Site icon Techbusiness

La mindfulness e il coaching fanno bene, anche in azienda

La mindfulness e il coaching fanno bene, anche in azienda thumbnail

La salute mentale diventa sempre più una priorità per le aziende, specie dopo che la pandemia ha mostrato quanto ansia, depressione e burnout siano un problema sociale e lavorativo, oltre che personale. Il coaching e la mindfulness possono diventare risorse importante per le imprese che vogliono stare vicine ai propri lavoratori, sostenendoli come persone. Per questo la proposta di CoachHub, raccontataci in un evento dedicato, può diventare davvero un plusvalore.

CoachHub: coaching e mindfulness come armi per il business

Secondo la World Health Organisation, nel 2018 una persona su dieci ha sofferto di sintomi di salute mentale. Stiamo parlando di problematiche vicine alle esperienze di molti. Nel 2021, negli Stati Uniti i sintomi più diffusi sono stati il burnout (56%), dovuto al troppo lavoro. E poi la depressione (salita al 46% rispetto al 32% del 2019) e l’ansia (40% rispetto al 37% di due anni fa). Secondo i dati ufficiali, nel nostro Paese durante la pandemia un milione di pazienti in più sono finiti a carico del Sistema Sanitario Nazionale per sintomi di salute mentale, un aumento del 30%.

Il rischio operativo per le aziende è elevato. Il 60% dei leader si sente esausto a fine giornata: un forte predittore di burnout. Questo significa un ricambio più rapido degli uomini al vertice: il 44% delle aziende vuole cambiare leader. Un problema evidenziato ancora di più dai lockdown: solo il 20% dei leader si sente efficace in smart working.

Tra le cause di questi problemi ci sono il lavoro emozionalmente ‘drenante’ (37%) e la difficoltà nel bilanciare vita-lavoro (32%).

mindfulness coachhub coaching-min

Maggior empatia e presa di conoscenza

Valeria Cardillo Piccolino, Behavioral Scientist di CoachHub che ha guidato l’evento cui abbiamo partecipato, dopo aver mostrato il problema ha iniziato a pensare alle soluzioni. Partendo dalle competenze che i leader devono avere per ridurre il burnout.

Al primo posto c’è l’empatia, che permette di conoscere le esigenze altrui ma che aiuta ad inquadrare anche le proprie. Inoltre, permette di relazionarsi con gli altri membri del team. Questo può gettare le basi per delle sessioni di coaching, propedeutiche a delegare il lavoro con un grande carico di fiducia. La sicurezza di sé raggiunta in questo modo può permettere di influenza intorno a un obiettivo condiviso, per poi gestire in maniera efficace il cambiamento.

Ma questo è solo un pezzo del quadro d’insieme. La salute mentale è uno stato psico-fisico e mentale che permette di essere consapevole del proprio potenziale. Inoltre permette di gestire lo stress e lavorare in maniera produttiva, apportando un valore e contributo nella propria comunità.

Non sempre raggiungere consapevolezza è una cosa facile. Ma attraverso il coaching, si può provare a insegnare metodi efficaci e prospettive che portano al cambiamento. La testimonianza di Laura Puchtler, Senior Transformation Consultant e Coach Certificata riporta diversi casi di successo. Aiutare a focalizzarsi e acquisire consapevolezza dei propri limiti e delle proprie potenzialità può davvero cambiare il modo in cui si lavora.

Qualcosa che ha testimoniato anche il Mindfulness Ambassador & Mentor Riccardo Caserini, che ci ha anche guidato in alcune rapidissimi sessioni (per quanto si possa farlo su Zoom). Iniziare a prendere consapevolezza anche solo della sedia su cui siamo seduti in smart working, può iniziare un cammino verso la piena mindfulness. Che significa imparare a gestire le ansie lavorative e sfruttare fino in fondo il proprio potenziale.

Potete apprendere di più su CoachHub sul sito ufficiale. E magari sfruttare i loro servizi per diventare leader migliori, investendo sulla vostra salute psicofisica. Ma anche sfruttando tutte le altre attività di coaching del sito.

Exit mobile version