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Gestire le risorse umane con le People Analytics

Ecco i consigli di HRCoffee

L’analisi dei dati sta cambiando il modo di fare business, in ogni aspetto. Anche nella gestione delle risorse umane le People Analytics permettono di prendere decisioni strategiche e ottimizzare i processi. Ma in Italia sono ancora poche le aziende che adottano questa strategia, specie fra le PMI. HRCoffee ha quindi deciso di dare tre consigli che possono aiutare le aziende che hanno intenzione di compiere questo cambio di passo.

People Analytics, gestire le risorse umane con i dati

Secondo il Report “Imprese e ICT” dell’INSTAT, rilasciato nel gennaio 2022, l’80% delle aziende con almeno 10 dipendenti valuta come basso o molto basso il livello di adozione delle Information and Communications Technology. E se andiamo a vedere in particolare le PMI, solamente il 6,2% utilizza l’intelligenza artificiale attivamente. Quasi solamente in ambito produttivo e per analisi commerciali, quasi mai per l‘ambito HR.

HRCoffee invece valuta come un possibile vantaggio competitivo per le aziende usare i dati per le risorse umane. Infatti dà la possibilità di valutare lo status e il funzionamento dei processi aziendali e permette di creare modelli predittivi per prendere decisioni utili per il futuro.

Ha quindi sviluppato un modello di gestione basato su un approccio incentrato sulle persone, che la startup pugliese ha sviluppato usando la tecnologia IBM Watson. Uno dei più importanti sistemi di intelligenza artificiale per la social collaboration e le people analytics. Che punta a mettere in connessione le persone all’interno dell’azienda.

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I tre pilastri

Questo approccio permette di creare report per approfondire la conoscenza delle persone singole e della cultura aziendale, fornendo una percorso di crescita sia a livello aziendale che per i professionisti assunti. E secondo HRCoffee, si basa su tre pilastri fondamentali:

  • Definire obiettivi chiari e realizzabili. Prima anche di utilizzare le People Analytics serve avere in chiaro cosa volete ricavare dall’analisi. Stabilendo degli obiettivi espliciti, realizzabili e misurabili.
  • Creare una base di dati di qualità. Ogni aziende può attingere a un pozzo infinito di informazioni riguardo la cultura interna, le competenze e relazioni dei dipendenti. Ma serve che i dati sia di qualità: bisogna essere in grado di standardizzarli per renderli facilmente estrapolabili. Se non sono traducibili in valori allineati agli obiettivi del team HR, non sono sfruttabili.
  • Adottare strumenti di gestione e analisi dati personalizzati. Le tecnologie che utilizzate per l’analisi dati devono adattarsi alla vostra azienda e al vostro personale. Soprattutto in questo ambito, la flessibilità è essenziale.

Utilizzando questo approccio e i giusti strumenti, le aziende possono imparare a sfruttare i dati per migliorare l’HR a 360 gradi. Come spiega Maria Cesaria Giordano, CEO e co-founder di HRCoffee: “In Italia, l’utilizzo del People Analytics e dell’intelligenza artificiale in tutte le fasi della gestione del personale è ancora troppo limitato. Tuttavia è fondamentale che le aziende comprendano le enormi potenzialità dello studio della cultura interna e delle singole persone, in quanto portatrici di conoscenza e vera ricchezza per l’impresa stessa. La quantità di dati che è possibile raccogliere è gigantesca e di totale proprietà dell’azienda, che può fruire in modo semplice e veloce”.

Trovate maggiori informazioni sul sito di HRCoffee.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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