In un panorama di tensioni geopolitiche e preoccupazioni per il cambiamento climatico, anche l’utilizzo di energia da parte del settore delle telecomunicazioni è diventato sempre più oggetto di analisi per il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità. Gli operatori, infatti, sono chiamati a essere più efficienti in tutte le operazioni che eseguono.
In questo, le funzioni cloud-native (CNF) possono aiutare in prima linea ad alleggerire il carico di lavoro delle operazioni, e dunque di consumo energetico, come spiega Alix Leconte, VP for Service Providers (EMEA) di F5.
Sostenibilità delle telecomunicazioni: indagini sulle sfide
Secondo il rapporto “Climate Action Survey 2022” di Telecoms.com, il 64% degli intervistati pensa che la sfida operativa più urgente per il settore delle telco sia la riduzione del consumo energetico.
A livello globale, infatti, i responsabili aziendali stanno ricercando più attivamente una modalità per migliorare l’efficienza delle operazioni, che porti a una netta riduzione delle interruzioni dei servizi con incrementi minimi dei costi.
Un’altra indagine interessante è stata condotta da Heavy Reading in ambito 5G e rivolta ai network strategist. Oggetto dell’intervista: l’approccio adottato per ridurre il consumo energetico.
Più della metà degli intervistati ha ritenuto che una delle migliori strategie sia lo spostamento del maggior numero possibile di funzioni su una piattaforma cloud comune. A seguire, la riduzione del volume dell’infrastruttura, l’aumento dell’efficienza energetica tramite l’edge computing e il consolidamento delle funzioni e dei vendor, al fine di avere una gestione energetica più disciplinata e una maggiore efficienza dei costi.
CNF: l’analisi di Alix Leconte
Nel rapporto “Networks on Cloud: A Clear Advantage” dell’istituto di ricerca Capgemini si afferma che entro 3-5 anni quasi la metà della capacità delle reti di telecomunicazione sarà totalmente cloud-native. In questo arco di tempo, si stima addirittura che gli operatori investiranno 206 milioni di dollari all’anno, ottenendo vantaggi sia a livello economico che di sostenibilità ambientale.
Secondo Alix Leconte, è in questo contesto che le funzioni di rete cloud native dovrebbero diventare le protagoniste della cloud transformation.
Le CNF sono implementazioni software di una funzione o di una applicazione tradizionalmente eseguite su un dispositivo fisico. Costruita appositamente per spostare carichi di lavoro su architetture cloud-native, questa tecnologia serve ad automatizzare e a gestire le operazioni con massima efficienza, eliminando la rigidità data dalle layer legacy di software di virtualizzazione delle telco. Il tutto senza rinunciare alla scalabilità delle reti.
Di particolare rilievo è il nuovo scenario di flessibilità che si aprirebbe attorno alle CNF consolidate, poiché attraverso una singola chiamata API si possono attivare contemporaneamente più funzioni di rete, come il DNS, il firewall gateway-Internet (GiFW) e la traduzione degli indirizzi di rete carrier-grade (CGNAT). Di conseguenza, lo scalo di carichi di lavoro nell’immediato, in base alla necessità del momento, comporta a una naturale riduzione del consumo energetico.
Per fare un esempio concreto, un operatore potrebbe ricorrere alle CNF per fornire rapidamente capacità di calcolo e di rete per un grande evento sportivo, per poi interromperle al termine del torneo, secondo le necessità. Cosa impensabile con un approccio tradizionale, in cui servirebbero diversi mesi per la configurazione a causa dell’esecuzione di funzioni su hardware dedicato.
Sostenibilità delle telecomunicazioni: dalla teoria alla pratica
In fatto di sostenibilità telco, la società F5, specializzata in servizi applicativi e networking di consegna delle applicazioni, si pone all’avanguardia per ciò che riguarda le soluzioni CNF.
Leconte spiega che in F5 sono in grado di scalare il piano di dati e attivare e disattivare applicazioni e funzioni critiche in pochi secondi rispetto alle soluzioni CNF della concorrenza. Questo grazie alla separazione completa dei loro control dai data plane, che ha permesso di costruire funzioni cloud-native da zero.
Inoltre, l’azienda sta introducendo versioni refactored delle funzioni di sicurezza software e delle funzioni di rete virtuali. Tale compatibilità agevola le telco a migrare verso un’architettura cloud-native al momento opportuno, senza intaccare l’investimento iniziale.
La suite di CNF disponibile per hardware F5 ottimizzato aggiunge, poi, flessibilità con l’aumento significativo delle prestazioni delle telco, traendo benefici sia dalle caratteristiche cloud-native, sia dalla potenza di prestazioni di un dispositivo hardware F5.
Leconte è convinto che l’impatto del consolidamento delle CNF sarà vantaggioso e di rilievo anche quando in futuro i prezzi dell’energia caleranno. Questo perché, riducendo la complessità, si ottengono le tre caratteristiche principali che le aziende di telecomunicazioni cercano, sfruttando i vantaggi delle CNF 5G: flessibilità, scalabilità e portabilità.
Ne è un esempio Rakuten Mobile, che ha mosso passi concreti verso il consolidamento delle CNF nel data plane 5G, ottenendo la riduzione dell’utilizzo di CPU di oltre il 60% e la limitazione del numero di CPU hop e di latenza.
Conclusioni
Siamo agli inizi, ma la strada verso una sostenibilità anche nel settore delle telecomunicazioni è già in atto e si stima che aumenteranno sempre di più le iniziative di consolidamento. D’altronde, come dimostra F5, l’architettura innovativa delle telco ottimizza il consumo di risorse, mentre la struttura di rete semplificata facilita la distribuzione di nuovi servizi e aggiornamenti software.
Il tutto porta a una riduzione di costi operativi e a un minor consumo di energia.
Gli approfondimenti sul sito aziendale di F5 portano a dedurre che le funzioni di rete cloud-native potrebbero essere davvero una valida risposta alla crisi ambientale ed energetica.
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- Indrasiri, Kasun (Autore)