Qlik lancia due nuove risorse derivanti dal recente studio globale di IDC sponsorizzato dalla stessa azienda. La ricerca Qlik evidenzia come le aziende che investono nello sviluppo di competenze di data-to-insights (D2I), attraverso le moderne pipeline di analytics e di dati, stiano registrando notevoli incrementi negli utili.
Qlik ha studiato un nuovo strumento di valutazione offerto da IDC (www.D2I-Score.com). Questo consente alle azienda di valutare i punti di forza e le lacune delle proprie pipeline di dati. Il tool permette di avere anche una serie di raccomandazioni che aiutano le imprese a a focalizzare meglio gli investimenti strategici per ottenere migliori profitti.
Ricerca Qlik, arriva una nuova applicazione di data analytics
Qlik lancia anche una nuova applicazione di data analytics, “Data as the New Water: The Importance of Investing in Data and Analytics Pipelines”, che fornisce una ripartizione geografica dettagliata delle differenze significative del modo in cui gli intervistati (Stati Uniti, Regno Unito, Brasile, Australia, Singapore e Giappone), sono posizionati in modo da raccogliere i benefici o da rimanere indietro rispetto ai concorrenti, sulla base della forza delle loro pipeline di dati.
- L’88% dei Leader ha dichiarato che l’efficienza operativa è migliorata (rispetto al 76% generale), e il miglioramento medio è stato del 21% (rispetto al 17% generale)
- L’86% dei Leader ha affermato che le entrate sono aumetate (contro il 74% generale), e l’incremento medio è stato del 23% (contro il 17% in generale)
- Il 90% dei Leader ha dichiarato che l’utile è aumentato (rispetto al 76% generale), e che l’aumento medio è stato del 24% (rispetto al 17% generale)
I risultati specifici della ricerca Qlik, a livello geografico mostrano come esistano differenze significative nel modo in cui ogni Paese e ogni Regione si stia approcciando all’utilizzo delle pipeline di dati e alle loro capacità D2I, e come questi approcci stiano influenzando le prestazioni aziendali.
- Il punteggio medio D2I è di 41.6 nei 10 Stati esaminati. Un’analisi specifica per Paese mostra un ampio range di 17 punti (punteggio più alto in Brasile 52.5, più basso in Francia 34.9).
- Ci sono ampi range di punteggio anche tra e diverse aree geografiche. La Regione delle Americhe (Stati Uniti, Brasile, Canada) ha avuto il punteggio medio più alto con 45, seguita dall’APAC (India, Singapore, Giappone, Australia) con 41.8 e dall’EMEA (Regno Unito, Francia, Germania) con 37.8.
- Le Americhe registrano un aumento degli utili superiore alla media (19%), mentre l’APAC registra un incremento dell’efficienza superiore alla media (19,7%).
- Uno degli impatti più forti dati da un punteggio D2I più alto, oltre all’aumento dei profitti o dei ricavi, è l’aumento della soddisfazione e della fedeltà dei clienti, essenziali per le aziende in un mercato influenzato dalla diffusione del COVID-19. La media complessiva del miglioramento in questa categoria è stata del 19,7%, con l’Australia in testa con un aumento del 27% e l’APAC che ha registrato il più alto incremento medio al 21,5%, seguita dalle Americhe al 19,6% e dall’EMEA al 17,3%.
- Praticamente tutte le aziende di ogni Paese intervistato (96% o più) hanno dichiarato difficoltà significative nell’identificare quali fonti di dati fossero le più preziose. Solo le imprese in Giappone e Germania (89%) hanno segnalato un tasso inferiore.
Indipendentemente dalle differenze regionali, ogni azienda è inondata da variegate e complesse tipologie di dati. Molte stanno lottando per massimizzarne il valore, poiché spesso si lavora con pipeline di dati non integrate e che presentano lacune, generalmente a causa della mancanza di un catalogo dati e della capacità di catturare le modifiche nei dati. Inoltre, gli investimenti nell’Intelligenza Artificiale e nelle analytics vengono vanificati in mancanza di una pipeline di dati agile, automatizzata e agnostica che trasformi continuamente i dati da qualsiasi cloud, sistema o sorgente in informazioni pronte all’uso aziendale, capaci di guidare l’azione e i risultati.