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Netalia, il cloud pubblico tutto italiano continua a crescere

Il fornitore italiano e indipendente di servizi di cloud pubblico Netalia segna un anno in grande crescita. Infatti, ha chiuso il 2022 con un aumento del fatturato del 66% rispetto all’anno precedente e una previsione ancora più ottimista per il 2023. Quest’anno, infatti, vedrà la “grande migrazione” al cloud della pubblica amministrazione italiana e Netalia giocherà un importante ruolo strategico in questo processo.

Netalia e il cloud pubblico al 100% italiano

Netalia vuole diventare il punto di riferimento per il Public Cloud indipendente in Italia, soprattutto per il mercato della Pubblica Amministrazione e delle medie e grandi imprese del Paese. La visione di business di Netalia si basa su due elementi chiave: il primo è il modello di fornitura del servizio, cioè il cloud pubblico; ovverosia un servizio cloud che si affaccia su Internet. Il secondo è l’ambito di intervento, che coincide con quello nazionale sia geograficamente che legalmente.

Infatti, l’azienda basa il proprio cloud conforme e sicuro sugli standard più elevati di sicurezza. Ma soprattutto, garantisce la localizzazione fisica, legale e normativa dei dati e delle applicazioni in Italia. Qualcosa di estremamente interessante, soprattutto per le aziende in settori particolarmente regolamentati.

La mission di Natalia è quella di proporsi come facilitatore tra le aziende che sviluppano soluzioni SaaS e i loro clienti garantendo la localizzazione e la sicurezza dei dati. La flessibilità di gestione e il controllo dell’infrastruttura sono i due aspetti fondamentali su cui l’azienda differenzia la sua offerta rispetto ai competitor .

Netalia si focalizza principalmente sui settori industriali come la sanità pubblica e privata, l’energia, la finanza, i media e l’editoria, il retail e la grande distribuzione, la Pubblica Amministrazione.

L’azienda, infatti, offre una copertura nazionale con tre data region, che diventeranno quatto verso fine anno. Inoltre, è molto impegnato nella realizzazione di un NOC, un Network Operation Center, per gestire al meglio l’infrastruttura. Nel 2022 ha generato ricavi per circa 6 milioni di euro, grazie anche al suo team specializzato di oltre 40 persone distribuite sul territorio nazionale e unite dalla passione per l’innovazione e lo sviluppo digitale made in Italy.

Verso telco più sostenibili con le funzioni cloud-native

“Il Public Cloud è il modello più adatto per accompagnare un percorso di sviluppo micro e macro economico: è flessibile e scalabile virtualmente senza limiti, minimizza i rischi di lock-in e annulla quelli di obsolescenza tecnologica, è facilmente integrabile in soluzioni ibride e multi-cloud, le più diffuse e ricercate”, dichiara Michele Zunino, Fondatore e Amministratore Delegato di Netalia.

Una piena sovranità digitale

Netalia vuole facilitare il lavoro delle aziende e delle organizzazioni che hanno bisogno di soluzioni cloud avanzate. E soprattutto, che garantiscano il pieno controllo dei dati. Infatti, per Netalia risulta essenziale che tutta la catena dell’infrastruttura sia localizzata in Italia.

Zunino spiega: “Nel terzo millennio, la capacità di archiviazione e la potenza di elaborazione sono strettamente legate alla tecnologia: chi la controlla, ha vinto la sfida della competitività e dell’innovazione. Per questo motivo, la sovranità nazionale non è un protezionismo formale: è la salvaguardia di un intero sistema produttivo, contro qualsiasi eventualità. Una necessità che i fragili equilibri geopolitici di oggi confermano ogni giorno”.

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Per realizzare appieno la sovranità tecnologia, Netalia mette al centro la capacità di pensare in termini di sistema: in un mondo sempre connesso e online, nessuna organizzazione può essere isolata. Ma deve assumere un ruolo sociale, economico e politico nel senso più ampio. “I nostri responsabili politici, anche a livello europeo, hanno finalmente capito l’importanza strategica di un’infrastruttura di Cloud Computing. In Italia, ne è una testimonianza la creazione del Polo Strategico Nazionale, all’interno delle molte missioni rilevanti del PNRR. Netalia si propone come partner e facilitatore di bisogni e soluzioni, in una visione collettiva e sensibile alle richieste di tutto l’ecosistema”, afferma Zunino.

Non un altro operatore tecnologico

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Per rispondere alle esigenze di questo mercato in continua evoluzione, Netalia non si presenta come un altro operatore tecnologico, perché la tecnologia non è più l’unico fattore determinante per la produttività. Sono le logiche e i processi di business a fare la differenza.

Il nucleo più essenziale della gestione delle informazioni si sta spostando dalle infrastrutture fisiche e virtuali (IaaS) alle architetture che costituiscono le piattaforme (PaaS), fino ai servizi virtualizzati (SaaS). Netalia vuole quindi diventare un punto di riferimento per le aziende che sviluppano soluzioni as-a-service di questo tipo, facilitando il lavoro delle imprese.

Anche nel Cloud, le competenze mangiano la tecnologia a colazione: se l’IT – Data Center compresi – è sempre più una commodity, la capacità di interpretare bisogni specifici e di accompagnare il cambiamento passo passo e in modo personalizzato è il vero fattore di successo. Questo vale per i nostri clienti e per Netalia stessa, che cresce sempre più convintamente attraverso un Public Cloud nazionale certificato, sicuro e altamente disponibile” continua Zunino.

Il cloud pubblico di Netalia inserito nel contesto del Consorzio Italia Cloud

Per realizzare appieno questa visione di ecosistema italiano del cloud, c’è bisogno della massima collaborazione fra aziende. Per questo motivo nasce nell’agosto 2021 il Consorzio Italia Cloud, un’organizzazione che riunisce le imprese italiane che operano nel settore del Cloud computing. Ha l’obiettivo di creare un’infrastruttura federata di Cloud nazionale per favorire la digitalizzazione e l’uso di tecnologie cloud nelle aziende e nella Pubblica Amministrazione.

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Michele Zunino, che oltre ad essere AD di Netalia ricopre anche il ruolo di Presidente del Consorzio Italia Cloud, ci spiega: “Il modello del Cloud Nazionale è l’unico approccio responsabile e percorribile che possa assicurare una trasformazione digitale trasparente, capace di guardare al futuro, nel pieno rispetto degli interessi strategici di medio e lungo termine del Paese. Il nostro Consorzio è una delle poche realtà in grado di mettere al servizio del Paese, le migliori competenze strategiche e tecnologiche con una visione a medio-lungo termine”.

Il Consorzio ritiene che nel processo di migrazione al cloud da parte degli Enti della Pubblica Amministrazione, sia importante valutare il supporto delle imprese nazionali. Che hanno le migliori competenze ed esperienze tecnologiche. E possono rispondere in modo personalizzato alle esigenze delle imprese italiane rispetto all’offerta dei giganti globali.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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