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Il kernel di Linux è pronto a supportare il chip M1 di Apple

La versione 5.13 del kernel porta il supporto per molti processori con architettura ARM

Il prossimo Kernel di Linux supporterà i chip Apple M1, visti sugli ultimi Mac. La versione 5.13 del kernel introduce la possibilità di usare il sistema operativo open source su molti dispositivi basati sull’architettura ARM, compresi i nuovi MacBook Air, MacBook Pro, Mac mini e iMac.

Il prossimo kernel Linux supporta i chip M1 di Apple

Gli appassionati di Linux hanno già provato a portare alcune delle distribuzioni del sistema operativo sui nuovi Mac con processore fatto in casa da Apple. Ma finora nessuna poteva girare nativamente: erano realizzate con macchine virtuali e port. Quindi non potevano usare appieno le potenzialità enormi dei nuovi chip, che abbiamo visto nei portatili e nei nuovi sottilissimi iMac.

Tuttavia, gli sviluppatori fanno notare che sebbene arrivi il supporto ufficiale del kernel, il sistema operativo non avrà necessariamente le piene potenzialità, per mancanza di alcuni driver non ancora implementati. L’accelerazione hardware dei video non funziona ancora nella versione del kernel 5.13.

Al momento il supporto arriva per la versione RC del kernel, che sta per Release Candidate. Quindi non è ancora la versione stabile del kernel, che dovrebbe arrivare invece fra giugno e luglio. Quindi solamente gli utenti più esperti dovrebbero provare questo nuovo kernel e non sulle macchine su cui lavorano.

Il supporto ai chip M1 purtroppo non significa che potremo vedere una distro di Ubuntu o Manjaro su iPad Pro. Sebbene il chip sia lo stesso, l’accesso al sistema e al boot loader è molto più ristretto che nei Mac. Anche se siamo certi che fra non molto potremo trovare in rete qualcuno che riuscirà ad aggirare i controlli per provarlo.

Per maggiori informazioni sulla nuova versione del kernel, a questo indirizzo potete trovare le note di rilascio (in inglese).

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9to5mac

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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