AziendeCase Study

Schneider Electric e la sostenibilità ambientale dei data center

Il tema della sostenibilità ambientale è sicuramente uno dei più sentiti in questo momento storico. Schneider Electric, multinazionale leader sui temi di automazione e gestione dell’energia, ha sicuramente le idee molto chiare su come ottenere sostenibilità quando è coinvolta una infrastruttura IT.

Il problema della sostenibilità delle infrastrutture tecnologiche va affrontato su due livelli. Su uno c’è da considerare uno scenario europeo con una proliferazione di data center e un obiettivo su larga scala come la riduzione della temperatura del pianeta. Sull’altro c’è la situazione specifica del nostro paese che deve tenere conto di dinamiche economiche e imprenditoriali.

La sostenibilità in Europa

Della sostenibilità a livello europeo ce ne hanno parlano, per Schneider Electric, Pankaj Sharma (EVP Secure Power) e Rob McKernan (SVP Secure Power Europe).

Schneider Electric si propone alle aziende europee come un leader nel viaggio verso gli 1.5 gradi dell’accordo di Parigi. Per esserlo, Sharma e McKernan presentano un percorso da qui al 2050 proprio per ottenere questo obiettivo. Schneider Electric, aggiungono lavora già da dieci anni con l’obiettivo della sostenibilità energetica. In questo periodo storico, continuano, i mondi digitale ed elettrico si incontrano per creare un futuro che sia smart e green. Questo perché sono le tecnologie digitali quelle che possono aiutarci ad essere più efficienti e a consumare di meno.

Nella visione di Schneider Electric, è necessario pilotare il cambiamento partendo da dove la richiesta è forte. Perché questo permette di gestire meglio la produzione di energia. Ovviamente, i data center, che oggi vengono aperti in rapida successione, sono i punti dove è bene operare subito. Su questo aspetto, in particolare, è sensibile anche la Commissione Europea che ha recentemente annunciato REPowerEU: un piano per ridurre l’uso dei combustibili fossili e accelerare la transizione verde.

Data center e efficienza energetica

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Fonte: Presentazione Francesco Quero (Schneider Electric)

Con l’attuale proliferazione dei data center in Europa, i CEO delle multinazionali basate sul cloud hanno il problema di gestire l’infrastruttura IT in maniera sostenibile e energeticamente efficiente. Esistono già dei casi virtuosi in questa direzione; come EcoDataCenter in Svezia. EcoDataCenter ha una efficienza energetica del 99% e una PUE (Power Usage Effectiveness) di 1.15. Il valore di PUE è è il rapporto tra la potenza totale assorbita dal data center e quella usata dai soli apparati; più si avvicina a 1 e più il data center è energeticamente sostenibile.

Dopo il caso virtuoso, vengono presentati anche una serie di paesi dell’Unione Europea dove, purtroppo, la situazione non è altrettanto favorevole. La situazione specifica di ogni nazione rende difficile trovare una soluzione comune per tutti. Per Schneider Electric la soluzione è quella di creare un ecosistema collaborativo per i dati e l’energia. Infatti, l’intervento si chiude con il messaggio per cui uniti e con un obiettivo comune i paesi europei possono farcela.

La sostenibilità in Italia

Francesco Quero
Francesco Quero

Il quadro del nostro Paese ci è stato presentato da Francesco Quero (Secure Power CEEI and Italy VP).

In Italia il problema è, come spesso avviene, misurare la differenza tra le parole e i fatti. Il cosiddetto value-action gap. Per capire a che punto siamo, Schneider Electric ha commissionato una serie di indagini indipendenti a Forrester, S&P Global e Canalys. Queste indagini, lavorando su livelli diversi, hanno fatto affiorare numeri interessanti.

Innanzitutto, tutti i grandi attori del cloud hanno dichiarato un loro obiettivo, a volte anche molto ambizioso, in termini di sostenibilità. Questo, ovviamente, ha messo sotto pressione i data center multitenant che, per continuare ad essere loro fornitori, devono condividerne questi obiettivi. Nel nostro Paese, nonostante il 97% degli operatori di data center abbia questo vincolo, solo il 43% di loro ha definito un programma di sostenibilità.

Il secondo dato che affiora è che il valore di PUE potrebbe non essere più una metrica molto significativa. Infatti, negli ultimi otto anni la capacità computazionale dei data center è aumentata del 550% ma la richiesta energetica per il loro funzionamento è aumentata solo del 6%. Anche per questo, a dicembre del 2021 Schneider Electric ha prodotto il primo framework completo di parametri per la sostenibilità dei data center (whitepaper 67).

Nuove infrastrutture, nuovi problemi

Nonostante in questi anni tra gli operatori di data center l’attenzione per la sostenibilità sia aumentata in maniera significativa, le infrastrutture ibride rappresentano oggi un problema. Abbiamo di fronte un’infrastruttura ibrida nel momento in cui si delegano funzionalità diverse alle infrastrutture IT in base alla loro posizione geografica. Tipicamente, archiviamo i dati vicino all’utente per ottimizzare i tempi di accesso ma facciamo elaborazioni pesanti usando siti remoti per ridurre i costi. Questo tipo di approccio, che prende anche il nome di edge computing, è caratterizzato da un PUE molto svantaggioso.

Il discorso torna quindi sulle stesse note sentite a livello europeo: occorre creare nuove competenze e processi da usare all’interno di un ecosistema collaborativo. E questo, per Schneider Electric, vuol dire coinvolgere partner e fornitori nel definire il percorso verso la sostenibilità.

Innovazione e transizione digitale

Maurizio Semeraro
Maurizio Semeraro

Nell’ultima parte si tocca il tema della transizione digitale. Ce ne ha parlato Maurizio Semeraro (SVP Secure Power Europe).

Il nocciolo della questione è che occorre introdurre innovazione per rispondere au nuovi bisogni generati dalla transizione digitale. L’industria 4.0 si appoggia su due pilastri: la continuità e qualità dell’energia e la disponibilità continua di dati in tempo reale. Schneider Electric riassume questi due concetti nel termine “Elettricità 4.0”. Ovverosia, dati ed energia per il funzionamento dell’industria 4.0. Se uno dei due viene a mancare, allora gli impianti possono fermarsi o anche danneggiarsi.

L’innovazione proposta da Schneider Electric tramite i suoi prodotti, si concentra da una parte sul rendere elettricamente efficiente il data center e dall’altra sul rendere più sicuri e ottimizzati i sistemi di calcolo periferici (sull’hedge). Infatti, secondo una ricerca Gartner, il 75% dei dati aziendali verrà creato ed elaborato nelle periferie del cloud.

Per ottenere i risultati sperati, però, la collocazione di prodotti innovativi non è abbastanza. Per Schneider Electric occorre fare sistema con i propri partner. Ed è questo uno dei motivi per cui l’azienda, che centra il proprio modello di business sui suoi partner, ha deciso di varare un partner program completamente rinnovato. In questo nuovo programma, uno dei cambiamenti più interessanti è che il fatturato non sarà più l’unico indice di valutazione per un partner. Verranno utilizzati anche altri indici, tra cui anche l’ecosostenibilità dell’azienda.

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Dario Maggiorini

Si occupa di tecnologia e di tutto quello che gira attorno al mondo dell'ICT da quando sa usare una tastiera. Ha un passato come sistemista e system integrator, si è dedicato per anni a fare ricerca nel mondo delle telecomunicazioni e oggi si interessa per lo più di scalabilità e sistemi distribuiti; soprattutto in ambito multimediale e per sistemi interattivi. Il pallino, però, è sempre lo stesso: fare e usare cose che siano di reale utilità per chi lavora nel settore.

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