Gli utenti online non amano i cookies, perché vengono spesso usati per profilarci. Per questo motivo, browser come Firefox, Safari e Microsoft Edge hanno già adottato misure per bloccare quelli di terze parti; ossia quelli che non hanno a che fare direttamente con il sito che si sta visitando. Anche Google ha annunciato che entro la fine del 2024 lancerà una versione “cookie-less” di Chrome. Per prepararsi a questo futuro senza cookies, Infobip pensa che le aziende debbano puntare sui dati di prima parte, per relazionarsi con i consumatori tramite e-mail e altre forme di comunicazione.
Per Infobip, i dati di prima parte sono essenziali in un mondo senza cookies
Piattaforme di comunicazioni cloud come Infobip dimostrano che inviare informazioni e comunicazioni personalizzate ai propri clienti ormai è la prassi. Sul proprio smartphone, gli utenti vogliono una messaggio che non solo parli direttamente a loro, ma che rispecchi interessi e attitudini di spesa: una comunicazione personalizzata che risponda a esigenze concrete.
Per ottenere informazioni tali da offrire questo livello di personalizzazione, le aziende hanno puntato soprattutto sui cookies. Un “cookie” altro non che una una piccola porzione di dati memorizzata dal browser quando visitate un sito e che viene ripresentata a tutte le visite successive. Questo permette, tra le varie funzionalità, di tornare su un sito di e-commerce e, a distanza di giorni, trovare ancora tutta la merce nel carrello. Le aziende utilizzano queste informazioni per conoscere meglio la vostra attività online, per offrire inserzioni pensate per voi e promozioni personalizzate.
La rinnovata attenzione per la privacy online e il movimento che sta portando alla scomparsa di cookie di terze parti sta preoccupando gli inserzionisti. Come sopravvivere in un mondo senza cookies?
I dati di prima parte
Una delle strategie migliori per le aziende è quella di puntare sui cookies di prima parte: i dati che i clienti danno direttamente il consenso di raccogliere, come ci spiega Vittorio D’Alessio, Country Manager Italy di Infobip: “I messaggi dei cookie assumono forme diverse, ma presto i siti non saranno in grado di raccogliere queste preziose informazioni personali a meno che i consumatori non le forniscano direttamente ed entreremo nell’era dei dati di prima parte. I cookie offrono numerosi vantaggi sia per gli utenti che per i brand. Ogni volta che un cliente mette qualcosa nel suo carrello online e vi ritorna settimane dopo, l’articolo è ancora lì, grazie ai cookie. Un vantaggio per il cliente, che non deve effettuare nuovamente la ricerca, ma anche per il brand che non deve inviare nessuna mail per invitare a finalizzare l’acquisto”.
Per essere pronte, le aziende devono quindi iniziare fin da subito a gestire i dati e migliorarne la raccolta in tutti i possibili touchpoint del proprio brand. App, siti, contact center, CRM, ERP, carte fedeltà, sistemi di pagamento. Tutti questi punti di contatto con i clienti possono permettervi di raccogliere dati.
D’Alessio spiega: “Utilizzate i dati come le pagine visitate, gli accessi all’app, i pagamenti, la cronologia degli ordini e molto altro ancora per creare profili dei vostri clienti per un targeting efficace. Solitamente i retailer ottengono dati di prima parte, come l’indirizzo e-mail o il numero di cellulare, dai clienti semplicemente chiedendoli alla cassa. Altre modalità sono l’iscrizione a una newsletter, l’offerta di uno sconto o di un codice promozionale o qualsiasi altro incentivo fornito al consumatore attraverso il sito web. I clienti si aspettano un tipo di interazione costante con i brand a cui si rivolgono e le aziende che forniscono un valore effettivo grazie a comunicazioni personalizzate e significative hanno maggiori probabilità di avere clienti soddisfatti e fidelizzati”.
Campagne mirate con i dati ottenuti
Una recente ricerca di Deloitte spiega che le tecnologie di raccolta dati dell’audience, come le Customer Data Platform, sopravviveranno alla fine dell’era dei cookies e continueranno a creare valore per le aziende. Con dati provienenti da fonti diverse, potrete tracciare un profilo completo del cliente e creare campagne mirate.
- Frangioni, Alessandro (Autore)
Per farlo, tuttavia, diventa necessario avere flussi di messaggistica omnicanale per ingaggiare l’utenza. Con messaggi personalizzati, inviati nel giusto momento e tramite il giusto canale, diventa possibile alimentare la relazione con il cliente. Fidelizzandolo e lasciando il segno.
Le notifiche push automatizzate, attivate in base a determinati comportamenti o eventi, permettono di contattare i clienti quando serve. Per esempio, inviando messaggi da leggere su smartphone o laptop in base a geo-targeting, vendite flash, vendite in negozio e altro ancora.
“Oggi esistono diverse soluzioni per aiutare le aziende ad affrontare un mondo cookieless. Le Customer Data Platform permettono di capire come i consumatori interagiscono con il prodotto attraverso vari touchpoint. Le tecniche di personalizzazione basate su comportamento e dati demografici dei clienti possono essere utilizzate per alimentare le campagne di messaggistica attraverso app mobili, comprese le notifiche in-app e push. Inoltre, queste campagne possono essere realizzate attraverso una strategia omnicanale che permette di sviluppare comunicazioni efficaci con i consumatori, garantendo maggiore risonanza proprio perché mirate”, conclude D’Alessio.
Maggiori informazioni su Infobip sul sito ufficiale.