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Matrix42 guarda al futuro al Digital Workspace World 2022

Una guida per diventare Futuristi Pragmatici e guidare la propria organizzazione nel domani

Matrix42 ha dato uno sguardo futuro al Digital Workspace World 2022. Ma senza dimenticarsi la propria storia: l’azienda infatti ha festeggiato anche i suoi trent’anni durante l’evento in streaming trasmesso da Francoforte. Un evento con ospiti e partner per capire come il mondo del lavoro sia cambiato in questi anni e prevedere come possa cambiare nei prossimi.

Matrix42 Digital Workspace World 2022: il futuro delle esperienze

Fra momenti musicali per stemperare e riflessioni profonde su come si possa rivolgere il proprio sguardo al domani, l’incontro moderato da Tania Higgins (che potete recuperare su LinkedIn nella sua interezza) ha toccato diversi punti. Ma non poteva che partire dall’anniversario storico di Matrix42.

Il CEO dell’azienda Oliver Bendig ha spiegato come l’azienda si sia reinventata più volte durante la propria storia, specchiando l’evoluzione del settore IT in generale. Matrix42 nasce nel 1992, quando Windows 3.1 arriva sui PC di tutto il mondo. Durante gli anni ’90 la gestione dei PC era il focus dell’azienda. Nel 2000 invece si passa a pensare alla mobilità: laptop (Bendig spiega di averne alcuni ancora in cantina), smart device (i primissimi, prima degli smartphone). Tutti i dispositivi per muoversi su Internet. Nei 2010 si passa al Cloud, pensando all’automazione e al selfservice. E costruire una piattaforma per permettere di lavorare al massimo.

Infine, si arriva ai giorni nostri. Dove l’Intelligenza Artificiale e il lavoro ibrido sono il focus assoluto in tutte le cinquanta nazioni in cui opera Matrix42. Con l’azienda che ha chiuso il suo migliore anno nel 2021. Ma il motto di Matrix42 al Digital Workspace World 2022 è “It has just began”. Perché con la complessità che cresce, fornire una soluzione semplice che permetta di lavorare al massimo sarà un focus fondamentale.

Come capire il futuro (in tempo)

Dopo l’excursus nella storia della compagnia, lo sguardo si sposta al futuro. E per farlo Matrix42 ha chiesto a Pascal Finette, Co-Founder di be radical, di parlare di come si possa pensare al futuro. Collegato in streaming e chiedendo a chi come noi partecipava di partecipare attivamente in chat, Finette ha cercato di capire come “dare senso” al futuro.

matrix42 evento sul futuro
Pascal Finette, Co-founder Be radical

Il ragionamento di Finette tocca discorsi che potrebbero sfociare nella filosofia e nella matematica, ma senza mai dimenticarsi che il centro della conversazione deve essere pratico. Un piccolo vademecum per prevedere il futuro per le aziende, se volete.

La prima distinzione chiama in causa la definizione di quello che chiamiamo generalmente futuro. Finette ci spiega che la nostra visione si estende davanti a noi come un cono, la cui base continua ad allargarsi. Questi sono tutti i futuri possibili, fra cui solo alcuni al centro sono i futuri probabili. Questa prima distinzione aiuta a evitare di seguire direzioni tecnicamente realizzabili ma statisticamente improbabili. Fra i futuri probabili, sta poi a noi scegliere quelli preferibili, su cui concentrare i nostri sforzi.

Una volta riconosciuta la moltitudine di futuri davanti a noi, Finette promette di trasformarci in Futuristi Pratici. La prima nozione da imparare per Finette è che il futuro ha un andamento esponenziale. Questo significa che quando parliamo di tecnologie come l’AI o la blockchain, o qualsiasi altra industria, il primo periodo è praticamente lineare, per poi impennare nella curvatura esponenziale. Per parafrasare Hemingway: “gradualmente e poi tutto insieme”.

Le aziende lungimiranti riescono a capire il movimento dell’esponenziale quando è ancora nella fase piatta. E Finette fa notare che di solito le aziende che lo fanno non sono leader del mercato nel momento in cui la curva comincia a impennare. IBM non ha saputo capire la rivoluzione PC di Microsoft, che non ha colto in tempo il mondo smartphone come Apple e Google. Cosa sta sfuggendo ai colossi di oggi, che invece stanno capendo quelli di domani?

Finette ci aiuta poi in qualche esempio per capire le implicazioni meno ovvie di alcuni trend tecnologici. Un esempio che ci ha colpito è quello delle auto a guida autonoma. Che un domani ridurranno gli incidenti, qualcosa in cui tutti speriamo. Ma questo ridurrà la disponibilità di organi da parte di donatori che, purtroppo, finiscono in un incidente. Quindi lo sviluppo di organi sintetici potrebbe essere accelerato dal settore automotive, per quanto non sia ovvio.

Matrix42 Digital Workspace World 2022: la Total Experience

Dopo aver pensato al futuro in senso lato, tocca al CEO Oliver Bendig spiegare al Digital Workspace World 2022 come Matrix42 stia guardando a questo futuro. Un futuro che vede un luogo di lavoro completamente diverso da quello a cui eravamo abituati. Bendig parla in particolare di come quei momenti “attorno all’erogatore d’acqua o alla macchinetta del caffè” in cui possono nascere grandi idee sono più complicati quando metà del team è in smart working.

matrix42 evento futuro 30 anni digital workspace world 2022

Ma l’esperienza dei dipendenti, così come quella dei clienti e degli utenti, resta fondamentale in ambito enterprise. Per questo sempre più si passa dalla gestione dei servizi aziendali alla gestione dei servizi esperienziali (XSM). Matrix42 presenta quindi l’approccio della Total Experience (TX), un approccio che unisce l’esperienza dei dipendenti a quella dei clienti. E lo fa con soluzione omnichannel, piattaforme di self-service e chatbot che possono offrire un’esperienza positiva, a 360 gradi.

Per rendere questo approccio ancora più competitivo, servono quelle che Matrix42 chiama le Artificial Intelligence Operations (AIOps). Un modo per automatizzare le operazioni IT implementando l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico. Questo approccio può ridurre il carico di lavoro (e le spese) del reparto IT quando si parla di gestione del Digital Workspace. Ma può integrarsi anche nel Service Desk per offrire agli utenti un’esperienza migliore.

Per fornire questi servizi serve inoltre la capacità di orchestrare in maniera completa il cloud e la gestione del multi-cloud. Connettere fra loro i vari servizi e gestirli diventa essenziale sia per migliorare la qualità del lavoro e del servizio per gli utenti, che per garantire la sicurezza. Con soluzioni come Firescope per ottenere tutto questo.

In ultima analisi, questi processi porteranno alla iperautomazione, con la tecnologia che aiuta i dipendenti nelle task ripetitive e manuali nel lavoro quotidiano. Per un futuro dove la genialità dei dipendenti sarà investita nel migliorare l’azienda e non nell’eseguire pratiche banali.

Il futuro del lavoro ibrido e degli assistenti virtuali

Dopo l’intervento del CEO, la palla passa a Jon Pershke VP Strategy & Emerging Business, Lenovo. Che inizia la sua presentazione parlando di come i professionisti IT sono sempre più fondamentali in qualsiasi settore: sono quelli in questi due anni hanno tenuto in piedi l’intero sistema economico. Il 79% di loro durante la pandemia ha dovuto ripensare interamente la propria strategia IT.

Lenovo ha però spiegato che, sebbene i cambiamenti del lavoro ibrido siano qui per restare, non sempre sono stati semplici da implementare. Per questo motivo l’azienda sta focalizzando la propria attenzione su come risolvere i problemi dei clienti. Partendo dalla rivoluzione PC, implementando migliori soluzioni di sicurezza ma anche audiovideo. Una volta poco importanti per i computer business ma resi fondamentali dalle “dieci ore al giorno di chiamate Zoom, che non potete fare da uno smartphone”. Ma Lenovo ha valuto che soprattutto i lavoratori più giovani sentono ancora la necessità di lavorare in ufficio. E sta implementando display per collaborare, implementazioni con i servizi di videoconferenza e altro ancora.

Ingo Loos Global IT Process Manager, SEG Automotive, ha invece parlato di alcune delle sfide più complicate per gli specialisti IT. La necessità di implementare soluzioni complesse rispettando la compliance per organizzazioni IT sempre più piccole (e in sempre meno tempo). Con l’ulteriore difficoltà che spesso “i nostri colleghi non capiscono la difficoltà di implementare un processo, che richiede tempo”. Per questo motivo l’implementazioni dell’intelligenza artificiale negli Help Desk e la possibilità di utilizzare i sensori (in questo caso nel veicolo) per fornire dati affidabili è diventata un game changer. L’automazione può snellire il lavoro del reparto IT ma soprattutto può fornire ai clienti risposte più precise. Perché diminuire il tempo speso sui ticket è un guadagno per tutta l’organizzazione e anche per gli utenti finali.

Il futuro sembra promettente, giudicando dal Digital Workspace World 2022 di Matrix42. Potete trovare qui la registrazione dell’evento, mentre qui le offerte dell’azienda.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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