La digitalizzazione delle aziende e delle esperienze dei clienti ha fatto diventare i dati un vero e proprio carburante economico. Snowflake e il suo data cloud sono al centro di questa rivoluzione basata sulla gestione intelligente dei dati. Andrea Ciavarella, Country Manager di Snowflake, ci ha raccontato durante l‘AWS Summit Milano 2023 la visione e le sfide di Snowflake in Italia: ecco quello che è emerso durante la nostra intervista.
Snowflake, intervista al Country Manager Andrea Ciavarella
Snowflake è una piattaforma di dati cloud che offre soluzioni innovative per lo storage, l’analisi, la condivisione e la monetizzazione dei dati, sfruttando le risorse illimitate del cloud. Fondata nel 2012, Snowflake ha raggiunto risultati enormi in tutto il mondo e da qualche anno ha deciso di puntare anche sull’Italia.
Come ci spiega in un’intervista a margine di AWS Summit Milano 2023 Andrea Ciavarella: “Snowflake è una realtà americana, nata nel 2012 dalla volontà e dall’esperienza di due senior architect di Oracle, che sono usciti dall’azienda per formare un nuovo paradigma sul cloud, per gestire i dati e il mondo degli analytics. Da quell’idea iniziale di quasi dodici anni fa, siamo diventati un’azienda multinazionale che ha da poco chiuso un anno fiscale con circa due miliardi di dollari di fatturato. Con una crescita di oltre il 70% rispetto all’anno scorso”.
Ciavarella ci spiega che l’azienda continua a crescere, non solo puntando al core di clienti enterprise ma anche allargando gli orizzonti verso realtà emergenti. “Abbiamo quasi ottomila clienti in tutto il mondo, coprendo un quarto della Fortune500. Quindi abbiamo una forte presenza nel mercato enterprise, anche se ci sono diverse aziende e startup – in ambiti come l’AI e altri campi innovati – che usano Snowflake per abilitare questi servizi. Abbiamo un servizio SaaS e pay-per-use, quindi possiamo rivolgerci a tantissime aziende diverse”.
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Un approccio innovativo al cloud
Trovandoci all’evento annuale di AWS, abbiamo chiesto a Ciavarella se Snowflake fosse legata all’hyperscaler o se avesse un approccio agnostico. Il country manager ci spiega che Snowflake offre ai clienti una flessibilità infrastrutturale davvero completa. “Diamo la possibilità alle aziende con cui lavoriamo di utilizzare qualsiasi sia l’hyperscaler con cui già lavorato: oltre AWS, lavoriamo con Google Cloud e Microsoft Azure. Ci integriamo perfettamente: l’azienda deve avere la possibilità di integrare la propria strategia dati, prescindendo dall’infrastruttura che c’è sotto. Sia per il cloud che per le infrastrutture on-premise. Non siamo solo multi-cloud, siamo cross-cloud: i clienti possono avere i dati on-premise, su diversi cloud pubblici e privati. Noi facciamo da layer di disaccoppiamento”.
Intervista ad Andrea Ciavarella di Snowflake: cosa è il Data cloud?
Uno dei concetti fondamentali che rendono unico l’approccio di Snowflake è il suo data cloud, che unisce sia la piattaforma che il contenuto cloud. Ciavarella ci spiega: “Il Data Cloud è un network di aziende che scambiano dati in maniera moderna fra loro: li condividono. Semplificando, se un’azienda conserva i propri dati su un cloud AWS e un’altra su Azure oppure su i propri database on-premise, noi non vogliamo che le scelte infrastrutturali limitino il business. Un tempo avrebbero dovuto spendere mesi (in media 3-4 secondo le stime di Fidelity) per integrare i due sistemi – senza tenere conto dei costi. Abbiamo quindi abilitato il Data Sharing, che permette di condividere solo i dati che servono con un paio di clic”.
Una novità che porta a nuove soluzioni di business. “Questa funzionalità ha generato nuovi mercati per i dati dei nostri clienti. Alcune realtà facevano della condivisione il proprio core business da tempo – le agenzie di rating, gli analisti. Ma ci sono anche aziende retail che hanno scelto Snowflake per eliminare i costi e i problemi dell’infrastruttura. E ora si trovano a poter condividere i propri dati con altre aziende, anche se non è il loro core business. Sempre più vediamo un ‘effetto domino’, in cui le aziende condividono dati in maniera semplice con Snowflake: vediamo per esempio il mondo retail comunicare con i media tramite le Data Clean Room. Danno alle agenzie media informazioni sui consumi che sono GPDR compliant, anonimizzate e sicure.
Nuove possibilità
Ciavarella ci spiega che la piattaforma di Snowflake è in continua evoluzione, lasciando diverse opportunità per i clienti. Anche in ambiti inaspettati. “Per le aziende, il vantaggio è quello di dire: posso creare un dataset nuovo che può interessante altre realtà, anche di nuovi settori. Ma stiamo anche lavorando alla possibilità per le aziende di vendere algoritmi per la gestione e l’analisi dei dati. All’interno della piattaforma, potranno scrivere codice senza che i dati lascino la piattaforma, per poi venderlo all’interno di Snowflake. Questi API permetteranno alle aziende non solo di avere dati, ma anche di sfruttare quelle competenze – che sono molto carenti sul mercato”.
Per tutti questi motivi, il potenziale dell’azienda è in espansione. “A livello italiano stiamo vivendo un’accelerazione esponenziale – che puntiamo a continuare. Ma soprattutto, vogliamo sempre più avvicinarci al business delle aziende come abilitatori tecnologici. Inoltre, penso che nel prossimo futuro vedremo la nascita di mercati B2B di API e algoritmi di machine learning, che democratizzeranno l’accesso a queste risorse”.
Se cercate ulteriori informazioni, le potete trovare sul sito di Snowflake.