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Finito il Mobile World Congress del 2025, che cosa ci portiamo a casa?

Il Mobile World Congress di Barcellona, la più grande fiera di settore sulle tecnologie mobili, si è concluso ieri. Al suo interno, una serie di eventi ci ha raccontato lo stato e, soprattutto, il futuro delle telecomunicazioni mobili mondiali. In attesa che le penne finiscano di scrivere delle innovazioni e dei lanci effettuati dai singoli brand, proviamo a tirare le fila di ciò che ci lascia questa edizione 2025.

Un movimento dal B2C al B2B

È innegabile che in questa edizione del MWC abbiamo assistito a un importante cambio di direzione. Sono state presentate molte novità nel settore della tecnologia consumer, ma la parte enterprise e i servizi per le aziende sono cresciuti in maniera decisamente più significativa.

Per quanto riguarda le tecnologie consumer, ci sono state novità importanti, seppure legate a un rinnovamento puramente tecnologico. Abbiamo visto dispositivi più resistenti, con batterie molto più capienti e costruiti con materiali ecocompatibili. Dal punto di vista degli operatori, invece, si è verificato una specie di cambio di direzione e si è iniziato a parlare seriamente di 5G, di reti autonomiche e di servizi innovativi.

L’impressione generale che abbiamo colto è che il Mobile World Congress sia stato meno la fiera dei dispositivi in movimento e molto di più quella degli utenti che si spostano circondati da dati e servizi.

L’AI al posto giusto

Ovviamente, l’intelligenza artificiale faceva capolino ovunque e si prestava come filo conduttore tra le diverse tecnologie B2C e B2B. Il discorso, però, si è fatto molto caldo lato operatore, per due motivi.

ai inside MWC 2025

Innanzitutto, l’AI agentica, di cui si era iniziato a parlare al CES di Las Vegas due mesi fa, è diventata un elemento di dibattito anche a livello enterprise. Inoltre, l’intelligenza artificiale viene fortemente (e finalmente) proposta nelle reti di telecomunicazioni, proprio dove serve di più: nel loro core, per gestirle.

Anni fa, parlando di processori e del loro crescente livello di complessità, molti dicevano che “solo un computer sa come è fatto un altro computer“. Oggi, anche le reti stanno raggiungendo un livello di complessità tale per cui solo un’intelligenza artificiale può riuscire a gestirle in maniera davvero efficiente. Ma si può andare anche oltre: un’AI che gestisce la rete può rendere la sua architettura resiliente e capace di adattarsi automaticamente a disservizi o estensioni dell’infrastruttura, implementando finalmente quel concetto di rete autonomica, di cui si parla da vent’anni ma che nessuno è ancora riuscito a realizzare completamente. Infine, una gestione di questo tipo permette di garantire un servizio personalizzato in base alle richieste del singolo utente.

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Cosa cambia per gli operatori?

Una nuova generazione di reti potenziate dall’AI potrebbe determinare un profondo cambiamento nel ruolo degli operatori di reti mobili.

Innanzitutto, si passerebbe da un vecchio modello, in cui si vendeva traffico, a uno più moderno, in cui si vende l’esperienza di rete. Potrebbe quindi verificarsi un cambiamento nel sistema di monetizzazione: dal far pagare l’utente finale per la quantità di dati ricevuti (cosa che, se ci pensiamo bene, sta già scomparendo) al farlo pagare per la qualità con cui usufruisce dei servizi. Di conseguenza, ciò potrebbe portare non solo a una nuova generazione di servizi, ma anche a nuovi modelli di pricing.

Tirando le somme, non è escluso che, nel medio-lungo periodo, ci troveremo di fronte a reti capaci di abilitare nuovi modelli di business, sia per l’operatore sia per le aziende che offrono servizi all’utente finale attraverso la sua infrastruttura

padiglione huawei mwc 2025
Il padiglione Huawei al Mobile World Congress 2025

Il ruolo importante del 5G

Le reti 5G, di cui finalmente si è iniziato a parlare in maniera più consistente, assumono un ruolo strategico in questo nuovo panorama.

Ricordiamo a chi non è del settore che la tecnologia 5G non è progettata per essere semplicemente accesa usando nuovi apparati, ma si evolve attraverso generazioni successive, aggiungendo funzionalità. L’attuale generazione, la diciottesima (!), è anche quella in cui si inizia a parlare di servizi avanzati e di IoT industriale. Inoltre, la r18 è considerata la generazione che farà da ponte verso il 6G, di cui per ora si discute solo nei centri di ricerca. Tant’è vero che alcune aziende iniziano già oggi a parlare di 5.5G.

In questo contesto, una rete 5G può rappresentare lo strumento giusto al momento giusto per favorire un grande cambiamento, soprattutto perché, a questo Mobile World Congress, si è parlato molto anche di 5G privato e di Open RAN. Il primo permette a un’organizzazione di creare una propria rete 5G per, ad esempio, la gestione dei suoi impianti, alla stregua di una rete LAN ma ovviamente molto più versatile. Il secondo è uno standard aperto (nella logica dell’open source) per la parte di accesso radio delle nuove reti 5G.

In attesa del Mobile World Congress 2026

Per vedere come evolveranno le tecnologie e assistere al cambiamento ci vorrà del tempo. Sicuramente, il quadro diventerà molto più chiaro e dettagliato nella prossima edizione. Per cui, non ci rimane che attendere il Mobile World Congress del 2026 dove ci aspettiamo una ulteriore accelerazione delle tecnologie B2B.

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