I ransomware sono la principale preoccupazione per CISO e CSO

Danilo Loda

3 anni fa

Gli attacchi informatici che utilizzano un ransomware sono la più grande preoccupazione per la sicurezza delle aziende a giudicare dalle risposte di CISO e CSO a un sondaggio realizzato della società di sicurezza Proofpoint. Infatti quasi la metà dei CISO e delle CSO intervistati, ovvero il 46% , ha indicato il ransomware e altre forme di estorsione da parte di gruppi di hacker come la più grande minaccia alla sicurezza informatica che le aziende dovranno affrontare nel 2021. Infatti secondo i professionisti dalla sicurezza, il ransomware rimane uno degli attacchi più dannosi e dirompenti. Gli aggressori lo utilizzano per crittografare tutto ciò che trovano su una rete e richiedere il pagamento, solitamente in bitcoin o altre criptovalute, per decrittografarlo e restituire il controllo del sistema e dei file all’azienda attaccata.

Molte aziende pagano, perché lo considerano il metodo più veloce per ripristinare la propria rete e causare il minor danno possibile alla business continuity. E questo vuol dire per i criminali informatici incassare centinaia di milioni di dollari. e quindi è normale che considerano questo tipo di attacco un modo non eccessivamente complesso per ottenere grandi somme di denaro.

Il ransomware fa paura a CISO E CSO: è stato utilizzato per l’81% degli attacchi informatici del 2020

Soprattutto negli attacchi che hanno scopi economici e cercano esclusivamente di ottenere denaro. Tant’è che secondo uno studio di Atlas VPN, l’ 81% degli attacchi informatici motivati finanziariamente nel 2020 sono stati effettuati utilizzando ransomware. Il restante 19%, consisteva in attacchi tramite intrusioni in siti web di commercio elettronico, mining di criptovalute e acquisizione di email aziendali.

ransomware sicurezza CISO L’attacco ransomware che ha portato i maggiori benefici agli aggressori è stato quello perpetrato contro Garmin , dove l’azienda avrebbero pagato 10 milioni di dollari per riavere accesso alla propria rete. Garmin è stata attaccata da un ransomware chiamato WastedLocker, considerato “il top” del gruppo Evil Corp. Il secondo attacco andato a buon fine per importanza nel 2020 è quello che ha colpito la società di gestione dei viaggi d’affari CWT Global. In questo caso, gli aggressori hanno utilizzato il ransomware Ragnar Locker e hanno incassato 4,5 milioni di dollari.

Sul gradino più basso di questo poco allegro podio c’è Travelex , una società di cambio britannica, presumibilmente colpita dal ransomware del gruppo haker Sodinokibi, o REvil. Travelex ha pagato i suoi aggressori 2,3 milioni di dollari. Altre società che hanno pagato notevoli riscatti nel 2020 sono state l’ Università della California di San Francisco (UCSF) con 1,14 milioni di dollari, e Communications and Power Industries, che ha sborsato mezzo milione di dollari.

Il ransomware fa paura a CISO E CSO: è stato utilizzato per l’81% degli attacchi informatici del 2020

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