Il lavoro ibrido, ovvero la possibilità di alternare la presenza in ufficio con il lavoro da remoto, è una realtà sempre più diffusa in Europa, ma non senza sfide e controversie.
Una recente ricerca condotta da D-Link, azienda leader nel settore delle tecnologie di rete e connettività, ha esplorato le diverse attitudini e abitudini dei professionisti europei rispetto alle modalità lavorative del 2023, evidenziando alcuni aspetti interessanti.
Lavoro ibrido: il divario nella produttività
La ricerca, basata su un campione di oltre 300 società di consulenza e reseller di tecnologia in Europa, ha rivelato che i dipendenti sono divisi tra chi preferisce tornare in ufficio a tempo pieno (38%) e chi vorrebbe continuare a lavorare da casa (37%). Il 24% ha addirittura dichiarato che sarebbe disposto a cambiare lavoro se il proprio datore di lavoro imponesse il ritorno al lavoro d’ufficio a tempo pieno.
La produttività è uno dei fattori più discussi e dibattuti in relazione al lavoro ibrido. Il 40% degli intervistati ha affermato che lavorare da casa per più di due giorni alla settimana non influisce sulla propria efficienza, mentre il 25% ha sostenuto che in realtà la produttività si riduce. Il restante 35% ha invece espresso un’opinione positiva sul lavoro da casa, ritenendo che aumenti le proprie performance.
Le sfide della connettività
Un altro aspetto critico del lavoro ibrido è la connettività. Il 52% dei dipendenti ha segnalato che la scarsa qualità della banda larga ha un impatto negativo sulla propria produttività quando lavorano da casa. Il 45% ha indicato la connessione Wi-Fi domestica come una delle priorità da migliorare. Inoltre, il 45% ha lamentato l’obsolescenza dei portatili o delle altre apparecchiature tecnologiche fornite dal proprio datore di lavoro, mentre il 17% ha riferito di ricevere un supporto tecnico insufficiente.
Tuttavia, molti dipendenti non hanno ancora adottato alcune soluzioni semplici per risolvere i problemi di connettività: solo il 25% ha aggiornato il proprio router da inizio 2020 e solo il 17% ha cambiato provider di banda larga.
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“I lavoratori hanno evidentemente ancora pareri differenti quando si parla di lavoro a distanza, in ufficio o in modalità ibrida, in base alle preferenze personali e alle circostanze, e non esiste un’unica soluzione che accontenti tutti” – ha commentato Alessandro Riganti, Country Manager di D-Link per l’Italia – “La soluzione è garantire che le aziende forniscano ai loro team gli strumenti per garantire la produttività e gestire le richieste, indipendentemente dalla tipologia dell’impiego. Ciò significa investire nella sicurezza, nelle giuste dotazioni di lavoro e in una connettività efficace per i dipendenti, sia a casa che in ufficio. Investire nelle tecnologie più recenti, come il Wi-Fi 6E, il 5G e la fibra ottica a casa, può certamente aiutare a fornire ai datori di lavoro e ai dipendenti la flessibilità e la connettività necessarie per consentire un home working efficiente”.
Le distrazioni domestiche nel lavoro ibrido
Lavorare da casa comporta anche dover gestire le interferenze dei familiari o dei coinquilini. Il 60% degli intervistati ha dichiarato che la presenza dei bambini in casa ha influito sulla propria produttività, mentre il 47% ha attribuito la colpa al partner o ad altri membri della famiglia e il 29% ai coinquilini.
Per limitare le distrazioni, il 27% ha iniziato a lavorare in una zona diversa della casa e il 33% si è mostrato più severo con i familiari e i coinquilini invitandoli a non disturbare.
Anche l’ergonomia della postazione di lavoro è un fattore importante. Il 51% degli intervistati ha affermato che una cattiva organizzazione del proprio spazio di lavoro, con scrivania e sedie scomode o la possibilità di sedersi al tavolo della sala da pranzo, comporta una diminuzione della produttività. Tuttavia, solo il 16% ha acquistato una nuova scrivania e il 27% una nuova sedia per combattere il disagio.
Le opportunità dell’hybrid working
Nonostante le difficoltà evidenziate, il lavoro ibrido offre anche delle opportunità. Un significativo 77% degli intervistati ha ammesso che ha portato a un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, il 38% ha detto che ha migliorato le iniziative di digital transformation per la propria azienda e il 43% ha affermato che ha generato maggiori investimenti nella sicurezza informatica.
Oltre a questi vantaggi, il 16% ha dichiarato che ha favorito una maggiore team diversity e il 34% ha affermato di aver migliorato la formazione digitale e le iniziative di specializzazione delle persone.
“Da un punto di vista pratico, lavorare da casa offre una serie di vantaggi”, aggiunge Riganti. “Numerosi studi hanno dimostrato che un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata equivale a una workforce più felice e produttiva. Inoltre, il tempo e i costi del tragitto casa-lavoro sono significativamente ridotti e, di conseguenza, le emissioni di carbonio delle aziende si abbassano. Tuttavia, con l’impennata dei costi energetici domestici, i dipendenti potrebbero valutare i vantaggi di tornare in ufficio”.
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