Microsoft Italia e Nutanix hanno annunciato una partnership per aiutare le imprese italiane a trasformare digitalmente i propri processi e facilitare il passaggio al Cloud. La novità principale è la disponibilità di Nutanix Cloud Clusters (NC2) su Microsoft Azure. Una soluzione che permette di creare un Cloud ibrido integrato tra Nutanix Cloud Platform e i servizi di Cloud pubblico di Microsoft Azure. In questo modo, i clienti possono gestire le applicazioni in modo uniforme e usufruire di funzionalità di sicurezza, identità e analisi per ottimizzare le licenze esistenti su Azure.
Nutanix e Microsoft, insieme per semplificare il cloud ibrido
Durante l’evento di presentazione, Nutanix e Microsoft ci hanno spiegato che i clienti potranno così beneficiare della flessibilità del Cloud ibrido, eseguendo i propri carichi di lavoro in cloud privati o su Azure a seconda delle esigenze. Il tutto senza dover riscrivere le applicazioni e riducendo i costi totali di proprietà rispetto ad altre opzioni di Cloud.
Inoltre, grazie a Nutanix Cloud Clusters su Microsoft Azure, le imprese potranno aumentare la propria resilienza in caso di guasti o interruzioni dei servizi. Infatti, sono possibili soluzioni di disaster recovery basate sulla capacità on-demand di Azure. I clienti potranno anche sfruttare la scalabilità del Cloud Microsoft per gestire picchi di domanda, oltre che migrare e aggiornare i propri data center spostando in modo semplice le applicazioni e i dati esistenti, evitando operazioni complesse e costose di refactoring o retooling.
Gestire dati e applicazioni in maniera flessibile
Benjamin Jolivet, da poco nominato nuovo Country Manager di Nutanix Italia, ci spiega: “Siamo di fronte a una valanga di applicazioni: arriveranno 750 milioni di applicazioni nuove entro il 2026. Statista riporta che ogni giorno creiamo e consumiamo 181 zettabytes di dati, con l’85% dei workload che entro il 2027 non saranno più ottimali nella propria configurazione”. A questo si aggiunge la questione dell’Edge: il 50% dei dati entro il 2026 i dati nasceranno nell’edge.
Il 99% delle organizzazioni ha spostato le applicazioni su un’infrastruttura diversa da dove sono nati. Il 96% che pensa che avere un luogo unificato di gestione cloud sarebbe un vantaggio. Soprattutto perché il 67% riporta che spostare l’app è costoso e complicato – e il 91% dice che un luogo unificato permetterebbe di aumentare la sostenibilità ambientale.
Nutanix Enterprise Cloud Index riporta che in Italia solo il 35% ha visibilità piena dei propri dati. Il 72% dei rispondenti spiega infatti di avere un’infrastruttura mista (cloud e on-premise), ma sempre più aziende hanno anche un multicloud pubblico. In Italia questa disparità infrastrutturale risulta più ampia che nel resto del mondo. Questo porta a creare silos che, per l’89% delle aziende, risulta un problema per il lavoro dei vari team. Il 54% infatti pensa che il proprio ambiente IT non sia interoperabile – tanto che il 96% prevede di investire in una struttura iperconvergente.
L’84% vorrebbe avere un controllo migliore dei costi, il 44% vuole investire in visibilità e il 43% sostiene che l’investimento economico sarà una delle sfide principali per l’interoperabilità. “Ma l’89% pensa che la sostenibilità diventa più importante di anno in anno, sebbene solo per il 5% delle aziende la sostenibilità risulta il principale fattore per le decisioni infrastrutturali. Tuttavia, il 29% ha cambiato ambiente negli ultimi 12 mesi per far fronte a questioni ambientali“.
Nutanix e Microsoft collaborano per rendere più semplice l’accesso al cloud
Anche Marco Del Plato, Systems Engineer Manager di Nutanix Italia, sottolinea che il mondo del dato esploderà: produrremo sempre più dati e non sempre riusciremo a coordinarne la creazione su più piattaforme. Ma la risposta Nutanix l’ha già pronta: una piattaforma ibrida multicloud. “Fino a poco tempo fa si parlava solamente di edge e hyperscaler, ma in questi ultimi anni le soluzioni sono aumentate moltissimo: serve uno standardizzatore che permette di far comunicare i nodi della rete. Senza trascurare sicurezza, prestazioni e accessibilità”.
Nutanix parte quattordici anni fa cercando di rendere invisibile il datacenter: il concetto di one-click, operazioni complesse dietro le quinte ma che diventano semplici per gli utenti. Questo permette ai talenti nelle aziende di sfruttare il potenziale dei dati senza bisogno di imparare a programmare.
L’idea per Nutanix è quella di estendere quest’intelligenza anche al cloud pubblico di Microsoft Azure in maniera rapida, semplice e performante. La migrazione, però, deve arrivare in maniera rapida e senza impatti operativi: accelerare la migrazione e il time-to-market, per rendere la transizione il più semplice possibile.
Il passaggio al cloud reso semplice
Del Plato provoca: “Abbiamo il punto di partenza, il datacenter, e la meta, Azure. Ma quale percorso devo tracciare?”. Secondo l’ingegnere, non si tratta semplicemente di fare ‘copia e incolla’ sul cloud. Bisogna preparare app e dati in modo da uniformare l’esperienza. Ci spiega:
- Il primo passo sta nel modernizzare il datacenter on premise, accelerando il deployment di app e lo scaling.
- Poi devo estendermi all’edge e al cloud, aggiungendo servizi di cloud pubblico alle applicazioni che girano on-premise in maniera semplice.
- Infine, possono muovere le applicazioni “cloud-ready” nel cloud.
Nutanix ha quindi collaborato in maniera stretta con Microsoft per poter arrivare a una “estensione naturale di Azure”. La soluzione iperconvergente di Nutanix rende i workload pronti alla migrazione, per poi estendere i datacenter su NC2 on Azure, portando tutte le funzionalità che permettono di gestire le applicazioni più critiche.
L’on-premise parla con l’estensione della piattaforma su Azure, spostando i workload e facendo da “ponte” verso il cloud di Microsoft, dove posso utilizzare tutti i servizi cloud di Microsoft. In questo modo, quando devo fare dei cambiamenti per sfruttare i nuovi servizi, devo utilizzare lo stesso linguaggio utilizzato on-premise: qualcosa che accelera i tempi di adozione del cloud.
Tutti i vantaggi del cloud
Questa risorsa, inoltre, permette anche di costruire rapidamente una disaster recovery in qualsiasi regione del cloud pubblico. Inoltre, permette di gestire l’elasticità “on-demand”: potete utilizzare rapidamente il cloud per richieste stagionali o in occasioni particolari.
A questo si aggiungono tutti i vantaggi del cloud, come la scalabilità dinamica delle risorse. Inoltre, con Microsoft Azure gli utenti Nutanix possono ottimizzare i costi, spendendo per le risorse solo quando le usano. Il tutto in maniera rapida e dinamica: potete spostare i workload in entrambe le direzioni – se per esempio dovete portare on-premise alcuni workload per qualsiasi ragione.
“Le aziende adottano sempre più il multicloud ibrido per passare facilmente dall’on-premise al cloud pubblico, ottimizzare i costi per carichi di lavoro efficienti e sicuri e sfruttare un modello di abbonamento flessibile”, spiega intervenendo Benjamin Jolivet. “NC2 su Azure permette ai nostri clienti in EMEA – tramite il datacenter di Londra e quello di Amsterdam di prossima apertura – di migrare ad Azure in modo fluido grazie a una gestione coerente di applicazioni e dati in tutto l’ambiente multicloud ibrido”.
Nutanix e Microsoft: l’importanza della sostenibilità
Roberto Filipelli, Direttore della divisione Cloud & Enterprise di Microsoft Italia, ci spiega che la nuova partnership permette di migliorare le prestazioni delle aziende clienti. Non solo dal punto di vista produttivo, ma anche per la sostenibilità.
Infatti, l’utilizzo di risorse cloud, specie in un momento complicato dal punto di vista geopolitico, economico e nella ricerca di talento, permette a molte aziende di rispondere in maniera dinamica. “Microsoft si pone l’obiettivo di fare più con meno, sfruttando i dati nati nell’edge per diverse funzionalità di intelligenza artificiale. Dall’automazione dei processi ai digital twins, passando per le soluzioni di collaborazione e per ampliare le soluzioni di sicurezza”.
Ma anche per ridurre le emissioni e i costi dell’energia con il cloud. “La più grande innovazione dei datacenter Azure arriva già 20 anni fa, quando Microsoft ha installato le batterie per conservare l’energia green (eolico, solare) che poi reimmette nella rete quando aumenta la domanda“. Inoltre, Filipelli ci spiega che Microsoft ha iniziato a utilizzare l’idrogeno per migliorare l’efficienza energetica. Una comunica energetica di datacenter cloud, in sostanza.
Il cloud permette quindi di risparmiare su produttività e collaborazione, sull’infrastruttura e non solo. Ma diventa fondamentale governare queste risorse al meglio. Molti clienti dell’azienda di Redmond conoscono Nutanix: la collaborazione con Microsoft permette di ottimizzare le risorse perché gli ingegneri sanno già come programmare on-premise e devono solamente applicare gli stessi principi in Azure. Diventa quindi possibile migrare le applicazioni abbattendo i costi e ottimizzando i tempi.
Filipelli sottolinea: “Sempre più clienti stanno abbracciando i vantaggi del passaggio al Cloud per sostenere la propria crescita e trasformazione digitale. Grazie alla collaborazione con aziende come Nutanix stiamo espandendo la nostra capacità di supportare le diverse esigenze dei nostri clienti: le soluzioni di Cloud ibrido, infatti, consentono un’ottimizzazione dei costi per le imprese, con le stesse garanzie di sicurezza, agilità e disponibilità di servizi moderni, innovativi e all’avanguardia“.
Trovate maggiori informazioni sul sito di Nutanix e su quello di Microsoft Azure.