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Nutanix presenta il nuovo Enterprise Cloud Index

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Nutanix ha pubblicato la quinta edizione del suo report globale Enterprise Cloud Index (ECI), che analizza lo stato dell’arte dell’adozione del cloud nelle aziende a livello mondiale – e anche in Italia. Lo scopo dello studio è di capire come i piani, le priorità, le sfide e le esperienze dei professionisti IT nel nostro paese si confrontano con la regione EMEA e il resto del mondo.

Nutanix Enterprise Cloud Index 2023: il cloud nel mondo e in Italia

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L’infrastruttura IT è sempre più diversificata e ibrida. Le aziende utilizzano una combinazione di cloud pubblico, privato e all’edge per eseguire i loro carichi di lavoro. A seconda delle esigenze specifiche di ogni applicazione. Questo approccio permette di ottimizzare le prestazioni, la sicurezza, la scalabilità e il risparmio dei costi.

Tuttavia, emerge che le aziende faticano a integrare la gestione e il controllo dei dati tra gli ambienti cloud. Solo il 35% degli intervistati in Italia (40% a livello globale) dichiara di avere una visibilità completa su dove risiedono i propri dati. Questo crea problemi di compliance, governance e sicurezza dei dati stessi.

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Sempre più ibridi

Le aziende cercano soluzioni che semplifichino l’operatività dell’hybrid multicloud. Per gestire efficacemente la complessità derivante dalla diversità degli ambienti cloud, le aziende hanno bisogno di strumenti che permettano loro di effettuare il provisioning. E anche spostare, gestire e proteggere i dati delle applicazioni in modo uniforme e coerente tra i vari cloud.

Benjamin Jolivet, country manager Italia di Nutanix, spiega: “I risultati del report ECI relativi all’Italia indicano un notevole aumento dell’utilizzo di infrastrutture IT miste, che comprendono datacenter privati, cloud pubblici ed edge. In tal senso, le aziende italiane superano la media globale e della regione EMEA e attribuiscono maggiore importanza ai costi e alle prestazioni come criteri per prendere decisioni relative all’infrastruttura, individuando nell’analisi e nell’orchestrazione la sfida più importante per la gestione di un ambiente cloud misto”.

Jolivet continua: “Ciò che si evince è che in futuro verranno create centinaia di milioni di applicazioni che a loro volta genereranno un volume di dati epocale ed entrambi andranno gestiti tra l’edge, i diversi cloud e il cuore dell’infrastruttura. Quello che i nostri clienti ci chiedono è un modello operativo per il cloud che li aiutino a creare, gestire, utilizzare e governare un multicloud ibrido, supportando tutti i tipi di applicazioni, oggi e in futuro, una sfida importante che Nutanix è in grado di cogliere e vincere”.

Nutanix Enterprise Cloud Index: l’importanza di un approccio unificato

In Italia, il 72% degli intervistati per lo studio ECI afferma di avere più di un’infrastruttura IT, che sia una combinazione di cloud privati e pubblici, più cloud pubblici o un datacenter on premise e uno in hosting. Questa percentuale è superiore al 60% della media globale.

L’infrastruttura multicloud ibrida (cloud privato con più cloud pubblici) è l’area che cresce di più in Italia e si prevede che triplicherà il suo utilizzo entro il 2026. Allo stesso tempo, si prevede che raddoppierà l’utilizzo del cloud ibrido (cloud privato con un solo cloud pubblico). Mentre diminuirà notevolmente l’utilizzo misto di datacenter on premise e in hosting. Tuttavia, questo comporta delle difficoltà e il 96% (94% a livello globale) sostiene che sarebbe utile avere una sola piattaforma per gestire dati e applicazioni in ambienti diversi.

Sicurezza e controllo

La sicurezza e la gestione dei dati sono le principali motivazioni delle scelte dell’infrastruttura IT. I dati influenzano le decisioni delle imprese riguardo l’infrastruttura con la sicurezza, la protezione, il recupero e la sovranità dei dati tra i fattori chiave. Tuttavia, la visibilità è una sfida crescente. Sebbene il 92% degli intervistati italiani (94% a livello globale) sia d’accordo sulla sua importanza, solo il 35% (il 40% a livello globale) afferma di sapere dove si trovano i propri dati.

Un’altra questione importante è ottimizzare i costi del cloud. Secondo un sondaggio condotto in Italia, l‘84% dei partecipanti riconosce che questa è una sfida impegnativa e il 34% la definisce “significativa”. Una delle cause di questa difficoltà è la complessità e il costo della migrazione delle applicazioni tra diversi ambienti cloud.

Il 67% degli intervistati italiani (86% a livello globale) afferma che questo è un problema. Per questo motivo, il 40% degli intervistati (46% a livello globale) ha intenzione di riportare alcune applicazioni nei datacenter on premise nel prossimo anno per contenere i costi del cloud.

Orchestrazione e sostenibilità

Per gestire meglio le applicazioni nel cloud, molti intervistati italiani (come nel resto del mondo) hanno adottato l’orchestrazione open source Kubernetes. Tuttavia, anche questa soluzione presenta delle sfide, tra cui la progettazione e la configurazione dell’infrastruttura, dello storage e dei servizi di database sottostanti. Questa sfida è stata citata dal 45% degli intervistati come una delle principali difficoltà nelle loro implementazioni di Kubernetes.

La consapevolezza dell’importanza della sostenibilità è cresciuta tra le aziende italiane e globali nell’ultimo anno. L’89% degli intervistati in Italia (92% a livello globale) ritiene che la sostenibilità sia una priorità maggiore rispetto a 12 mesi fa. Tra i fattori che hanno determinato questo cambiamento ci sono le iniziative ESG (ambientali, sociali e di governance) promosse dalle aziende (47% in Italia, 63% a livello globale), i problemi nella supply chain (48% in Italia, 59% a livello globale) e le scelte di consumo dei clienti (47% in Italia, 48% a livello globale).

Potete trovare il report Enterprise Cloud Index (ECI) di Nutanix qui. Lo studio è basato su un sondaggio condotto da Vanson Bourne su 1.450 decision maker IT di vari settori e dimensioni in diverse aree geografiche (Americhe, EMEA e APJ).

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