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Rapporto annuale sulla Sostenibilità di SAP: ecco i dati del 2023

La sostenibilità è diventata una priorità per le aziende italiane, che vedono in essa non solo un dovere etico, ma anche una fonte di opportunità economiche. Questo è quanto emerge dal Rapporto annuale sulla Sostenibilità di SAP, che ha intervistato oltre 4.700 manager d’azienda in tutto il mondo, tra cui 200 nel nostro Paese.

“Il nostro studio dimostra che è giunto il momento che i leader si rendano conto che avere un solido piano d’azione per la sostenibilità ha senso per il business”, commenta Adriano Ceccherini, Chief Operating Officer di SAP Italia “È indispensabile per attrarre finanziamenti da parte di investitori che hanno bisogno di rendere il proprio portfolio più green e per ottenere un vantaggio competitivo, dato che i clienti richiedono prodotti sostenibili lungo tutta la supply chain”.

Un impegno ambientale che paga

Secondo lo studio, l’86% dei leader italiani prevede di mantenere o aumentare i propri investimenti in azioni di sostenibilità nei prossimi cinque anni. Il motivo è semplice: la salvaguardia del pianeta si traduce anche in benefici finanziari. Infatti, il 34% delle aziende italiane sostiene che l’azione ambientale ha già un forte impatto sulle opportunità di profitto e crescita, mentre il 25% la considera una delle principali motivazioni che guida le proprie scelte di sostenibilità.

In un periodo di crisi economica, dovuta all’inflazione, alle difficoltà nella catena di approvvigionamento e all’aumento del costo della vita, le aziende italiane non rinunciano ai loro impegni ambientali, anzi li vedono come un modo per contrastare l’incertezza. Oltre la metà (57%) degli intervistati si aspetta di vedere un ritorno finanziario positivo sui propri investimenti in sostenibilità entro il 2026.

“In un clima in cui normative più severe impongono alle aziende di comunicare il loro impatto ambientale, i leader che non sono in grado di riportare accuratamente questi dati rischiano di essere accusati di greenwashing o di incorrere in multe e danni all’immagine”, prosegue Adriano Ceccherini.

“Concentrarsi sull’implementazione di un quadro di rendicontazione standardizzato garantisce alle aziende di comprovare le proprie credenziali, di effettuare misurazioni corrette e avviare iniziative di impatto a lungo termine. Le organizzazioni possono utilizzare questi dati per riprogettare i prodotti, riutilizzare i materiali, ridurre i rifiuti e rigenerare i sistemi naturali lungo la catena di fornitura, dando così impulso all’economia circolare. Il nostro portafoglio sostiene le aziende in questo percorso e garantisce che siano nella migliore posizione possibile per affrontare le nuove sfide, sbloccare ulteriori investimenti, raccogliere i risultati finanziari delle loro azioni di sostenibilità, conformarsi ai mutevoli requisiti normativi e raggiungere in futuro lo zero netto”.

Rapporto annuale sulla Sostenibilità di SAP: gli ostacoli da superare

Tuttavia, per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, le aziende italiane devono affrontare alcune sfide, che possono rallentare o compromettere i progressi. Una di queste è la difficoltà di calcolare il ritorno sugli investimenti, che rende più arduo dimostrare e sostenere i risultati a lungo termine. Questo problema è citato dal 34% delle aziende italiane, che spesso non coinvolgono i responsabili finanziari nelle decisioni di sostenibilità.

Infatti, solo il 6,5% delle aziende ha affidato al proprio CFO la responsabilità di definire la direzione strategica delle azioni di sostenibilità. Di contro la maggior parte ha delegato altri ruoli, come il Consiglio di Amministrazione (31,5%), i Chief Operating Officer (14%), i CEO (12%) e i Chief Sustainability Officer (10%). Questo approccio potrebbe non essere efficace per comunicare il valore economico dei progressi della sostenibilità in tutta l’organizzazione.

Altre barriere alla sostenibilità segnalate dagli intervistati sono:

  • Mancanza di competenze. Il 26% delle aziende italiane riconosce di non avere le capacità necessarie per implementare azioni di sostenibilità
  • Supporto degli stakeholder. Il 21% delle aziende italiane lamenta la scarsa adesione degli stakeholder in posizioni apicali all’interno dell’organizzazione
  • Mancanza di fondi. Il 20% delle aziende italiane denuncia la carenza di risorse economiche per realizzare azioni di sostenibilità.

La sfida della misurazione

Un altro ostacolo che le aziende italiane devono superare per progredire nella sostenibilità è la misurazione. Molte aziende non sono in grado di tracciare con precisione le proprie emissioni di gas a effetto serra. Queste si dividono in tre categorie: Scope 1, Scope 2 e Scope 3. Le emissioni Scope 1 sono quelle prodotte direttamente dall’azienda, mentre le Scope 2 sono quelle associate all’energia acquistata dall’azienda. Infine le emissioni Scope 3 sono quelle generate indirettamente dalla catena di fornitura.

Secondo lo studio di SAP, il 54% delle aziende italiane dichiara di monitorare a un “livello elevato” le emissioni Scope 1, mentre solo il 20% lo fa per le emissioni Scope 2 e il 16% per le emissioni Scope 3. Molti leader si basano su stime o su “sensazioni di pancia” quando comunicano i dati sull’impatto ambientale della loro organizzazione. Inoltre, il 25% delle aziende italiane non ha una metodologia coerente per calcolare l’impatto ambientale dei propri prodotti, rendendo difficile la comparazione e la valutazione dei risultati.

La rendicontazione contrastante – Rapporto annuale sulla Sostenibilità di SAP

Inoltre la misurazione della sostenibilità è resa ancora più complessa dall’uso di metodi di rendicontazione diversi a seconda degli indicatori ambientali.

Le aziende intervistate utilizzano prevalentemente misurazioni dirette per monitorare le emissioni di energia (95%), la disponibilità di risorse (78%), la disponibilità di acqua potabile (64%), i rifiuti solidi e l’uso di materiali (81%), e si affidano a stime per l’inquinamento atmosferico (90%), la perdita di risorse naturali (86%), l’inquinamento idrico (76%) e l’impatto della catena di approvvigionamento (71%).

Questa pratica rende più difficile la raccolta e l’analisi dei dati per la conformità alle normative, che sono in continua evoluzione e prevedono una serie di regolamenti, tasse e imposte legate all’impronta di carbonio. Quasi nove leader su dieci (85%) segnalano di avere difficoltà in questo senso.

Ecco come Edward Manderson, docente di Economia Ambientale presso l’Università di Manchester, ha commentato il Rapporto annuale sulla Sostenibilità di SAP

“La connessione tra azioni di sostenibilità e performance finanziarie giocherà un ruolo cruciale nel plasmare il progresso ambientale in futuro. Negli ultimi anni, la letteratura accademica ha dimostrato che le aziende traggono benefici finanziari dalle misure di sostenibilità, e la ricerca di SAP dimostra che questo è effettivamente una realtà per le aziende che cercano di riprendersi rapidamente dal contesto pandemico. Come dimostra questo studio, la strategia di business e l’azione di sostenibilità sono ora così interconnesse che non ci sono scuse per le organizzazioni che non riescono ad affrontare le carenze delle loro prestazioni ambientali e ad attuare un cambiamento significativo”.

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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