Ieri, a Milano, abbiamo avuto l’occasione di partecipare a Red Hat Summit: Connect 2024, la più grande conferenza Red Hat d’Italia. Si sono uniti sul palco Rodolfo Falcone, Country Manager per l’Italia, Ashesh Badani, Senior Vice President and Chief Product Officer, e Rinaldo Bergamini, Italy OpenShift Platform Leader, insieme ad altri esperti dell’ecosistema Red Hat e testimonial di successo.
Sì al cloud ibrido, soprattutto se è open source: la visione di Red Hat
Ha aperto le danze Rodolfo Falcone, che ha illustrato le tendenze di mercato tecnologiche più importanti. Come ben sappiamo, l’intelligenza artificiale la sta facendo da padrona, seguita a ruota dal cloud, fatto che i dati mostrati da Falcone sottolineano.
Come dimostrato durante gli anni, intelligenza artificiale e cloud vanno a braccetto, con una tecnologia che sostiene l’altra e viceversa. Una collaborazione tecnologica su cui Red Hat sta puntando, ora più che mai, con la creazione di servizi appositamente studiati per sbloccare le potenzialità di queste due influenti tecnologie.
In particolare, Red Hat sta andando incontro ai clienti che intendono innovare la propria infrastruttura informatica adottando tecnologie più avanzate. La parola d’ordine dell’innovazione tecnologica aziendale? Secondo Badani, Open Hybrid Cloud. Analizziamola meglio.
Il cloud ibrido, con dati sia on-premise presso l’azienda che nel cloud presso grandi hyperscaler, è la strategia di archiviazione e gestione dati più diffusa al giorno d’oggi, preferita per flessibilità e possibilità di maggiore governance sui dati. E quell’Open? Quello è l’aggettivo che Red Hat inserisce nel paradigma del cloud ibrido.
Proprio come l’IT è diventata progressivamente sempre più open source, con la diffusione del sistema operativo aperto Linux e il software di gestione per container Kubernetes, è solo naturale che pure il cloud ibrido lo sia.
Dal cloud segue l’intelligenza artificiale
Ma non solo cloud: pure l’intelligenza artificiale deve essere open source. Per soddisfare questa richiesta, Red Hat offre una soluzione per lo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale open source con Instruct Lab, nata in collaborazione con IBM.
Le offerte di Red Hat in ambito AI non si fermano però qui. È anche possibile utilizzare modelli offerti da altre aziende, come Gemini di Google o ChatGPT di OpenAI grazie alla soluzione OpenShift AI. OpenShift AI permette di creare applicazioni AI scalabili e ibride, perfette per le aziende in cerca di una ventata d’aria di innovazione. Inoltre, la soluzione permette di gestire in modo dinamico le risorse di computazione, come utilizzo di CPU e GPU, per rendere i workload AI più efficienti.
Gestire il cloud ibrido e le applicazioni AI non è operazione semplice, ma Red Hat ha un asso della manica, Ansible. Grazie agli aggiornamenti della soluzione, ora è possibile utilizzare Ansible anche in cloud, presso gli hyperscaler.
Aggiungiamo anche il potente sistema operativo Red Hat Enterprise Linux (RHEL) e abbiamo chiuso il cerchio. Quello che Red Hat ha creato con i suoi prodotti è la sua visione di Open Hybrid Cloud, una realtà che vuole condividere con le aziende di tutto il mondo.
La tecnologia di Red Hat è uno dei pilastri portanti di molti servizi che utilizziamo tutti i giorni
Avete letto bene: quando facciamo uso di servizi online, c’è un alta probabilità che la nostra esperienza sia alimentata dalla tecnologia open source di Red Hat. Il perché? Ne abbiamo già citato uno, l’open source, a cui si affiancano flessibilità, efficienza e robustezza.
E sono state proprio flessibilità, efficienza e robustezza le caratteristiche più citate dai testimonial durante Red Hat Summit: Connect 2024. Tra questi, Fincantieri, Leithà (parte di Unipol Group), Alpitour World, Campari, e TIM.
Per Fincantieri, ma anche per altre aziende del settore, l’automazione tramite Ansible e gli altri strumenti AI offerti da Red Hat permettono di ridurre in maniera significativa l’incidenza dell’errore umano. Si tratta di un risultato importante, che permette alle aziende di risparmiare budget e, soprattutto, fatiche in caso di errore. Per Alpitour World, invece, le soluzioni di Red Hat incrementano l’efficacia del customer service, permettendo di offrire servizi migliori e più veloci.
Insomma, le soluzioni di Red Hat si prestano a utilizzi pressoché infiniti, e la chiave rimane sempre quella: la natura open source e altamente versatile del software.