Viviamo in un’epoca di grande innovazione guidata dall’AI, ma le aziende sono pronte ad abbracciare completamente questa tecnologia? Secondo la più recente indagine di Riverbed, non proprio: nonostante il grande ottimismo dimostrato per l’AI, poco più di un terzo delle aziende sono effettivamente pronte per implementare progetti basati su di essa.
L’indagine condotta da Riverbed ha visto la partecipazione di 1.200 responsabili IT, di imprese e del settore pubblico in sette paesi e sette settori, tutti con oltre 250 milioni di dollari di fatturato annuo. Tra i settori includi figurano: manifatturiero, servizi finanziari, vendita al dettaglio, governo/settore pubblico, provider di servizi sanitari, energia e servizi, e trasporti e compagnie aeree.
Lo scenario è destinato a evolversi nei prossimi 3 anni
Riverbed, nella sua recente indagine “Riverbed Global AI & Digital Experience Survey“, rivela tendenze contrastanti: nonostante il 94% degli intervistati afferma che l’AI è una priorità per i vertici aziendali e il 91% riconosce che offre vantaggi competitivi, solo il 37% è, al momento, preparato a implementare progetti basati su questa tecnologia.
Il motivo? La difficoltà intrinseca dell’adozione dell’intelligenza artificiale. Infatti, le aziende si ritrovano spesso ad affrontare diverse sfide, che vanno dalla qualità dei dati ai temi di scalabilità, e che influenzano le capacità di sfruttare i benefici derivanti dall’adozione dell’AI.
Riverbed però rimane ottimista, prevedendo nei prossimi tre anni una rapida evoluzione dello scenario. Ottimismo supportato dai dati dell’indagine, in quanto entro il 2027, l’86% dei leader si aspetta che la propria organizzazione sarà pronta a implementare strategie e progetti di AI.
“L’AI è una priorità per i leader IT, poiché può offrire enormi benefici per le operazioni IT e trasformare i settori e il modo di lavorare,” ha dichiarato Jim Gargan, Chief Marketing Officer di Riverbed. “Nonostante l’entusiasmo, la Survey ha rivelato diversi gap che le organizzazioni devono superare per sfruttare tutti i benefici dell’AI. Ciò che i leader vogliono è passare dal semplice hype a un’AI concreta che funzioni e offra risultati misurabili”.
Ecco le lacune da colmare
Riverbed ha individuato tre divari (gap) che le aziende dovrebbero superare per garantire che l’adozione dell’AI porti benefici e successo aziendale.
La prima è il reality gap, un divario dovuto alla falsa percezione delle aziende di essere più avanti rispetto ai concorrenti. Infatti, la maggioranza degli intervistati (82%) crede essere in uno stadio più avanzato dell’adozione dell’AI, e solo il 5% afferma di essere leggermente indietro. Questo divario tra percezione e realtà indica che molti leader sono troppo fiduciosi riguardo ai traguardi raggiunti dalle loro aziende in ambito AI, e ciò mina considerevolmente il loro potenziale di crescita.
In seguito abbiamo il readiness gap, il divario di preparazione, di cui abbiamo accennato prima. Infatti, solo il 37% dei leader afferma che a oggi la propria organizzazione è pienamente preparata a implementare progetti di AI. Inoltre, il 72% afferma che con l’AI ancora in fase di maturazione, è difficile implementare un’AI efficace e scalabile.
Infine, abbiamo il data gap: nonostante quasi tutti i leader (85%) confermano che i dati sono cruciali per l’AI, solo quattro su dieci valutano i propri dati come eccellenti per completezza (43%) e accuratezza (40%), con il 42% che afferma che la qualità dei dati è un ostacolo a ulteriori investimenti in AI.
Tutto si basa sulla fiducia
I prossimi tre anni saranno dominati dall’intelligenza artificiale, che nel frattempo maturerà e diventerà un motore di crescita, e cambieranno pure gli obiettivi delle aziende.
Non si può assistere ad alcuna crescita se non c’è fiducia, ma fortunatamente questo non è il caso. Le aziende sono sempre più fiduciose nelle capacità dell’AI, e molti degli intervistati hanno affermato che preferirebbero utilizzare l’AI per automatizzare un importante aggiornamento IT (61%) piuttosto che sedersi nel sedile posteriore di un’auto senza conducente in città (39%).
In generale, il sentiment sull’AI all’interno delle organizzazioni è positivo, con solo il 4% dei rispondenti che si definisce scettico. Inoltre, l’indagine ha rivelato che la generazione che si trova più a suo agio con l’AI è la Gen Z, con il 52% dei rispondenti a favore della tecnologia. Seguono Millennials (39%), Gen X (8%) e Baby Boomers (1%).
L’AI svolge un ruolo importante nel miglioramento della Digital Experience
Come già evidenziato da un’indagine di Riverbed condotta l’anno scorso, la Digital Experience (DEX) è un obiettivo cruciale per le imprese, specialmente con le aspettative digitali sempre più elevate dei dipendenti Gen Z e Millennial, che rappresentano circa la metà della forza lavoro globale.
L’AI svolge un ruolo importante in questo ambito, come evidenziano i dati dell’indagine: infatti, ben l’86% dei leader ha concordato sul fatto che l’automazione AI è importante per migliorare l’efficienza IT e offrire una migliore digital experience agli utenti.
Gli intervistati hanno inoltre classificato i primi cinque modi in cui si aspettano di utilizzare l’AI nei processi IT per migliorare la DEX nei prossimi tre anni, tra cui: automazione dei workflow (72%), automazione delle soluzioni (69%), supporto continuo 24/7 come chatbot (63%), data-driven insight (59%) e analisi del feedback (57%).
Ad oggi, i tassi di adozione dell’AI generativa per la DEX sono relativamente bassi, con solo un terzo delle organizzazioni che ne fa attivamente uso. Tuttavia, Riverbed prevede che nei prossimi 12-18 mesi, questa percentuale raddoppierà quasi, arrivando al 67%, con il resto delle organizzazioni nella fase di ideazione.
Per maggiori informazioni, vi invitiamo a leggere l’indagine completa disponibile sul sito web di Riverbed.