Con l’introduzione degli emendamenti recentemente approvati dalle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato nell’ambito del DL Omnibus contro la pirateria TV e gli eventi sportivi, il rischio di carcere per gli ISP che non comunicano immediatamente l’attività illecita si fa molto concreto. Questo è l’allarme lanciato da Assoprovider, l’associazione rappresentativa dei piccoli e medi fornitori di servizi Internet in Italia.
Pirateria TV: il rischio del carcere per gli ISP
Questo rischio, molto concreto secondo Assoprovider, è una minaccia senza precedenti per il settore delle telecomunicazioni in Italia, perché gli emendamenti contenuti nel DL Omnibus contengono misure giudicate in maniera molto critica da Giovanbattista Frontera, presidente di Assoprovider.
I due emendamenti in questione prevedono un’estensione degli obblighi di blocco contenuti diffusi abusivamente anche ai fornitori di servizi VPN e DNS pubblicamente disponibili. Il secondo emendamento invece obbliga gli ISP a segnalare immediatamente alle autorità giudiziarie le eventuali attività penalmente rilevanti. Il mancato ottemperamento di questa norma prevede fino a un anno di carcere.
Assoprovider segnala cinque punti critici: il primo, il rischio di carcere completamente ingiustificato, una minaccia senza precedenti. Il secondo, l’impossibilità pratica, perché gli ISP non hanno le competenze per determinare le attività penalmente rilevanti. Il terzo, un sovraccarico del già intasato sistema giudiziario. Il quarto, l’impatto sulla concorrenza, poiché i piccoli e medi operatori non hanno le risorse per impianti di monitoraggio complessi. Infine, il conflitto sulla privacy pone l’ISP in una situazione insostenibile.
Assoprovider chiede dunque l’intervento del legislatore per rimuovere la minaccia di carcerazione per rivedere nel complesso questi emendamenti. La lotta alla pirateria tv deve passare per soluzioni pratiche che non mettano a rischio la libertà personale degli operatori e i diritti fondamentali degli utenti.
Le parole di Giovanbattista Frontera
Giovanbattista Frontera, presidente di Assoprovider, dichiara in merito: “L’introduzione del rischio di carcerazione per gli ISP è una misura draconiana e sproporzionata. Questa norma non solo mette a repentaglio la libertà personale degli operatori del settore, ma rischia di paralizzare l’intero sistema delle telecomunicazioni in Italia. Ci troviamo di fronte a un bivio pericoloso. Da un lato, rischiamo il carcere se non segnaliamo attività sospette. Dall’altro, potremmo violare le leggi sulla privacy se monitoriamo eccessivamente il traffico dei nostri utenti. È una situazione impossibile per qualsiasi operatore.“
Infine, Frontera conclude: “Siamo determinati a contrastare la pirateria, ma non possiamo accettare il rischio di finire in carcere per svolgere il nostro lavoro. Chiediamo una revisione urgente di questi emendamenti e l’apertura di un tavolo di confronto con tutte le parti interessate.”