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Pro e contro dell’home working: cosa ne pensano davvero i lavoratori italiani?

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Una nuova ricerca di SD Worx, ha rivelato che il 76% dei lavoratori italiani ritiene l’home working sia la chiave per ottenere un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata.

Secondo l’indagine condotta su oltre 4.000 aziende a livello europeo, la propensione a lavorare da remoto nel nostro Paese (76%) è maggiore rispetto alla media europea (72%).

In particolare, i dipendenti italiani considerano l’home working una componente fondamentale per un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata. Circa la metà degli intervistati indica come soluzione ideale due o tre giorni alla settimana di telelavoro. Solo il 26% ritiene sufficiente un solo giorno e poco meno del 12% vuole tornare a tempo pieno in ufficio. Da segnalare sempre un 12% di intervistati che arriva ad affermare di voler lavorare da casa in modo permanente. Per quanto riguarda le preferenze del giorno della settimana, il venerdì sembra essere il più gettonato (32%), seguito dal lunedì (29%) e dal mercoledì (18%).

Pro dell’home working

Secondo l 70% degli intervistati la bilancia pende dalla parte dei benefici quando si parla di lavoro da remoto. Fra questi, il 54% dei rispondenti segnala un ottimo livello di produttività non solo per quanto riguarda i risultati raggiunti ma anche per il livello di collaborazione con i colleghi. L’hoe working inoltre, ai lavoratori in Italia di risparmiare in media più di un’ora necessari allo spostamento fra casa e luogo di lavoro.

Un ritratto in chiaroscuro

Ma non è tutto oro quel che luccica. Accanto ai molti benefici, i dipendenti evidenziano anche alcuni svantaggi portati dalla nuova ruotine. Il 67% ha dichiarato, ad esempio, che con il telelavoro è meno propenso a richiedere un’assenza per motivi di salute e il 55% è convinto di lavorare oltre l’orario quando è a casa. Inoltre, un intervistato su due afferma di sentire la pressione di dover essere sempre raggiungibile per il lavoro da remoto.

Sul fronte del rapporto con l’azienda, il rischio maggiore sembra di generare un graduale scollamento dell’organizzazione. Il 32% degli intervistati ritiene che il proprio datore di lavoro non sia in grado di seguire in modo adeguato l’operato dei dipendenti quando lavorano da casa. Il 34% vorrebbe ricevere più consigli per lavorare meglio da remoto. Inoltre, circa il 30% dei lavoratori crede che il telelavoro diminuisca le sue opportunità di crescita o carriera.

“La pandemia ha aperto le porte all’home working, ponendo una serie di sfide nuove ai datori di lavoro, tra cui aiutare i lavoratori ad adattarsi alla nuova realtà e a trovare un nuovo equilibrio”. Commenta Laura Moncada, Sales Manager di SD Worx Italy. “Il mercato del lavoro post-pandemia ha cristallizzato le istanze di miglioramento in termini di flessibilità, obiettivi, connessioni sociali e retribuzione. Affrontare queste sfide richiede oggi pensiero strategico e una reimpostazione dell’approccio all’organizzazione e alla cultura del lavoro.”

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