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Milan Fintech Summit, un settore in evoluzione

Tecnologia e finanza si incontrano a Milano

MILANO – Entrando nell’Hotel Melià di Milano si respira aria di innovazione: inizia oggi Milan Fintech Summit, occasione di incontro e riflessione per le migliori realtà fintech italiane e internazionali. Con un main stage ricco di keynote e tavole rotonde, sale incontri e stand per conoscere le nuove fintech, è un evento fondamentale per il settore. Soprattutto perché il mondo finanziare sta evolvendo rapidamente in questi ultimi anni. Ma quale direzione sta prendendo?

Milano Fintech Summit, un evento con l’innovazione al centro

Fin dall’annuncio dell’evento, il settore fintech non vedeva l’ora di trovarsi per discutere, fare networking, trovare nuove idee. Perché non c’è dubbio che gli ultimi anni abbiano visto un mondo mutato in tutto, con il settore finanziario che sta cambiando molto a sua volta. Già dal primo keynote di apertura si parla di futuro, con Alessandro Hatami che modera una discussione su Smart City, Web3, Digital Euro e non solo.

Emmanuel Conte, il CEO di Fiera Milano Luca Palermo e il CEO di Sella Group Pietro Sella discutano della “nuova normalità” tecnologica che stia tutti vivendo. Chiedendosi soprattutto se l’Italia sia sulla strada giusta. E con eventi come Milan Fintech Summit sembra che tutti gli speaker siano più ottimisti: il settore sta diventando sempre più centrale nella vita economica del Paese.

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Ma lo speech di Sopnendu Mohanty, CFO della Monetary Authority of Singapore, sottolinea come gli eventi degli ultimi anni, dalla pandemia alla geopolitica, stanno dimostrando che il fintech e i cambi di normative stanno dando una spinta positiva necessaria a superare questi momenti complicati.

Un pensiero al passato e uno sguardo al futuro

Il secondo keynote moderato da Hatami cristalizza questi due elementi già dal titolo: Back to the Future. Con l’aiuto di Alexandre Prot, Co-Founder & CEO di Qonto, la Global Fintech Influencer Efi Pylarinou e il Presidente di Arisk ed ex-presidente Consob Giuseppe Vegas, prova a chiedersi come affrontare i problemi di oggi per andare avanti a passo deciso.

Alexandre Prot di Qonto, che aiuta PMI e piccole aziende a gestire in maniera semplice i propri conti, spiega che le esigenze emerse in questi anni c’erano già da tempo. Ma la pandemia e la geopolitica hanno fatto da catalizzatore. “Nella nostra prima avventura imprenditoriale, io e il mio co-fouder Steve abbiamo vissuto sulla pelle delle difficoltà che gli imprenditori hanno quando provano ad interagire con le banche. Quindi cinque anni fa decidemmo di voler aiutare le PMI ha digitalizzare e gestire le proprie finanze in maniera semplice”.

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L’esigenza c’era già, ma il Covid l’ha sicuramente accelerata e amplificata. Le aziende vogliono strumenti che sono ben connessi fra loro e semplici: vogliono interessarsi dei propri core business, non nella contabilità. Non si tratta quindi solo di digitalizzare, ma anche di semplicare e connettere le PMI fra loro. Usando Qonto le aziende risparmiano due ore di tempo ogni settimana, per esempio”.

Milan Fintech Summit: la gestione di rischi e complessità

Giuseppe Vegas di Arisk spiega che non si tratta solo di semplificare i servizi, ma anche di imparare a conoscere e gestire i rischi. “Il rischio oggi è il tema centrale non solo nel mondo fintech, ma in generale in economia. Già prima della crisi del 2008 i rischi c’erano, ma ora sono al centro dell’attenzione per aziende e investitori. Gli strumenti fintech servono sempre più a qualunque tipo di azienda, la finanza è entrata in ogni tipo di realtà. E uno dei suoi principali scopi è quello di ridurre il rischio per investitori e aziende. La tecnologia può aiutare a costruire compagnie più solide, utilizzando l’intelligenza artificiale e i dati“.

Efi Pylarinou commenta: “Dobbiamo capire la differenza fra rischio e incertezza. Ma è vero che il rischio con la tecnologia diminuisce. Data, cloud, AI e le analisi predittive che ne derivano permettono di gestire questi rischi in aumento costante. Le società fintech devono aiutare le aziende direttamente a gestire questi rischi, in maniera inclusiva: non devono essere strumenti accessibili solo alle grandi imprese. Devono fornire alle aziende gli strumenti e i dati, come veri e propri advisor finanziari“.

Prot spiega che queste tecnologie permettono di valutare meglio i rischi e rendere più dinamica l’economia. E gli strumenti di Qonto semplificano anche il lancio di aziende. “Noi offriamo un servizio per essere più agili e indipendenti ai nostri clienti, fin dall’inizio. Abbiamo aiutato diverse compagnie a lanciare la propria attività: aiutare le PMI (che impiegano due terzi della popolazione lavorativa nei Paesi in cui siamo presenti) fa la differenza. Anche perché con il digitale gli imprenditori possono lanciare la propria attività dal divano di casa, in un villaggio sperduto. Ovunque”.

La sostenibilità al centro di Milan Fintech Summit

La discussione passa poi al tema sostenibilità, sempre più essenziale per tantissime aziende. Prot spiega che Qonto ha da subito dato importanza alla diversità, anche in un settore dove specie le donne sono sottorappresentante. “Stiamo per arrivare ai mille dipendenti, quasi la metà sono donne, abbiamo una quarantina di nazionalità (non solo dall’Europa) nei nostri cinque uffici in tutta Europa, fra cui quello di Milano. Stiamo lavorando anche sul green. Stiamo crescendo e sentiamo sempre di più la responsabilità di quello che facciamo”.

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Vegas sottolinea che la maggior attenzione alla sostenibilità e all politiche ESG fa sì che i fattori rischio aumentano per le aziende. Tanto che senza AI diventa impossibile gestirli. “Prima davamo importanza solamente al rendiconto, ma oggi la sensibilità politica è cambiata. Il riscaldamento globale è un problema da tempo, ma oggi è al centro della discussione (e lo stesso per le questioni sociali). Sono tutte nuove variabili da considerare nei rischi per le aziende, che ora sono più difficili da valutare: senza l’AI del fintech, diventa pressoché impossibile valutare tutte queste dimensioni contemporaneamente”.

Le regole fanno bene al fintech

Una questione sempre al centro delle discussioni in ambito fintech riguarda le regolamentazioni. Quasi nessun settore sente tanto l’attenzione dei legislatori. Ma secondo Prot di Qonto le regole non sono il problema, anzi. “Molte aziende criticano i regolatori, ma noi siamo contenti che ci siano regole e linee guida. Soprattutto perché permette di proteggere i nostri clienti, il pubblico e anche noi stessi. Vorremmo certo che evolvessero più velocemente e fossero più armoniche a livello europeo (per chi lavora come noi in quattro mercati). I regolamenti non sono davvero il problema, anzi quando non ci sono finiscono per esserci problemi a livello di settore che diventano enormi. Poi sono d’accordo che i tempi spesso sono troppo lunghi, ma penso che sia giusto che questa industry sia regolamentata”.

Efi Pylarinou spiega che sono proprio i regolamenti chiari che per esempio “hanno reso la Svizzera un hub per la blockchain. Mentre invece il settore fintech fatica lì perché non ci sono legislazioni sull’open banking”.

Vegas sottolinea però che I tempi cambiano più velocemente delle leggi. E i regolatori spesso sono più avvocati che manager e tendono più a tutelarsi che innovare. Inoltre, sebbene in Europa ci siano sempre più regole comuni, non sono implementate sempre nello stesso modo. Un semaforo rosso in alcuni Paesi significa fermati, in altri è un suggerimento ma non ci sono sanzioni per farlo rispettare.

Milan Fintech Summit guarda al futuro

Quando il moderatore le chiede quale sia la cosa che più la entusiasma per il futuro, Efi Pylarinou non ha dubbi. “Sono entusiata di quello che sta succedendo a livello infrastrutturale, finalmente stiamo creando ‘rotaie’ parallele a quelle classiche. Per esempio utilizzare i trasferimenti di criptovalute per evitare i rischi di cambio all’estero, ma anche per gli investimenti. Inoltre l’UPI che abbiamo visto in India permette pagamenti universali digitali. E vedremo progetti per l‘identità, i pagamenti e molto altro“.

Prot invece pensa che nei prossimi anni vedremo tre tendenze chiare.“La prima cosa per me è aggregare e integrare diversi servizi, immagino ci sarà anche molta consolidazione nei prossimi anni. Anche perché penso che in Europa ci debbano acquisizioni, consolidazioni e partnership per competere con Stati Uniti e Cina. Infine, penso che le persone vogliano una finanza più umana, utilizzando la tecnologia per aiutare i clienti a diventare proattivi in tema ambientale, sociale e non solo”.

Più infrastrutture, più dati, più umanità. Il mondo del fintech si sta ponendo obiettivi ambiziosi, forte della grande accelerazione di questi anni. Un settore in fermento: con la speranza che l’aria di innovazione respirata al Milan Fintech Summit soffierà sulle vele di tutta l’economia.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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