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Kaspersky: le PMI che rivelano le violazioni informatiche hanno il 40% in meno di danni finanziari

Un nuova indagine di  Kaspersky dal titolo How businesses can minimize the cost of a data breach” porta alla luce che, nel caso di violazione dei dati, le PMI che scelgono di informare volontariamente i propri stakeholder e clienti subiscono una perdita economica del 40% in meno rispetto a quelle che vengono scovate dai media. La stesso vale anche per le grandi imprese

In pratica non informare in modo tempestivo i clienti in merito ad una possibile violazione dei dati, comporta ripercussioni finanziare e danni reputazionali gravi.  Due esempi molto famosi non fanno altro che dimostrare tutto questo: Yahoo! è stata multato e giudicato negativamente per non aver informato gli investitori di aver subito una violazione dei dati, così come Uber che ha ricevuto una sanzione amministrativa per aver nascosto un incidente simile.

PMI e violazioni informatiche, mai tacere l’incidente

L’indagine di Kaspersky, che si basa su un sondaggio a livello globale che ha coinvolto 5.200 professionisti che operano in ambito IT e cybersecurity, evidenzia come le aziende che prendono in mano la situazione e comunicano  gli incidenti informatici solitamente riescono a limitare i danni.  L’indagine rivela che In media si stima che le perdite subite da una PMI che comunica apertamente una violazione informatiche subite ammontino a 93 mila dollari. Chi tace, al contrario ha un danno economico pari a 155 mila dollari. Nulla cambia anche per le grandi aziende: quelle che informano volontariamente i propri clienti riguardo una possibile fuga di dati subiscono il 28% in meno di danni economici rispetto a chi lascia ai media il compito, rispettivamente 1.134 milioni di dollari contro 1.538 milioni.

PMI violazione informaticheDall’indagine è emerso, inoltre, che solo il 46% delle aziende ha rivelato una violazione informatica e in modo proattivo. Il 30% delle aziende che ha subito un furto di dati ha preferito non comunicarlo pubblicamente. Quasi un quarto (24%) delle aziende ha provato a nascondere l’incidente ma senza successo.

E non è tutto. Anche se le aziende riescono a non far trapelare l’incidente se questo viene scoperto in secondo momento rischiano perdite ancora maggiori, economiche e di reputazione. Inoltre, il sondaggio ha dimostrato che i rischi sono particolarmente elevati per quelle aziende che non riescono a individuare tempestivamente un attacco.

Il 29% delle PMI che ha impiegato più di una settimana a identificare la violazione subita, si è ritrovato a leggere sui media la notizia dell’attacco. Questo dato è quasi il doppio rispetto alle aziende che hanno rilevato tempestivamente l’incidente (15%). Il trend è confermato anche per le grandi imprese, rispettivamente il 32% e il 19%.

“Una divulgazione proattiva da parte dell’azienda può aiutare a ribaltare la situazione a proprio favore, andando oltre al semplice impatto economico. Se i clienti ricevono le informazioni direttamente dall’azienda, sono più inclini a dare fiducia al brand. Inoltre, l’azienda potrebbe cogliere l’occasione per informare i propri clienti su ciò che possono fare per non subire perdite. Così facendo, le aziende avrebbero anche la possibilità di raccontare la vicenda dal proprio punto di vista, condividendo con i media informazioni corrette e affidabili, anziché lasciare a fonti esterne il compito di descrivere la situazione e rischiare che lo facciano in modo non corretto”, ha commentato Yana Shevchenko, Senior Product Marketing Manager di Kaspersky.

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