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Nel 2021 sono stati creati oltre 100 milioni di malware per colpire Windows

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Atlas VPN ha fornito risultati preoccupanti in un rapporto che evidenzia come nell’anno appena concluso è stato stabilito un record nello sviluppo di malware appositamente creati per colpire i sistemi operativi Windows.

La ricerca si è conclusa il 23 novembre e a quella data erano state sviluppate 107,28 milioni di minacce uniche, tutte mirate ad attaccare dispositivi Windows. Pertanto, la semplice matematica suggerisce che una media di 328.073 malware è stata sviluppata ogni giorno., considerano anche i restanti giorni dell’anno che non sono rientrati nella ricerca. Rispetto allo scorso anno, si tratta di una crescita del 23% ovvero 9,5 milioni di malware.

Naturalmente, anche la pandemia di coronavirus, che ha dato slancio in termini di attività di hacking alla fine dello scorso anno, è da ritenersi responsabile dell’aumento considerevole delle minacce per il sistema operativo di Microsoft. Questo è confermato dalle cifre rivelato nel rapporto: 90,75 milioni di malware sono stati sviluppati nel 2020 e 88,58 milioni nel 2019. Allo stesso tempo, confrontando il 2019 e il 2018, la crescita è più evidente: tre anni fa sono stati registrati 67,57 milioni di malware unici.

Malware per Windows, il numero aumenta di anno in anno

E così quando si torna indietro i numeri sono in calo, con l’eccezione del 2015, quando sono stati scovati 70,32 milioni di malware. Quell’anno, Windows 10 è stato lanciato a luglio, quindi l’attività è stata intensificata da quella data in poi. E la stessa cosa è prevedibile che accadrà (purtroppo) anche con Windows 11 che essendo apparso a novembre di quest’anno, vedrà il 2022 come anno in cui verrà intensificato lo sviluppo di nuovi malware.

Allo stesso tempo, secondo il report di Atlas VPN, le ragioni di questo aumento sono che le attività degli hacker non richiedono più un’approfondita conoscenza dei linguaggi di programmazione. Ormai, l’accesso al dark web è sufficiente per poter acquistare codici pre-creati per pochi soldi, che vengono poi leggermente “ridisegnati” per ottenere qualcosa di completamente nuovo, cioè unico. E queste piccole variazioni danno appunto vita a un “nuovo malware” che entra di diritto in questa statistica non appena viene effettuato il primo tentativo di attacco.

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