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Kickstarter è in crisi e pensa al licenziamento di una parte dei dipendenti

Kickstarter, una delle piattaforme di crowdfunding più popolari, sta incontrando serie difficoltà a causa della pandemia di COVID-19. La società dipende dalle percentuali di fondi raccolti dai progetti inseriti nella piattaforma e finanziati con successo, ma i tempi attuali non sono dei migliori. Infatti, l‘azienda ha annunciato un calo del 35%. Il CEO di Kickstarter Aziz Hasan ha scritto un memo interno relativo alla cancellazione di nuovi progetti, con conseguente riduzione delle entrate per l’azienda e senza un prevedibile segno di inversione di tendenza in tempi brevi.

Nasce il sindacato

La direzione dell’azienda ha avviato colloqui con i suoi 140 dipendenti, per potenziali licenziamenti. Secondo The Verge, i lavoratori di Kickstarter hanno creato un sindacato a febbraio, a cui hanno aderito circa il 60% dei dipendenti, considerato un passo senza precedenti nel settore della tecnologia. Il processo avrebbe persino generato conflitti con il management dell’azienda, portando al licenziamento di due lavoratori legati alla formazione del sindacato, anche se Kickstarter ha sostenuto che la ragione era la scarsa prestazione nelle loro funzioni.

Kickstarter taglia dove può

Nella lettera inviata ai lavoratori, Aziz Hasan afferma di essere alla ricerca di soluzioni per ristrutturare il business, e questo, purtroppo, include potenziali licenziamenti tra i team e a diversi livelli di management. L’imprenditore afferma che l’anno scorso l’azienda ha registrato ricavi per 1,27 milioni di dollari, ma che questo importo è già stato reinvestito nella piattaforma. Oltre ai possibili licenziamenti, sta pianificando di tagliare i salari, incluso il proprio, di annullare l’assunzione di posizioni aperte e di effettuare tagli di bilancio ove possibile.

Kickstarter ha lavorato per incoraggiare i creatori ad attivare i loro progetti durante la pandemia, in particolare i progetti su piccola scala che possono essere realizzati da casa. Ma è anche alla ricerca di creatori che cercano di trarre profitto da COVID-19, sia nel condividere disinformazione sia in “soluzioni miracolose” per la guarigione.

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