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Nvidia non completerà più l’acquisizione di Arm

La società di SoftBank punta invece a un IPO per entrare in Borsa entro il 2023

Sfuma l’acquisizione miliardaria di Arm da parte di Nvidia. L’accordo raggiunto a fine 2020 per 40 miliardi di dollari, che con il lievitare delle azioni di Nvidia avrebbe raggiunto quota 66 miliardi, è stato bloccato. Nvidia dovrà pagare alla società madre di Arm, SoftBank, una penale di 1,25 miliardi di dollari.

Nvidia rinuncia all’acquisizione di Arm

L’annuncio di Nvidia e SoftBank arriva dopo diverse obiezioni da parte dei regolatori antitrust. Fra novembre e dicembre hanno espresso dubbi sul ruolo che avrebbe avuto nel mercato Nvidia una volta acquisita Arm sia l’antitrust del Regno Unito che Europeo, mentre negli Stati Uniti sia antitrust che la FTC hanno sollevato obiezioni.

Clienti di Arm come Qualcomm e Microsoft, che utilizzano i semiconduttori Arm in ambito smartphone e tablet, hanno opposto il piano. Secondo loro, Nvidia avrebbe potuto impedire o limitare l’accesso alla tecnologia di cui Arm detiene le licenze. Quest’acquisizione sarebbe stata la più grande di sempre nel settore dei chip, con Arm che produce componenti per la grande maggioranza di smartphone e tablet nel mondo, oltre che per Apple nel mondo PC.

NVIDIA Grace

Il CEO di Nvidia Jense Huang ha commentato che “ARM ha un futuro brillante e continueremo a supportarla come orgogliosi licenziatari negli anni a venire. Anche se non saremo una sola compagnia, saremo partner vicinissimi ad Arm. Mi aspetto che Arm sia la più importante architettura CPU nella prossima decade”.

Ora SoftBank scommette sul portare in Borsa Arm, durante quest’anno fiscale o comunque entro il 2023. Il CEO di Arm Simon Segars ha deciso di ritirarsi e lascia il posto a Rene Haas, a capo del dipartimento IP. “Il nostro business non è mai andato meglio” commenta il nuovo CEO. Arm era quotata dal 1998 fino all’acquisizione per 32 miliardi di dollari da parte di SoftBank. Sembra che l’IPO potrebbe aggirarsi attorno ai 45 miliardi di dollari, secondo il New York Times.

Vi terremo aggiornati sul progredire di questa vicenda.

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Source
The New York Times

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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