuni potrebbe convenire tappezzare un territorio urbano di antenne economiche per poi spegnerle secondo necessità piuttosto che investire, come si fa oggi, per un posizionamento ottimale di apparati più potenti, che però lasciano immancabilmente delle zone poco coperte.

Purtroppo, nessuno si è voluto sbilanciare con delle stime accurate su quanta energia questo potrebbe farci effettivamente risparmiare questo nuovo approccio.

Supply Chain

Altro argomento piuttosto presente a MWC 23 è stato quello della supply chain. Anche in questo caso non stiamo dicendo nulla di inaspettato. I tempi di approvvigionamento di molti beni si stanno allungando oltre misura, con un conseguente aumento generalizzato dei prezzi. Di conseguenza, i paesi con meno disponibilità di materie prime corrono il rischio di rimanere indietro a meno di non spingere su automazione e industria 4.0. Ancora una volta, è il 5G può fornire questa opportunità.

Durante la fiera abbiamo potuto assistere a un buon numero di proposte riguardo l’efficientamento delle supply chain attraverso industrial IoT supportate da O-RAN. Uno dei mercati di riferimento era indubbiamente quello automobilistico, vista anche la rivoluzione in atto per il passaggio all’elettrico.

Dovendo essere onesti, però, abbiamo visto molti progetto ma relativamente poche dimostrazioni. Siamo però confidenti che le cose cambieranno al MWC 24.

Silicio

A MWC 23 abbiamo visto molto nuovo silicio, sotto forma di chip, in arrivo sul mercato. Stiamo ovviamente parlando di silicio prevalentemente asiatico.

Da una parte comincia ad affacciarsi una forte domanda dovuta alla prossima generazione di 5G in arrivo; di cui il sol levante è il principale costruttore e utilizzatore. Dall’altra, non è impossibile che il mondo occidentale sia ancora in una fase di stallo per via della scarsa disponibilità di terre rare e gas neon a causa della situazione in Ucraina.

Anche se questo non fosse, le aziende di ponente stanno ancora mostrando tempi di produzione lunghi e supply chain che hanno qualche difficoltà a ripartire dopo la pandemia. Problemi che l’Asia non sembra avere; per cui questo è un momento storico in cui potrebbe davvero [tornare a] dominare il mercato.

Appuntamento al 2024

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Il Mobile World Congress del 2023 ha chiuso i battenti ma ci ha lasciato dei messaggi chiari per il futuro. L’appuntamento è quindi per il prossimo anno, dove verosimilmente scopriremo se la diciottesima generazione del 5G rispetta la sua tabella di marcia e il suo livello di adozione in Europa per costruire l’industria 4.0.

Volendo, come redazione, fare una scommessa per i temi che saranno portanti nell’edizione del 2024, puntiamo su smart city e trasmissioni multimediali in tempo reale. Questo, perché vediamo il fenomeno del metaverso che inizia a prendere inerzia anche in ambito business.

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