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Intelligenza artificiale nel mondo del lavoro: ce ne parla Lori MacVittie di F5

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L’intelligenza artificiale generativa (AI) è ormai una realtà che incontriamo quotidianamente su Internet e nel mondo del lavoro. Si tratta di una tecnologia che permette di creare contenuti originali e personalizzati, come testi, immagini, video, musica e altro, a partire da dati o istruzioni fornite dall’utente. L’AI generativa ha suscitato grande interesse e curiosità tra i professionisti di vari settori, che ne vedono il potenziale per innovare e migliorare i propri processi e servizi. Tuttavia, non tutti sono pronti ad adottare e sfruttare questa tecnologia in modo efficace.

Un recente sondaggio, condotto da KPMG nel marzo 2023, ha intervistato i manager statunitensi sul loro atteggiamento e le loro aspettative nei confronti dell’AI generativa. Il risultato è stato sorprendente: il 65% degli intervistati ritiene che l’AI generativa avrà un impatto elevato o estremamente elevato sulla propria organizzazione nei prossimi tre-cinque anni. Tuttavia solo il 45% dichiara di avere la tecnologia, i talenti e la governance giusti per implementarla con successo. Questo significa che c’è una forte domanda, ma anche una carenza di risorse e competenze per soddisfarla.

Questo dato non stupisce Lori MacVittie, Distinguished Engineer di F5, che ha individuato sei capacità tecniche fondamentali per una corretta implementazione dell’intelligenza artificiale nei contesti lavorativi. Queste sono: infrastruttura IT, dati, applicazioni e distribuzione delle app, osservabilità e automazione, pratiche di Site Reliability Engineering (SRE) e sicurezza

“Nel nostro recente Digital Enterprise Maturity Index Report, abbiamo fatto un’analisi approfondita dello stato attuale della maturità dell’impresa digitale in base a queste sei capacità tecniche. Abbiamo scoperto che solo il 4% delle organizzazioni opera al massimo livello di maturità, vale a dire che sono prossime a operare pienamente come aziende digitali”, afferma Lori MacVittie. “La maggior parte delle organizzazioni (65%) si sta dedicando al business digitale. Mostrano segni di maturità, raccogliendo i frutti del duro lavoro di modernizzazione dell’IT e dei suoi domini tecnologici”.

Come implementare correttamente l’intelligenza artificiale nel proprio lavoro

Per creare e gestire un’azienda abilitata all’intelligenza artificiale è necessario disporre di una serie di capacità tecniche ampie e profonde. Si tratta di capacità che riguardano sia i nuovi domini tecnologici nell’architettura aziendale – come le operazioni di SRE, l’osservabilità e l’automazione, la distribuzione delle app e la sicurezza – sia la modernizzazione dei domini esistenti, come i dati e l’infrastruttura. Si tratta di un lavoro impegnativo e complesso, soprattutto per le aziende che hanno origini precedenti all’era di Internet. Aziende che devono fare i conti con un debito tecnologico e architettonico elevato.

“Quando esaminiamo la maturità delle organizzazioni in base ai settori di appartenenza, notiamo che nessuna azienda di servizi finanziari rientra nella categoria più alta della maturità digitale, quella dei “doers”. Questa categoria è dominata dai cloud provider, dalle telecomunicazioni e dalle aziende tecnologiche, prosegue MacVittie.

Questi sono settori relativamente giovani, e hanno avuto il vantaggio di nascere nell’era digitale. Per questo hanno dovuto affrontare minori ostacoli nella loro evoluzione tecnologica. Una caratteristica che li ha resi più agili e veloci nel progredire verso la maturità digitale.La mancanza di aziende di servizi finanziari nella categoria dei “doers” può risultare strana, se si considera la rapida ascesa del digital banking. Tuttavia, se si guarda più da vicino, si può ipotizzare cheil settore dei servizi finanziari stia procedendo a un ritmo più lento per scelta. Aggiungere una nuova interfaccia (app e servizi digitali) è un po’ come mettere una facciata scintillante su un vecchio edificio: dà un’apparenza di modernizzazione, ma non cambia la sostanza della struttura.

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Dietro le quinte, infatti, ci sono ancora molte tecnologie e pratiche tradizionali che devono essere aggiornate e integrate con l’AI. Questa scelta può essere motivata da vari fattori, come il costo dell’infrastruttura esistente, il portafoglio di applicazioni da modernizzare, i rischi di un passo falso e le normative da rispettare.

Alcuni settori che potrebbero beneficiare delle tecnologie AI

Alcuni fornitori di servizi sanitari stanno cercando di capire come l’intelligenza artificiale possa aumentare il numero di letti che ogni infermiere può coprire senza compromettere la qualità dell’assistenza. Questa è una sfida esistenziale per il settore, che soffre di una carenza cronica di personale infermieristico. Alcuni fornitori si stanno affidando al Large Language Model (LLM), un tipo di intelligenza artificiale che permette di creare testi.

Nel settore dei servizi finanziari, invece, alcune società stanno abbracciando la blockchain. Questa è una tecnologia che permette di creare e gestire un registro distribuito e sicuro delle transazioni. Per questo motivo, il settore sta finanziando alcuni degli studi più sofisticati in aree come specifiche, come la Quantum Key Distribution (QKD). Quest’ultima è una tecnologia che permette di scambiare chiavi crittografiche in modo sicuro sfruttando le proprietà della meccanica quantistica. La QKD può aumentare significativamente l’efficacia della sicurezza nell’elaborazione delle transazioni per i trasferimenti monetari o il trading.

Anche il settore manifatturiero è un altro esempio di settore che sta progredendo rapidamente verso la maturità digitale e l’utilizzo dell’AI. Le aziende manifatturiere sono sempre state all’avanguardia nell’adozione di qualsiasi tecnologia che porti a una maggiore efficienza, e la digitalizzazione non fa eccezione. Il settore sta sfruttando l’IT/OT, una tendenza tecnologica che consiste nell’integrare l’Information Technology (IT) con l’Operational Technology (OT). L’IT/OT permette di raccogliere e analizzare i dati provenienti dalle macchine e dai dispositivi, per ottimizzare le operazioni, migliorare la qualità e prevenire i guasti. Il settore sta anche adottando approcci Zero Trust per la sicurezza delle risorse remote.

“L’intelligenza artificiale generativa è solo una delle tante tecnologie disruptive che ci attendono e se le organizzazioni non sono in grado di sfruttare queste tecnologie rivoluzionarie, rimarranno senza dubbio indietro. La maturità digitale indica se un’organizzazione è ben posizionata per trarre vantaggio da queste tecnologie”, chiosa Lori MacVittie.

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