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L’Italia sulla via della transizione energetica

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L’Italia ha compiuto passi in avanti in termini di transizione energetica rispetto al 2021, ma gli obiettivi sono ancora lontani. È quanto emerge dall’edizione 2022 dell’Energy Transition Readiness Index (ETRI 2022), lo studio realizzato da REA e supportato da Eaton. Il report ha analizzato i mercati energetici dei 13 principali Paesi europei, tra cui l’Italia, e ne ha valutato il livello di preparazione rispetto all’adozione di energie rinnovabili, ponendoli a confronto con gli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2030.

I dati della ricerca sulla transizione energetica

Il report ha preso in esame diverse componenti, tra cui accessibilità dei mercati, aspetti socio-politici e potenziale tecnologico dei diversi Paesi europei coinvolti dalla ricerca. E’ stata evidenziata la generale necessità di:
• Quantificare e pianificare accuratamente le future esigenze in termini di flessibilità della rete
• Accelerare le riforme del mercato della flessibilità
• Dare priorità alla risoluzione delle attuali barriere all’investimento

In particolare, il ranking mostra che l’Italia (ultima nel 2021) è migliorata dal punto di vista della preparazione generale alla transizione energetica, restando tuttavia ancora tra i Paesi meno pronti ad abbracciare il cambiamento. La strada da percorrere è ancora lunga. Il rapporto stima infatti che, per raggiungere gli obiettivi per il 2030, la produzione di energia eolica e solare per l’Italia dovrebbe crescere del 188%.

Negli ultimi 12 mesi il Belpaese si è distinto dal punto di vista socio-politico, dimostrando consapevolezza e ambizioni in merito alla transizione energetica. Inoltre, sono stati compiuti importanti passi avanti in termini di accessibilità del mercato. Se nel 2021 l’Italia era sul gradino più basso del ranking, quest’anno si è registrato un miglioramento che vede l’Italia allo stesso livello di Francia, Spagna, Regno Unito e Svizzera.

Tanta strada da fare

Il Paese mostra un discreto livello di attrattività dal punto di vista degli investimenti, che potrebbe contribuire a colmare il gap. Tuttavia, se l’attuale crisi energetica ha contribuito ad accelerare l’interesse e il supporto pubblico alla transizione, emerge ancora una certa incertezza a livello regolamentare. Questo sul lungo periodo potrebbe inibire l’entrata sul mercato di nuovi attori.

Stabile invece la situazione del Paese dal punto di vista dell’innovazione tecnologica, ovvero accessibilità della rete, infrastruttura di ricarica per i veicoli elettrici, adozione del digitale. Ci sono ancora ampi margini di miglioramento. In particolare, tra le aree di preoccupazione il report evidenzia i potenziali problemi in termini di esigenze future della rete, gli incentivi limitati per i veicoli elettrici e la tecnologia Vehicle-to-Grid (V2G) non ancora disponibile. Oltre a possibili costi aggiuntivi per rispettare la conformità normativa.

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