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Cybersecurity: Assintel chiede regole più severe sull’uso dei dati cloud

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Nel dibattito sull’European Cybersecurity Certification Scheme for Cloud Users (Eucs), emerge da parte di Assintel la richiesta di un approccio pragmatico. Paola Generali, presidente dell’Associazione ICT di Confcommercio, sottolinea che l’Europa, e in particolare l’Italia, non possono ancora gestire autonomamente i servizi cloud. 

“È inevitabile affidarsi a fornitori stranieri”, afferma Generali. Invece di concentrarsi solo su chi possiede i dati, propone di spostare l’attenzione su come questi dati vengono utilizzati e garantire tutele tecnologiche e normative efficaci.

In Italia e nel resto d’Europa, il settore ICT continua a dipendere dai servizi offerti da grandi provider stranieri. La presidente di Assintel afferma che questa dipendenza non sarà risolta nel breve termine, vista l’attuale mancanza di infrastrutture e capacità autonome. Tuttavia, propone che l’Unione Europea si concentri sull’imposizione di norme più rigide per l’utilizzo dei dati sensibili, specialmente quelli strategici a livello nazionale, che dovrebbero rimanere all’interno dei confini del Paese d’origine. Questo, secondo Generali, richiederebbe l’introduzione di un concetto di “immunità” per questi dati, per assicurarne la protezione da controlli esterni.

Assintel: le normative di cybersecurity esistenti sono insufficienti

Generali ha elogiato l’operato dell’Unione Europea negli ultimi anni per quanto riguarda la regolamentazione dei dati e la sicurezza informatica. Regolamenti come il GDPR e l’AI Act rappresentano un passo importante. Tuttavia, la presidente ha sottolineato la difficoltà di mantenere queste normative al passo con il rapido progresso tecnologico. La soluzione, secondo lei, risiederebbe nell’introduzione di disposizioni precise nei regolamenti esistenti, per normare l’uso dei dati anche da parte di fornitori di servizi cloud esterni all’Unione.

Tra le proposte avanzate da Assintel vi è anche l’introduzione di controlli più severi sui fornitori di servizi cloud, sia europei che extraeuropei. 

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“Serve un sistema di verifica costante e severo”, ha dichiarato Generali, sottolineando l’importanza di proteggere gli interessi europei. Secondo l’associazione, questo permetterebbe di garantire maggiore sicurezza non solo sul piano tecnologico, ma anche sul fronte politico e strategico.

L’appello lanciato da Assintel è chiaro: l’Unione Europea deve regolamentare l’uso dei dati in modo più dettagliato, tutelando gli interessi degli Stati membri. La proposta si concentra sull’idea di stabilire criteri stringenti e verifiche frequenti per monitorare come i fornitori cloud gestiscono i dati sensibili. Questo approccio, secondo Generali, potrebbe rappresentare una protezione efficace per i dati strategici, salvaguardandoli da potenziali abusi o utilizzi impropri da parte di attori non europei.

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