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Italia sempre più digitale, boom di Connected TV

Cristian Coccia, Regional Vice President Southern Europe PubMatic commenta i risultati

L’ultimo rapporto Censis e Auditel La transizione digitale degli italiani” evidenzia come il nostro Paese adotta sempre più tecnologie – fra cui soprattutto c’è un boom delle Connected TV in Italia. In questo articolo discutiamo i principali dati emersi da questo rapporto, riportando anche l’analisi di Cristian Coccia, Regional Vice President Southern Europe PubMatic.

Connected TV: l’Italia diventa sempre più digitale

Già nella premessa, il nuovo rapporto Auditel e Censis mette in chiaro che la Vita Digitale è la Vita Reale, per sempre più italiani. Sottolinea che “A emergenza sanitaria terminata, possiamo affermare con convinzione che la digital life non è qualcosa di diverso e di distante dalla vita reale. La digital life è la vita reale. È parte integrante della quotidianità della maggioranza degli italiani, che riconoscono che l’online abbia migliorato la qualità della loro esistenza semplificando e rendendo più veloci molte delle loro attività”.

Un Paese sempre più digitale, sotto ogni punto di vista. Ma emerge soprattutto quanto in Italia cresca il numero di Connected TV. Qualcosa che apre possibilità per diverse aziende, per un marketing diverso.

La digital life delle famiglie italiane: più spesa per device e connessioni

Nel 2021 le famiglie italiane hanno speso complessivamente 1.000 miliardi e 33 milioni di euro, registrando una diminuzione del 5,4% rispetto al 2017. Nello stesso periodo, la spesa per telefonia, sostenuta principalmente dagli acquisti di smartphone, è cresciuta del 92% e ha raggiunto i 7 miliardi e 865 milioni di euro. Con una media di 133 euro a persona.

Anche la spesa per computer, tablet e Smart TV è aumentata. Arrivando a 10 miliardi e 632 milioni di euro, con una media di 180 euro a persona e una variazione positiva del 49,4% in quattro anni.

Più schermi connessi e soprattutto più Connected TV

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Gli schermi presenti nelle abitazioni italiane sono quasi 120 milioni, con una media di 5 schermi per nucleo familiare. Di questi, i device connessi sono 93 milioni e 200.000 e sono cresciuti di quasi 20 milioni negli ultimi cinque anni. Lo smartphone è il device più diffuso, con 48 milioni di unità, in crescita di oltre 6 milioni dal 2017 ad oggi.

Le televisioni sono circa 43 milioni, presenti nel 97,3% delle case. Di queste, in Italia sono 16 milioni e 700 mila le Connected TV, cioè Smart TV o dispositivi esterni connessi. Dispositivi che hanno registrato una crescita del 210,9% rispetto al 2017, equivalente a oltre 11 milioni di televisori connessi in più negli ultimi cinque anni.

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Il PNRR investe 6,7 miliardi di euro per connettere l’Italia alla banda larga

Il 90% delle famiglie italiane è connesso al web, per un totale di 21 milioni e mezzo di famiglie collegate. Nel 2017 erano 20 milioni. Il 61,7% delle famiglie vive in una zona coperta dalla banda larga. E circa il 60% delle famiglie ha sia connessione fissa che connessione mobile ed è in grado di navigare ovunque in modo efficace ed efficiente.

L’Italia è un paese diviso tra chi ha accesso alla banda larga e chi no, tra chi usa internet e chi no, tra chi dispone di vari dispositivi digitali e chi no. Queste differenze riguardano quasi la metà delle famiglie italiane. E sono correlate a fattori come l’età, il livello di istruzione, la composizione familiare e la zona geografica. Il divario digitale ha conseguenze negative sulle opportunità economiche, sociali e culturali dei cittadini e sullo sviluppo del paese.

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Per questo motivo, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha previsto un investimento di 6,7 miliardi di euro per garantire la copertura di tutto il territorio nazionale con reti ad altissima velocità, sia fisse che mobili, entro il 2026. Inoltre, il PNRR prevede delle misure di sostegno economico per incentivare la domanda di connettività delle fasce più deboli della popolazione. Come gli anziani, i poco scolarizzati e i nuclei monoparentali.

L’obiettivo è quello di recuperare le sacche di esclusione e di marginalità dalla vita digitale e di favorire l’inclusione sociale e la partecipazione attiva dei cittadini. Allo stesso tempo, il PNRR mira a sostenere la transizione digitale del paese e a migliorare la competitività e l’innovazione del sistema produttivo.

Le Connected TV crescono in Italia – anche grazie al passaggio DVBT

La diffusione delle Smart TV è favorita dal passaggio al DVBT e dalla visione di contenuti online. Le Smart TV hanno sostituito progressivamente i televisori tradizionali, grazie anche alla transizione al digitale terrestre di seconda generazione.

Nel 2022 le Smart TV presenti nelle abitazioni italiane sono 18 milioni e 400.000, pari al 42,9% del totale delle TV. Di queste, più di 10 milioni sono state comprate negli ultimi tre anni e circa 1 milione e 700.000 hanno beneficiato di uno dei bonus previsti. Cinque anni fa solo una famiglia su quattro aveva la Smart TV, oggi è presente nel 55,6% delle famiglie italiane, più di una su due.

Non tutte le famiglie sfruttano appieno le potenzialità dell’apparecchio. E questo giustifica perché le Smart TV effettivamente connesse al web sono solo 14 milioni e 800.000, corrispondono al 34,6% delle televisioni totali e sono usate dal 43,6% delle famiglie italiane.

La TV connessa domina anche nell’era della TV ovunque, sempre, su ogni dispositivo 24 milioni e mezzo di italiani di tutte le età guardano programmi e contenuti video tramite piattaforme e siti web. Nel 2017 erano meno di 16 milioni e negli ultimi cinque anni sono aumentati del 54,9%. 6 milioni e 600.000 di persone in Italia seguono la programmazione via web anche o soltanto da device diversi dalla Connected TV. Per gli altri 18 milioni la TV connessa resta lo schermo principale da cui guardare contenuti e programmi video sul web.

Maggiori dati del rapporto Auditel e Censis qui.

Connected TV in Italia: il commento di PubMatic

Cristian Coccia, Regional Vice President Southern Europe, PubMatic commenta: “Alla luce dei dati pubblicati dal recente report “La transizione digitale degli italiani” , presentato da Censis e Auditel, secondo cui nell’ultimo quinquennio le smart TV nelle case degli italiani sono aumentate del 147%, vorrei soffermarmi sul perché, giunti a questo punto, la Connected TV (CTV) rappresenti una grande opportunità per i brand che vogliono raggiungere audience specifiche con le proprie campagne adv. Gli aspetti da tenere a mente quando si parla di CTV sono: esperienza di visione più coinvolgente, targeting altamente preciso e la possibilità di raggiungere gli utenti su diversi dispositivi e piattaforme, il tutto con una maggiore misurabilità dei risultati.

Cristian Coccia, Regional Vice President Southern Europe, Pubmatic
Cristian Coccia, Regional Vice President Southern Europe, PubMatic

“Dimostrare l’incrementalità della CTV può essere complesso, in quanto richiede un confronto tra i due canali (CTV e lineare). Utilizzando strumenti avanzati di analisi e misurazione è, tuttavia, possibile monitorare le prestazioni delle campagne su CTV e confrontarle con quelle della TV tradizionale. Per migliorare l’incrementalità, è fondamentale che gli inserzionisti raggiungano l’audience appropriata con il messaggio giusto nel momento più opportuno. Ciò significa sfruttare gli insight basati sui dati per comprendere il comportamento e le preferenze degli spettatori e adattare i contenuti pubblicitari di conseguenza. Vuol dire, inoltre, utilizzare funzionalità di targeting avanzate per garantire che gli annunci raggiungano l’audience desiderata ed evitare qualsiasi sovrapposizione con le campagne televisive tradizionali“.

Per sfruttare appieno il potenziale delle Connected TV in Italia, potete visitare il sito di PubMatic.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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