Di Nutanix e della sua attitudine verso il cloud abbiamo già parlato su queste pagine. Si tratta di una software company che opera nel settore delle infrastrutture iperconvergenti. L’obiettivo dell’azienda è quello di semplificare la gestione e aumentare la scalabilità verso l’alto delle infrastrutture dei suoi clienti. Questo importante risultato viene ottenuto attraverso una piattaforma software che astrae e unifica storage, capacità di calcolo e funzioni di rete.
Se vogliamo riassumere nella maniera più sintetica possibile la proposta dell’azienda, possiamo riuscirci usando una dicitura che fa un po’ anni ’80. Nutanix spinge per trasformare le architetture cloud dei suoi clienti in veri e propri sistemi di calcolo distribuito. Ovvero, abbandonare un concetto di cloud visto come un contenitore di macchine virtuali per farlo diventare un ecosistema di servizi che interagiscono tra loro condividendo storage e capacità di calcolo. Cioè, riprendere quella definizione di sistema distribuito nata quasi 40 anni fa, ma che abbiamo dovuto aspettare la maturità tecnologica di oggi per iniziare a toccare con mano.
Ovviamente, stiamo parlando di una transizione molto complessa da stimolare, sia dal punto di vista tecnico che per quanto riguarda l’approccio richiesto alle aziende. Per la tecnologia, ci sentiamo di dire che siamo già a buon punto, perché la propone Nutanix. Sulla predisposizione delle aziende a muoversi verso un nuovo modello di cloud, soprattutto nel nostro Paese, il quadro potrebbe essere un po’ più complesso. Proprio per questo motivo Nutanix ha incontrato la stampa per fare una fotografia della situazione del mercato e raccontarci dei suoi progetti per il futuro.
La situazione del mercato
Della situazione del mercato ci ha parlato Benjamin Jolivet, Country Manager di Nutanix Italia. Jolivet è partito direttamente dai numeri che riportano i risultati del Q2 per l’anno fiscale 2024, che per Nutanix si è chiuso il 31 gennaio.
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I numeri descrivono un’azienda in forte crescita, con un fatturato che incrementa a doppia cifra e che vanta oltre 25.000 clienti. Inoltre, proprio nello spirito della transizione verso un nuovo modello di cloud, un dato molto interessante è che AHV, l’hypervisor di Nutanix, è presente nel 70% delle architetture dei loro clienti. Questo significa che un numero significativo di organizzazioni crede nel nuovo paradigma per le architetture cloud.
La piattaforma di Nutanix considera il cloud ibrido e gli ambienti multicloud come aspetti molto importanti. Astrarre le risorse in maniera corretta e uniforme, indipendentemente dal fornitore sottostante, permette ai clienti di raggiungere il TCO corretto per loro.
Il confronto con la visione più classica di cloud
Il discorso va a toccare, ovviamente, anche la questione dell’acquisizione di VMware da parte di Broadcom. Novembre scorso, il CEO di Nutanix, Rajiv Ramaswami, aveva pubblicamente dichiarato che la sua azienda si proponeva come alternativa di mercato a VMware. In realtà, dal nostro punto di vista, Nutanix si pone come alternativa di mercato alla virtualizzazione classica, quella che vede un server virtualizzato come componente minima di un’architettura. Da questo punto di vista va anche fatto notare che l’approccio di Nutanix verso il nuovo cloud non è nato l’anno scorso in risposta all’acquisizione, ma è il risultato di un lungo processo di ricerca e sviluppo iniziato anni prima.
Per elaborare meglio su questo aspetto interviene anche Thomas Giudici, Sales Manager Italy North di Nutanix. Giudici racconta che, per la sua esperienza, i clienti si presentano con due tipi di richieste: la prima è cambiare radicalmente la loro infrastruttura e la seconda, preponderante, è quella di poter avere un’alternativa ai loro attuali vendor. Certamente, l’acquisizione di VMware ha stimolato una riconfigurazione del parco clienti e fornitori, e si registra un po’ di incertezza sul mercato. Incertezza dovuta anche al modello di business di Broadcom, diverso da quello di VMware. Il risultato finale, però, è che si stanno facendo avanti nuovi partner per lavorare sulla piattaforma di Nutanix.
L’intelligenza artificiale come servizio
Di questo argomento, un po’ più tecnico, ci ha parlato Marco Del Plato, Systems Engineer Manager di Nutanix.
È innegabile l’importanza assunta oggi dall’intelligenza artificiale generativa nei processi aziendali. Tuttavia, parecchie aziende hanno ancora difficoltà ad adottarla. Molte non sanno come partire e altre, invece, si pongono problemi legati alla tutela della proprietà intellettuale o non riescono a ottenere un risultato funzionante.
La soluzione di Nutanix prende il nome di GPT-in-a-box e coinvolge tutti i livelli della sua architettura cloud. La considerazione di partenza è che le organizzazioni non sviluppano modelli di AI propri, ma prendono modelli (LLM) sviluppati da terzi che poi alimentano con i loro dati on-premise. Ci sarà quindi verosimilmente un passaggio dai modelli fondazionali, come ChatGPT, a degli hub di modelli open source caratterizzati da licenze più permissive. GPT-in-a-box si propone appunto come uno stack applicativo già ottimizzato e gestibile in Python che va ad interfacciarsi con una AI di terze parti scelta e gestita dal cliente.
Un cliente potrà acquistare su un marketplace interno un modello fondazionale già parzialmente addestrato con dati pubblici per distribuirlo sulla sua architettura e raffinarlo con i propri dati personali, che quindi non usciranno da un perimetro di sicurezza.
La partnership con Cisco
La partnership tra Nutanix e Cisco si appoggia su un interesse comune per le infrastrutture iperconvergenti. L’idea è di complementare l’iperconvergenza realizzata in software da Nutanix per il suo cloud con una iperconvergenza più infrastrutturale contribuita da Cisco.
Cisco offre una soluzione di altissimo profilo per la gestione delle infrastrutture di rete, di calcolo e SaaS. L’unione delle due tecnologie può portare a una semplificazione della gestione su tutto lo stack, partendo dall’hardware di rete fino ai servizi. Inoltre, può anche accelerare i processi di IT transformation grazie a un numero maggiore di scelte disponibili.
La sintonia tra le due aziende non è solo di carattere tecnologico, ma anche metodologico. Fabrizio Gergely, Architecture Sales Leader di Cisco, che ha preso la parola per presentare la partnership, ha infatti identificato quattro importanti punti di contatto. Innanzitutto, una strategia comune per sfruttare i punti di forza di entrambe le aziende. Una ingegneria olistica per un’esperienza utente ottimale e senza interruzioni. Un modello di supporto condiviso e costruito sulla condivisione delle informazioni. Infine, una strategia di go-to-market comune e pensata per semplificare il più possibile l’esperienza utente.
Per saperne di più sulle soluzioni offerte da Nutanix, è possibile fare riferimento al sito web dell’azienda.