Ian Hood, chief strategist global industries di Red Hat ci ha illustrato come cambierà il settore delle telecomunicazioni nel 2024
Il settore telco offre servizi essenziali per consumatori e aziende in un mondo sempre più digitalizzato. La domanda di dati è in costante crescita e si prevede che raggiunga livelli senza precedenti entro il 2027, o almeno questo è quello che sostiene il report Global Telecom Outlook di PWC.
Per soddisfare questa domanda, i fornitori di servizi devono investire in modo significativo per migliorare le loro infrastrutture IT e di rete, sia quelle esistenti che quelle nuove, come la fibra ottica, il 5G standalone (SA) e la RAN.
Le sfide e le opportunità del settore delle telecomunicazioni nel 2024
La necessarietà di investimenti continui rischia di mettere in difficoltà (e non poco) le aziende. Per affrontare queste sfide, nel 2024 i fornitori di servizi punteranno sull’innovazione tecnologica, in particolare sull’automazione intelligente e sull’intelligenza artificiale (AI).
Queste tecnologie consentono di ottimizzare l’efficienza e la performance della rete, della sicurezza, dell’infrastruttura e delle applicazioni in un contesto hybrid/multi-cloud. Inoltre, permettono di ridurre il consumo energetico e il raffreddamento delle infrastrutture (soprattutto nella RAN) ma anche nel core e nei data center, contribuendo così a migliorare la carbon footprint netta del settore.
“Per aumentare l’affidabilità su scala e migliorare al contempo la carbon footprint netta, i service provider cercheranno di automatizzare la misurazione e il controllo del consumo energetico e del raffreddamento, avvalendosi di meccanismi innovativi di hardware, software e intelligenza artificiale, soprattutto nella RAN, ma anche nelle implementazioni core e nei data center”, ci dice Ian Hood.
L’importanza dell’innovazione
Per accelerare l’innovazione, i fornitori di servizi dovranno avvalersi delle soluzioni SaaS e on-demand offerte dagli hyperscaler e dai fornitori di software, con cui hanno stipulato importanti accordi di spesa. Queste soluzioni riguardano principalmente le applicazioni digitali aziendali, ma anche gli OSS/BSS.
“Si sta iniziando a vedere anche una maggiore considerazione di questo tipo di accordi anche per gli OSS/BSS e per specifici casi d’uso della rete, ma con un sentimento di maggiore cautela, dati i loro requisiti di coerenza operativa, sicurezza, ampiezza di controllo ed economia di scala”, dice Hood.
Per soddisfare questi requisiti, i fornitori di servizi possono utilizzare una piattaforma hybrid cloud (es. Red Hat OpenShift). In questo modo, possono sfruttare l’elasticità e la scalabilità del cloud pubblico nei loro ambienti e creare anche offerte MEC (Multi-access Edge Computing) ed edge specifiche. Il tutto in collaborazione con altri partner, per cogliere le opportunità in base a specifiche esigenze territoriali e strategiche.
“Molti fornitori di servizi cercheranno di integrare l’elasticità e la scalabilità delle funzionalità del cloud pubblico nei propri ambienti e potrebbero anche scegliere di creare offerte MEC (Multi-access Edge Computing) ed edge specifiche attraverso accordi di partnership al fine di perseguire opportunità di soluzioni geografiche e industriali”, chiosa Ian Hood.
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