ASUS ProArt Studiobook Pro 15 recensione
ASUS ProArt Studiobook Pro 15 nasce per soddisfare le esigenze di tutti creativi: grafici, architetti, animatori e video editor. Una vocazione che risulta evidente già dalle specifiche tecniche. L’hardware di questo notebook infatti è davvero all’ultimo grido, così come il suo display 4K con certificato PANTONE ed una copertura dello spazio colore Adobe RGB del 100%. Un mostro di potenza che può svolgere davvero qualsiasi compito ma che non risulta privo di difetti. Ne parliamo in questa recensione.
Sobrio e professionale ma con stile
Eleganza, portabilità e originalità. Tre elementi che potrebbero influenzare la scelta di un notebook dedicato in primis all’attività lavorativa. Tre elementi che contraddistinguono ASUS ProArt Studiobook Pro 15.
Partiamo dal primo: l’eleganza. La workstation dell’azienda taiwanese si presenta con un solido chassis in lega di magnesio, spazzolato sul coperchio. Quest’ultimo è a sua volta arricchito dal logo ASUS, che risulta quasi scolpito all’interno della scocca, e da un’apertura trapezoidale sulla parte inferiore che permette di tenere sotto controllo tre diversi LED. Basta così una rapida occhiata per controllare lo stato della batteria, sapere se il laptop è in carica e verificare la connessione al Wi-Fi.
E i profili? Su quello posteriore abbiamo le fessure dedicata alla ventilazione, mentre quello frontale include solo una scanalatura che facilita l’apertura del portatile, anche con una sola mano. A sinistra invece abbiamo altre fessure per il raffreddamento, l’ingresso per l’alimentazione, la porta Ethernet, un HDMI, un USB-A e gli ingressi per microfono e cuffie. A destra invece abbiamo di nuovo la griglia per la ventilazione, due porte USB-A e un porta USB-C.
Tutto questo ci porta anche al secondo fattore di scelta: la portabilità. Potete portare Studiobook Pro 15 nello zaino senza troppi problemi, potete usarlo in treno oppure scrivere una mail al bar. Non avrete poi difficoltà a collegare chiavette USB, il cavo di un proiettore o un accesso Type-C. Avete tutto quello che serve senza dover ricorrere ad un adattatore.
Veniamo infine all’ultimo elemento, ossia l‘originalità. Insomma, cosa può mai distinguere questa workstation dalle altre? Alcuni elementi, come il taglio trapezoidale e la finitura del coperchio, li abbiamo già menzionati. A questo aggiungete la colorazione Star Grey che no, non è propriamente grigia. Con la luce giusta infatti tenderà un po’ al blu, distinguendosi così dalla concorrenza senza perdere sobrietà.
ASUS ProArt Studiobook Pro 15 recensione: il display 4K
Non è touchscreen ma in compenso avete una copertura dello spazio Adobe RGB del 100%, un Delta E < 1,5 e la validazione PANTONE, ossia una certificazione che attesta la capacità del monitor di riprodurre i colori Pantone, indispensabile per i professionisti della grafica.
Tutti quanti però possono beneficiare di questo display. Abbiamo una marea di dettagli, un’accurata resa del colore ed una buona luminosità. Arriviamo infatti intorno ai 340 nits. Non il più luminoso della categoria ma comunque perfetto ad ogni situazione. Abbiamo anche una finitura opaca per eliminare fastidiosi riflessi che potrebbero disturbarvi mentre lavorate.
Naturalmente questo non significa che non possa darvi grandi soddisfazioni anche sul fronte dell’intrattenimento. Film e serie TV sono perfetti su questo schermo e volendo potete dedicarvi anche ad un po’ di gaming senza troppe difficoltà. Ad accompagnarvi anche due speaker con tecnologia ASUS SonicMaster Premium. Avete quindi un buon volume, un audio avvolgente e un discreto bilanciamento del suono, con bassi convincenti ma mai soverchianti.
Tastiera e touchpad
Abbiamo ovviamente la retroilluminazione, bianca e mai invadente, che viene regolata tramite l’apposito tasto. Tre i livelli di intensità previsti, oltre naturalmente allo spegnimento totale qualora non abbiate bisogno.
Quello che però non convince del tutto sono i tasti in sé. Non sono tra i più comodi del mercato e richiedono più forza del previsto per essere premuti. Per chi, come noi, passa molto tempo a scrivere non è forse la scelta migliore. Il target di Studiobook Pro 15 però è un altro. Utilizzando Premiere Pro, per esempio, questa sensazione sparirà perché avete bisogno di premere un numero decisamente inferiori di tasti ad una velocità ben più contenuta. La stessa cosa vale con Photoshop, Illustrator o con i software di modellazione 3D.
Veniamo ora al touchpad che invece ci è piaciuto moltissimo. Non è enorme ma è sempre fluido, preciso e supporta le gesture di Windows 10.
ASUS ProArt Studiobook Pro 15 recensione: prestazioni
Tutto questo permette al notebook asiatico di reggere qualsiasi tipo di attività. Con lui abbiamo montato video in 4K, sperimentato qualche software di modellazione 3D, creato contenuti con Photoshop ed Illustrator e scritto articoli ed email. Studiobook Pro 15 non ha mai fatto una piega, in nessuna situazione, nemmeno quando l’abbiamo trasformato in una console di regia per le nostre dirette su Twitch con tanto di scheda di acquisizione collegata.
Non si comporta per niente male nemmeno con il gaming. Gears 5 scorre fluido così come il caro vecchio Rainbow Six.
Una nota di merito la merita anche la dissipazione. Il sistema di raffreddamento è ben studiato con sei serpentine che assorbono il calore di CPU e GPU e lamelle in rame che permettono di disperderlo. Tutto questo senza raggiungere livelli molesti di rumore. ASUS lo definisce “Biblioteca-quiet”, ossia abbastanza silenzioso da non disturbare nemmeno in biblioteca. E sì, è vero.
ASUS ProArt StudioBook Pro 15 non teme davvero nulla. O quasi. In realtà c’è un’attività che non abbiamo potuto svolgere con questa workstation. Le videochiamate. ASUS ha scelto di non includere una webcam, il che significa che per farvi vedere dai vostri interlocutori dovrete necessariamente acquistarne una da collegare quando ne avete bisogno.
A nostro avviso non è l’unica mancanza evidente di ASUS ProArt Studiobook Pro 15. Considerando che è destinato ai professionisti – che siano content creator, architetti, grafici o animatori – e tenendo presente il costo di questo specifico modello – 4.449 euro – avremmo gradito un lettore d’impronte che aggiungesse un livello in più di sicurezza.
L’autonomia
Arriviamo infine all’autonomia, vero tallone d’Achille di questa workstation. Sia chiaro: con un processore i7, una scheda grafica Quadro e un display 4K non potevamo certo aspettarci dei miracoli. Non sorprende quindi che questo notebook possa farci compagnia per un massimo di 3 ore e mezza.
Ci teniamo però a ribadire che, come scritto più volte, siamo di fronte ad una potente workstation, pensata per darvi il massimo delle prestazioni. Non è certo per l’autonomia che dovreste scegliere questo tipo di PC.
ASUS ProArt Studiobook Pro 15 recensione: acquistarlo oppure no?
Non è per tutti però. Questo deve essere chiaro. ASUS parla ad un pubblico molto specifico, a professionisti che hanno bisogno di prestazioni e di un’eccellente display più di qualsiasi altra cosa. Se il vostro lavoro si basa su presentazioni, Excel, documenti ed email, dovreste puntare a tutt’altra tipologia di prodotto. Se invece cercate il sostituito di un PC Desktop, è sicuramente una delle alternative più interessanti del mercato. Dovete però essere disposti a spendere parecchio per portarvelo a casa.