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Red Hat: la rivoluzione della virtualizzazione nativa al cloud

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Lo scorso giovedì abbiamo partecipato all’evento “Virtualizzazione cloud-native: scenari di sviluppo e benefici per le imprese” organizzato da Red Hat. Durante l’evento, condotto Rodolfo Falcone, Country Manager di Red Hat Italy, e Rinaldo Bergamini, OpenShift Platform Leader di Red Hat Italy, è stato fatto il punto sullo scenario del cloud in Italia e nel mondo, e di come Red Hat lo stia rivoluzionando tramite la piattaforma di virtualizzazione e containerizzazione OpenShift.

La crescente importanza del cloud e della containerizzazione

Rodolfo Falcone
Rodolfo Falcone, Country Manager di Red Hat Italy, ha presentato l’aspetto economico dello sviluppo cloud

Il cloud sta diventando un tema sempre più caldo nello scenario IT: a livello di dimensione di mercato, infatti, supera l’intelligenza artificiale e la blockchain, con valore complessivo di mercato in Italia, nel 2023, di oltre 5 miliardi e mezzo di euro. Il cloud è ormai pervasivo nelle grandi imprese, dove mediamente oltre la metà, il 51%, delle applicazioni aziendali ormai vi risiede.

Negli ultimi anni, si sta assistendo a uno spostamento da virtualizzazione a containerizzazione, ovvero il raggruppamento di codice software e di tutti i relativi componenti necessari in un “contenitore software” detto, appunto, container. I container sono molto più versatili delle macchine virtuali, in quanto sono di dimensioni più contenute e sono progettati appositamente per essere compatibili con le tecnologie più recenti quali cloud, CI/CD e DevOps.

Macchine virtuali vs container – Fonte: evento Red Hat

Come è possibile osservare dai grafici sopra riportati, il mercato dei container è in rapida crescita, e si stima che nel periodo 2023-2027 subirà un tasso di crescita del 23.4%. Invece, il mercato delle macchine virtuali, seppur ancora molto rilevante, rimarrà stabile.

OpenShift: da legacy a container, con una piattaforma unificata

La strada per una transizione a un ambiente completamente cloud è ancora lunga. Molte aziende, sia grandi che piccole, basano la loro infrastruttura IT su sistemi e software “legacy”, di vecchio stampo e poco flessibili, il che rende difficile la loro migrazione su cloud. Come risolvere questo problema?

La soluzione di Red Hat è quella di utilizzare la loro piattaforma OpenShift per spostare, in maniera graduale, i sistemi legacy nel cloud, offrendo una piattaforma unificata che permetta sia virtualizzazione che containerizzazione. Vediamo come.

Virtualizzazione via OpenShift – Fonte: evento Red Hat

OpenShift: l’asso nella manica di Red Hat

OpenShift permette, grazie al servizio OpenShift Containerization, di spostare workload monolitici da macchine virtuali tradizionali a container per semplificarne il deployment. Putroppo, spesso non è possibile spostare tutti i workload su container, specialmente se si tratta di carichi basati su Windows. Red Hat offre, quindi, una soluzione alternativa: la transizione a macchine virtuali OpenShift. Queste, a differenza delle macchine virtuali tradizionali, sono perfettamente integrate nell’ecosistema cloud, e possono comunicare direttamente con i container e le altre macchine virtuali presenti sulla piattaforma offerta da Red Hat. È comunque possibile mantenere macchine virtuali legacy nel caso non sia possibile migrarle.

Rinaldo Bergamini, OpenShift Platform Leader di Red Hat Italy, ha presentato nel dettaglio la rivoluzionaria piattaforma OpenShift

La transizione da legacy a container avviene in modo automatico. OpenShift mette a disposizione lo strumento Migration Toolkit for Virtualization (MTV), che permette di migrare le macchine virtuali in uso su un’altra piattaforma di virtualizzazione alla piattaforma unificata di Red Hat, con minimo sforzo da parte dei sistemisti.

I vantaggi della virtualizzazione moderna e RHEL

La transizione da virtualizzazione tradizionale a quella moderna offerta da Red Hat è sicuramente un investimento importante per le aziende, ma vale la pena affrontarlo. I sistemi di virtualizzazione moderni, infatti, offrono svariati vantaggi.

I problemi risolti dalla virtualizzazione moderna – Fonte: evento Red Hat

La virtualizzazione tradizionale ha costi di mantenimento superiori, in termini di denaro e ore di lavoro, rispetto alla virtualizzazione moderna, e non si presta in modo efficiente alla scalabilità. Inoltre, presenta un rischio di sicurezza notevole, in quanto si basa su tecnologie ormai obsolete e non adatte a un ambiente cloud-based. La virtualizzazione moderna, come quella offerta da Red Hat, risolve questi problemi, fornendo una piattaforma cloud-oriented facilmente scalabile, orientata fin da subito alla sicurezza e dotata di strumenti di sviluppo integrati. Inoltre, il sistema di virtualizzazione e containerizzazione di Red Hat è in continua evoluzione. Data la sua natura open source e orientata allo sviluppo, aggiungere nuove funzionalità è semplicissimo.

Infine, Red Hat offre, insieme alla piattaforma OpenShift, la licenza per Red Hat Enterprise Linux (RHEL), un potente sistema operativo di livello enterprise basato su Linux studiato appositamente per sostenere i workload aziendali e facilitare virtualizzazione e containerizzazione.

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  • Duncan, Jamie (Autore)
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