Una delle cose che questa pandemia ci ha tolto, o che ha almeno reso più incerto, è l’insieme di eventi sportivi, concerti e manifestazioni socioculturali che prima costellavano il nostro calendario. Per quanto ovviamente non sia tra le perdite più gravi dovute alla situazione attuale, il suo impatto socio-economico non è comunque trascurabile, né compensabile completamente dalla crescita degli eventi online. Una speranza potrebbe però arrivare dalla tecnologia, e in particolare dal sistema S4FE, una soluzione tecnologica tutta italiana per il monitoraggio degli ingressi e degli assembramenti recentemente protagonista di due tappe del Giro d’Italia. Per farcela raccontare abbiamo quindi intervistato due membri della giovane e omonima startup dietro al progetto.
S4FE: la tecnologia al servizio degli eventi
L’idea principale dietro l’innovativo sistema è quella di riuscire a permettere gli eventi fisici sì in sicurezza, ma con il minor numero di barriere fisiche possibili. Come dichiarato da Stela Karabina, membro del team: “È qualcosa che accade già con altri dispositivi del nostro quotidiano, ovvero il digitale che è ovunque ma che non vediamo, che regola i nostri comportamenti senza invadere la nostra libertà di muoverci all’interno dello spazio.”
Valutare il rischio con un semplice valore
L’insieme di dispositivi, per quanto avanzati e ben progettati, è comunque al servizio della parte software di elaborazione e analisi e alla stesura del report, il fine ultimo di S4FE. Questa raccolta dati è fatta nel totale rispetto della privacy dei singoli individui: le informazioni prese all’ingresso sono anonime, e anche il report finale è filtrato con solo quanto richiesto dall’organizzatore, senza possibilità di profilazione.
La vostra sul campo al giro d’Italia
S4FE è stato presentato sul campo in occasione della 19a e 20a tappa del 103simo Giro d’Italia. RCS Sport, organizzatore dell’evento, ha infatti previsto l’installazione del sistema nell’Area Hospitality di Asti e Sestriere. Questa occasione ha permesso di visualizzare più concretamente un possibile scenario di ripartenza degli eventi. Ci dice Stela: “Abbiamo avuto la possibilità di fare un primo test del dispositivo con controlli a campione. Era tutto fatto con il fine di testare non solo il prodotto in sé, ma anche il modo in cui veniva percepito, in cui veniva colto all’interno dell’evento”
Il futuro degli eventi?
Dopo il successo della prova con il Giro d’Italia, S4FE è pronta a fare i prossimi passi. “Lo immaginiamo molto applicabile in settori come ad esempio la cultura, l’istruzione o in generale gli eventi e i grandi spazi commerciali, i luoghi in cui è importante concentrarsi sull’interazione tra l’individuo e lo spazio, e quindi anche sul modo più flessibile e agile di utilizzare lo spazio” continua Stela.
Al momento il sistema è orientato comunque agli eventi di medie-grandi dimensioni, perché, oltre ad avere meno senso in contesti troppo piccoli, richiede l’impiego dell’intero team di 5 persone dietro la start-up. “Non si tratta di noleggiare il singolo dispositivo, ma si tratta di avere dietro una serie di servizi che accompagnano il dispositivo e il suo utilizzo. Vuol dire avere on-site lo staff che segue il procedimento dei dispositivi. Significa avere anche lo staff che segue in back-end la reportistica e l’elaborazione delle informazioni. Significa avere poi, durante tutta la collaborazione, la certezza di avere delle persone che comunque sono a disposizione e che utilizzano il dispositivo come strumento, non come fine ultimo“.
I margini di miglioramento saranno quindi, più che sulla scalabilità del sistema, sul fronte della scalabilità del processo. “Abbiamo notato il fatto che siamo molto sincronizzati, e questo ci dà modo di pensare che sia possibile gestire anche più eventi all’interno, perché no, della stessa settimana, e quindi riuscire ad avere un ritmo molto più cadenzato”. In un modo nell’altro, comunque, sembra che, per un evento sportivo, una conferenza o un concerto, sentiremo ancora parlare di questa azienda e del suo sistema.
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